Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  prealbe il 27/11/2007 0:25:47
Timor
Citazione:
Prealbe ti mando un regalino se non l'hai già visto, potrebbe rinvedire il thread

http://www.youtube.com/watch?v=3uGiYQC4N6s


Timor (con la voce di Gary Cooper)
Citazione:
“Lo giuro. Migliaia di anni fa l’uomo riuscì a scoprire il segreto del fuoco. Forse lo bruciarono con quel legno che egli aveva insegnato ad accendere. Ma lasciò all’umanità un dono insperato e con esso liberò dal buio la terra. Durante i secoli, altri uomini mossero i primi passi sulle vie nuove, animati soltanto dalla loro intuizione. I grandi creatori, i pensatori, gli artisti, gli scienziati, gli inventori rimasero soli contro gli uomini del loro tempo. Ogni nuova idea era ostacolata. Ogni invenzione bandita, ma ciascuno di loro andò avanti. Lottò, soffrì e pagò. Non era mosso dal desiderio di piacere alla folla. La folla odiava il dono che le era offerto. Ma lui cercava la verità. Suo scopo era solo la sua opera. La sua opera, non chi ne usava. La sua creazione, non i benefici che gli altri ne traevano. La creazione che dava forma alla sua verità. Però la sua verità la metteva sopra e contro a tutti gli altri. Andò avanti, sia che gli altri volessero seguirlo o no. Solo con la sua integrità per sola bandiera. Non servì niente e nessuno. Visse solo per sé. E solo vivendo per sé poté realizzare le opere che formano la gloria dell’umanità. È così che è avvenuta ogni conquista. L’uomo è nato inerme. Ha un’unica arma: la sua mente. Senza di essa non potrebbe sopravvivere. Ma la mente è un attributo dell’individuo. Non c’è e non si può concepire una specie di cervello collettivo. L’uomo che pensa deve pensare e agire da sé. Come può lavorare se è sottoposto a costrizioni di ogni genere? È impossibile subordinarlo a bisogni, opinioni o desideri di altri. Nessuno ha il diritto di sacrificarlo.
Chi crea, si basa sul proprio giudizio. Il parassita segue l’opinione degli altri. Chi crea, pensa. Il parassita copia. Chi crea, produce. Il parassita ruba. Chi crea crede alla conquista della natura. Il parassita alla conquista degli uomini. A chi crea va data indipendenza. Egli non comanda e non serve nessuno. Tra lui e gli altri c’è un libero scambio, una libera scelta. Il parassita cerca il potere e tenta di livellare gli uomini in un’azione comune, una comune schiavitù. E pretende che l’uomo debba essere uno strumento ad uso degli altri. Debba pensare come pensano gli altri. Agire come gli altri, che debba annullarsi in una servitù senza gloria. Guardate la storia. Ogni conquista ogni bene che possediamo deriva dall’opera indipendente di una mente indipendente. Ogni barbarie o decadenza nasce dal tentativo di fare degli uomini automi senz’anima, senza cervello, senza diritti personali, volontà, speranza, dignità. È un antico conflitto. Oggi ha un altro nome: l’individuale contro il collettivo. Il nostro paese, che è fra i più nobili della storia degli uomini, si fondò sul princìpio dell’individualismo ossia sui diritti inalienabili dell’uomo. Era un paese dove l’uomo era libero di cercare la sua felicità. Di guadagnare e produrre non angustiato dalla rinunzia. Di prosperare. Libero di possedere un bene inestimabile: il senso del suo valore personale è la più alta delle virtù, il suo amor proprio.
Questo è ciò che i collettivisti vi chiedono di distruggere, come già altrove è stato distrutto. Io sono architetto. Se fossi editore sarebbe più facile capire il mio problema e le ragioni della mia protesta. Infatti, chi oserebbe pensare a un editore che deformasse la trama di un romanzo, a un direttore di giornale che si attentasse a modificare l’articolo pensato da uno scrittore. Insomma, un oltraggio alla libertà di stampa e di pensiero. Per la mia opera d’arte, invece, da me fornita senza sollecitazioni e compenso, si è imbastito questo processo, perché io ho voluto distruggere le deformazioni che alla mia opera erano state apportate. Il patto era di riprodurla come l’avevo ideata io. Quello era il patto. E mi misi subito al lavoro. Non presi un soldo. La mia opera fu deturpata dal capriccio di altri che sfruttarono il mio lavoro senza darmi nulla. Sono venuto a ricordarvi che nessuno ha il diritto di usurpare un solo minuto della vita degli altri e nessuno ha il diritto di sfruttare le energie degli altri. Chiunque esso sia. Questo volevo dirvi. O il mondo finirà in un’orgia di sopraffazione. Vi parlo in nome di tutti gli uomini indipendenti che ancora rimangono nel mondo. Al di fuori di questi princìpi non esiste che la schiavitù del lavoro e la negazione all’uomo del diritto di vivere secondo il proprio genio”.

Ecco. In forma scritta, direi che si apprezzano meglio l’equilibrio, l’assenza di retorica e l’assoluta oggettività delle tesi sostenute. E’ proprio così, parola per parola, dall’alba dei tempi ad oggi: megasuperindividui che si esprimono per “assoluti” da una parte, parassiti senz’anima, senza cervello, volontà, speranza, dignità dall’altra. Palmare. E’ proprio ciò che si può constatare nella vita di tutti i giorni, semplicemente guardandosi attorno.




Prealbe

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