Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  mc il 8/11/2007 10:46:53
Citazione:
Tu saresti quindi immerso in una cultura uguale a quella di un tuo coetaneo di dieci o venti o trenta anni fa? Per favore, mc.


Anni '80 - Anni '90 ...
Beh... sta a te raccontarmi le enormi differenze che trovi... Io ne trovo poche, a parte la Rete, e quella non credo si possa ancora classificare tra le "istituzioni" del Sistema.
Il modo di vivere e' stato cambiato, ed e' stato cambiato per abbassare il livello culturale. Non e' stata una scelta libera ma vincolata a cio' che il sistema ha avuto bisogno di far affermare tra le popolazioni.

Cazzo, pensa a come sono stati ridotti i giovani in questo periodo storico, qui, in Italia:
con la massima affermazione della rete come mezzo culturale, il precariato sta devastando ogni possibilita' di costruirsi una propria esistenza. Un'esistenza che con i mezzi a disposizione di molti, potenzialmente ha infinite possibilita' di affermarsi.
Il precariato, costituito in gran parte dalla forza attiva del paese, e' annientato sotto i colpi dell'instabilita' sociale costruita ad Hoc per loro. Tutto il resto della popolazione e' troppo vecchia per constrastare il sistema, troppo giovane, troppo ricca (o abbastanza ricca) o troppo collusa.
Chi potrebbe usare i mezzi a disposizione per cambiare le cose non puo' perche' e' stato reso inerme dal bisogno quotidiano. Con loro, tutti coloro siano legati alle stesse speranze.

I giovanissimi sono riprogrammati facilmente da propaganda televisiva e moda (Modelli di omologazione formatisi proprio negli anni ottanta...) e se non stimolati dai loro cari, incastrati anche loro in questa societa' al ribasso culturale ma perche' con meno possibilita' di sfruttamento dei mezzi a disposizione, i giovani e giovanissimi cosi' rimangono, perche' costretti a scegliere tra un numero ridicolo (sia per quantita' che per qualita') di alternative.
Il fatto che potrebbero essere illimitate, queste alternative, ti dice niente sul "cui prodest"?

Ogni popolazione riconducibile ad uno stesso gruppo sociale ha il "suo" programma, stilato in un ottica di controllo (prevalentemente...).
Il controllo lo si fa con la cultura. Va da se' che, chi controlla su vasta scala, ha dalla sua la cultura, e sa benissimo che il suo nemico no.1 e' l'acculturamento di chi e' controllato.

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Non sostengo che ogni persona sia nel suo profondo forzatamente BUONA, sono convinto del fatto che la maggior parte lo sia:
altrimenti perche' affannarsi ad attuare una strategia di controllo cosi' aggressiva? Perche' mentire?
E' la "Menzogna" stessa che trovi ovunque (istituzionalmente e a livello globale) che mi "spiega" la sua essenza. Il suo scopo.
Ovvero, rendere "brutta" cio' che se fosse "bella" sarebbe unita e organizzata:
La Massa.
E' una delle lezioni piu' antiche sul controllo : Dividi Et Impera.

ciao

mc

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