Due osservazioni:
- "neanche i qui presenti"... parla per te.
- Io i miei ingredienti li sto pian pian cambiando. Cerchero' di fornire un brodino diverso a quelli a cui tengo e per quanto mi riguarda, questo risulta chiaro anche a loro. Se avessi ragione tu, non dovremmo nemmeno essere in grado di parlare di cambiamenti, o per lo meno, dovrei sentirmi a male ad affrontare queste argomentazione, e invece sto da dio...
Tu ammetti che e' difficile cambiare "gli ingredienti" del brodo in cui si e' immersi, percio' ammetti anche che sia possibile. Questo mi basta, visto che ammetti anche che ci sono interessi di potere (a cui pero' io non pongo i limiti di attuazione che poni tu) dietro questa condizione.
Se nella fattispecie si parla di TV e di cultura:
chi monopolizza la cultura non cambia nulla,
e quindi, non pone le basi culturali per la maggioranza della popolazione, basi necessarie per poter cambiare la propria formazione (in meglio).
Dietro questa inefficienza basilare c'e' il preciso scopo di rincoglionire le "masse"
per:
-evitarne l'organizzazione
-evitare che abbiano i mezzi per valutare cio' che chi governi o decida in rappresentanza e pretendere un altro tipo di gestione -favorire una omologazione -favorire la confusione che nutre paure, terrore e turbe comportamentali -mantenere il controllo
E' la confusione creata ovunque il vero nemico della mancanza etica che stiamo vivendo. Ed e' una confusione forzata.
Franco8
Citazione:Come fa un tifoso con un cervello a considerare "irrilevanti" società calcistiche e loro dirigenze !?
Secondo te, i genitori bigotti di una vittima di violenza sessuale perpretrata da un sacerdote perdono la propria fede religiosa?
Per il tifoso, quello con il cervello, e' sufficiente capire la propria "fede cieca" e valutarne le conseguenze. Dico che e' sufficiente capire che e' una debolezza...
Per cui se un milanista si ritrova a dover capire cosa sta accadendo al paese sotto i colpi del proprio presidente calcistico, quello che usa il cervello, divide le due cose e non condanna la squadra per cio' che fa il presidente. Non varia, quindi, la sua fede. Ma, ovviamente, non giustifica i misfatti dell'individuo in conseguenza della propria fede.
Molti altri lo fanno, purtroppo... chissa' se consciamente o inconsciamente... ...
La controprova, credo possa essere l'altissima attenzione che c'e' tra gli imprenditori e porci di ogni risma per le presidenze calcistiche.
Credo di poter affermare (quasi certamente) che e' fondamentalmente una questione di prestigio piu' che di guadagni per un proprietario avere la dirigenza di una squadra di calcio (non c'e' bisogno che elenchi i personaggi che confermano cio' che dico, no? .... ). Questo perche' trattasi piu' di una fede che di una passione o un semplice sport... e, ahime', lo sanno ...
Franco8
Citazione:Appunto... Confermi quanto dicevo . Vedi sopra.
Ciò che si manifesta nella società moderna è ... ciò che si manifesta nella società moderna.
Ma la "manifestazione" con cui la societa' si esprime, non "e' la societa' stessa"... e non e' nemmeno cio' che vorrebbe esprimere:
primo perche', la societa' parla attraverso la voce del "sistema" che dice solo cio' che fa comodo al sistema. Noi abbiamo solo la percezione della societa' che ci riguarda da vicino (ed e' su cio' che baso la mia osservazione, come suppongo Voi facciate per le vostre opinioni).
Secondo, perche' la "societa' che si manifesta" evolve in continuazione:
quella che si manifesta oggi e' diversa da quella di ieri, il che' sottointende, ancora una volta, che sono alcuni interessi particolari a scoraggiare quest'evoluzione, scoraggiandone la formazione culturale. Questo per evitarne l'evoluzione soddisfacendo le motivazioni di cui sopra....
Nel contesto in cui ci troviamo il bisogno e' di agire nel cuore della comunita' e va fatto "socialmente", non individuo per individuo.
L'individuo deve cambiare, certo, ma lo fa per se stesso. Lo fa per la societa' solo nella quantita' in cui egli e' in societa'.
La forma migliore per agire in societa' e' la forma di governo, se non accade (e quindi, non vi sono riscontri evolutivi in societa') e' colpa di quelle "istituzioni".
Un ultima cosa:
la crisi etica attuale non e' frutto di una scelta esistenziale dei piu', ma e' una pianificazione di intenti di pochi.
“Non ci si puo' deprimere per il "vuoto" altrui”
Mi ricorda la diatriba su il mito del buon selvaggio:
Sta meglio lui che non capisce un cazzo, o io che sono sensibilissimo?
Mi ricordo che mi risposi subito: "meglio soffrire, ma aver la facolta' di sentire... ".
Arturo,
parli della situazione sociale come se fossi preoccupato davvero di quello a cui la societa' e' orientata.
Ma perche' preoccuparsi visto che qualunque persona pensante ha i mezzi per poter andare nella direzione in cui vuole.
In quale modo si pensa che una societa' vuota possa influenzare le scelte di chi non e' proprio del tutto vuoto (e sto parlando di influenzarlo culturalmente e non attivamente, o con azioni repressive... socialmente parlando... se manda un plotone di manganellatori immagino sia abbastanza convincente un po' per tutti, "vuoti" o "pieni" che siano...)?
Il discorso verte sul fatto che a molti e' impedito, appositamente, di ottenere i mezzi di cui han bisogno per non lasciarsi influenzare.
Quello che sospetto e' che questa percezione sia falsa (e sostanzialmente una copertura) come altre mille relative alla realta' sociale in cui viviamo, inculcate a suon di media...
E non voglio diventare megafono di questa menzogna, veicolandone le argomentazioni... (come fa il Fini... non ho motivi di parlare di malafede, ovviamente... per ora ).
Quindi, ribadisco:
-citazione-
“Non ci si puo' deprimere per il "vuoto" altrui”
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