Re: La libertà

Inviato da  Paxtibi il 6/6/2007 13:36:15
E’ un’aggressione percepita, Pax, ed é una situazione assolutamente ordinaria nelle dinamiche di relazione. E produce effetti assolutamente concreti. E un sistema di accordi espliciti e dettagliati fra le parti che copra tutte le possibili casistiche dell’interazione sociale sarebbe ipotesi assurda.

Ma a noi non interessa la casistica delle aggressioni percepite, come non interesserebbe normalmente ad una qualsiasi compagnia di assicurazioni. Semmai, se la percezione erronea di essere stato aggredito porti a reazioni di vera aggressione, a quel punto sì che faremmo riferimento al principio di non aggressione.

Per rispondere a questa domanda temo sia necessario prima definire “libertà” in un contesto sociale, che è la finalità del 3D. Non mi pare che ci siamo ancora arrivati.

Io l'ho appena fatto, e ancora sto aspettando un'obiezione, una sola obiezione seria a ciò che ho scritto.

Non è inoltre certo sufficiente limitarsi a non violare (“non aggressione”) gli articoli di un eventuale patto, esplicito o implicito, ma bisogna, al fine di rendere la propria presenza “gradita”, fare di più, cioè instaurare rapporti positivamente coinvolgenti con il resto della comunità.

Vedo che se non altro sono riuscito a evocare nella tua immaginazione una società un po' migliore di quella a cui pensavi prima...
D'altra parte, non è che stiamo parlando di qualcosa di nuovo: questo è il normale comportamento degli uomini in una società, al di là del sistema vigente. Certo, poi c'è anche "la mamma che ammazza il figlioletto", "i vicini assassini", "il marito pazzo" etc., ma questi appunto fanno notizia perché ce ne sono altri milioni che non si comportano così, e nessuno di loro è scortato dalle forze dell'ordine fino in camera sua.

Tutto ciò richiede uno sforzo volontario di autolimitazione e di impegno attivo verso le aspettative degli altri che ritengo potrebbe, nella sensibilità corrente, essere considerato lesivo della libertà personale (è una mia impressione e mi piacerebbe sapere cosa ne pensa qualcun altro).

Socializzare, mi pare, è un'attività piacevole. Talvolta no, ma sono i casi in cui uno lo fa per tornaconto personale, liberamente, quindi...

Qui vale la considerazione di poco fa sull’improponibilità di un “sistema di accordi espliciti e dettagliati...”.

Per quanto riguarda le "aggressioni percepite" sì, ma era una tua invenzione in ogni caso. Mentre non credo avrai obiezioni sulla semplicità dell'avere un codice che raccolga tutte le varie possibili infrazioni al principio di non aggressione, è una cosa che è sempre esistita, in fondo.

Però accolgo la tua accettazione di organi come catasto e tribunale che quindi immagino secondo te non contrastino con la libertà degli individui.

Come tutto ciò che è espressione di un mutuo accordo tra le parti.

Pax. Semplicemente avevo capito da quanto scrivevi che il principio di “non aggressione” fosse da te inteso in forma limitata al “non attentare alla vita altrui e a rispettarne la proprietà” o poco di più e che lo ritenessi sufficiente a regolare esaustivamente la vita sociale;

Il codice penale non serve a regolare la vita sociale – perché mai dovremmo poi "regolare la vita sociale"? – ma a facilitarne lo svolgimento. Per far ciò deve però essere il più possibile obiettivo: occuparsi di una cosa tanto soggettiva quale è la percezione degli individui è un controsenso.

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