Re: Distributori automatici sigarette

Inviato da  florizel il 19/5/2007 12:31:24
Citazione:
che ne pensate invece dei miei sospetti sull'utilizzo dei dati?


Ne accennavo nel post precedente: è probabile che si stia cercando di introdurre un criterio di indagine di mercato basata sul "divieto", o sulla "restrizione".
Se dalle 7 alle 21 il distributore emette sigarette solo utilizzando le tessere, erogandone evidentemente ai maggiori di anni 16, è presumibile che su questo target di acquirenti, che si suppone già "avviato" all'uso del tabacco, si svolgano indagini di mercato tese a comparare la "tenuta" delle varie marche di sigarette.

Indagini che tengono conto dell'età, del sesso, e della frequenza di acquisto. Sull'altra fetta di "consumatori", i minori di anni 16, il mercato del tabacco si assicura la vendita del prodotto attraverso il "divieto": è una strategia di mercato vietare qualcosa, o renderla "irraggiungibile" in quanto "status sociale" o "culturale" per garantirsene la vendita e la diffusione, a mio avviso.

Ed è indubbia l'affermazione di una tendenza al "controllo" che procede parallelamente al "consumo", e che si serve di esso, appunto.
Pensiamo un attimo a quanti pagamenti GIA' avvengono su scala mondiale con l'uso del bancomat o della carta di credito, che forniscono dati facilmente rintracciabili.
Ovviamente, se non si fosse trovato un "pretesto" plausibile per imporre l'uso delle tessere (in questo caso il divieto dell'uso del tabacco ai giovanissimi) è probabile che il provvedimento sarebbe risultato ancor meno "gradito" di quanto non lo sia già.

Volendo tentare un'analisi più approfondita, non si può negare che il consumo stesso è di per sè una forma di "controllo" (e non parlo solo delle sigarette, ovviamente) da quando con esso si identificano le aspirazioni degli individui.
Sarebbe utile da questo punto di vista capire da quando, se e come, il consumo si è trasformato da strumento del "essere" per "possedere" al suo contrario: "possedere", "acquistare", "consumare" per "essere".
Mi riferisco, ovviamente, al consumo che segue le regole ed i criteri della società attuale, e non al "consumo" di per sè.

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