Re: Eutanasia

Inviato da  spinox il 23/12/2006 19:43:07
la prendo un po' alla lontana:

bisogna anche riflettere sulla differenza tra professione e mestiere.
nei mestieri, e' il cliente ad avere ragione. se vai dal pizzicagnolo e chiedi il prosciutto crudo, e quello ti incarta il cotto perche' a suo avviso e' piu' buono, tu giustamente ti incazzi. tra te e lui, hai ragione te.
nelle professioni, e' il professionista ad avere ragione. se chiedi ad un ingegnere di costruirti una casa con le fette biscottate, quello non te la costruisce perche' sa che alla prima pioggia il tetto ti casca in testa. tra te e lui, ha ragione lui.
il fornaio una casa fatta di fette biscottate te la puo' fare, basta pagare.

tutto cio' per dire:
in che misura il mio medico deve fare cio' che io ritengo il meglio per me?
la domanda e' questa.

poi un paio di precisazioni:
penso sia corretto usare il termine "eutanasia" solo per i malati terminali ed in tutti i casi in cui la prognosi e' chiara e l'aspettiva di vita residua e' ben definita.
non ho letto la cartella clinica ma, nel caso di welby, la prognosi mi sembra fosse chiara, mentre l'aspettativa di vita residua no.
quindi non e' stata eutanasia.
l'eutanasia, quella vera, si pratica tutti i giorni nelle corsie degli ospedali, ad esempio quando si decide di non intraprendere (o di sospendere) un massaggio cardiaco.

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