Re: Genova. 5 anni dopo. Quale verità per piazza Alimonda?

Inviato da  Piero79 il 30/11/2006 0:36:13
Citazione:
Non dice niente di più di quello che ha sempre detto...


è vero, Pausania.


Ecco le dichiarazioni precedenti ai media di Placanica:

1. nell'intervista rilasciata al TG5 "Terra" il 26.5.2002 (acquisita in atti). ?L'indagato questa volta precisa che "volev(a) allontanare la gente", che "non volev(a) ferire nessuno, non volev(a) sparare, non avre(bbe) voluto…..". [...] Afferma di aver cercato "di sparare in aria, per questo dico che non mi sono accorto che c'era Carlo Giuliani dietro la macchina. Ho tentato di sparare in aria" [...]. "anche se quei colpi li ho sparati, non ho mirato".


2. In data 20.7.02 è apparso un articolo sul "CORRIERE DELLA SERA" che riporta una intervista al TG1 del 19.07.2002, nella quale il carabiniere afferma: "non mi rendo conto se sono stato io, perché ho sparato in aria, non ho sparato contro persone … davanti a me non c'era nessuno, non c'era Carlo Giuliani. Spero che si farà luce su questa questione".

In pari data, sul quotidiano LA STAMPA, il Placanica dichiara di aver sparato in aria e che "difficilmente avrei colpito Giuliani … non so neanche sparare, nelle esercitazioni al Poligono di tiro sono scarso". [...]
"C'era una gran confusione. Si sentivano botti da tante parti. Con questo non accuso nessuno: ma non sono stato il solo a sparare. Potrei non essere stato io. Se non sono stati i miei due colpi ad uccidere Giuliani, allora mi hanno fatto vivere un anno terribile senza che lo meritassi".


3. su "L'UNITÀ" del 20 luglio 2002 Placanica dichiara di non rendersi conto se è stato lui a sparare, perché lui "h(a) sparato in aria, non h(a) sparato contro persone".


4. su "LA REPUBBLICA" del 21 luglio 2002 il carabiniere afferma di non voler "pagare per colpe che non sono mie. Non so neppure se sono stato io …. adesso posso solo confermare di avere sparato in aria. Sono sicuro di questo … però secondo me c'è un mistero: tutte quelle pietre che deviano proiettili, corpi metallici, non si capisce niente".

Sul "CORRIERE DELLA SERA" dello stesso giorno è ancora più esplicito: "a volte ho la sensazione di essere stato usato per coprire responsabilità più grandi delle mie, ma adesso non ci sto più …. anzi, non credo di essere stato io ad uccidere Carlo Giuliani…la verità è che io non ho mai avuto un ricordo nitido di quei fatti. Ma in piazza Alimonda quel giorno è successo qualcosa di strano, mi hanno lasciato solo …".




Nell'intervista di oggi, oltre agli immondi allegri coretti del solito battaglione che si è distinto nel solito Corno d'Africa («Mi chiamavano il killer. I colleghi hanno fatto festa, mi hanno regalato un basco dei Tuscania, "benvenuto tra gli assassini" mi hanno detto»), Placanica aggiunge la descrizione dei 5 anni di torture psicologiche cui l'ha sottoposto lo Stato ("Mi hanno mandato dalla dottoressa Vittorina Palazzo. Secondo me avevano già deciso di congedarmi. Con la dottoressa ci eravamo già visti a Villa Bianca. Io ero andato perché prendevo delle gocce per dormire. Lei invece, senza visitarmi, mi ha fatto prendere l'Aldol. Dormivo venti ore al giorno, mi ha rovinato, non me lo doveva dare.")


Citazione:
Intanto, Placanica ha detto il minimo indispensabile, a sua discolpa e a chiarimento della tragedia



verissimo, Florizel. Placanica continua a ripetere che sul defender c'erano lui, Cavataio, carabiniere in ferma biennale e, Raffone, un ausiliario seduto dietro insieme a lui.

Nessun accenno all'ufficiale che stanno "proteggendo" da anni...
quella dello sparo arrivato dall'esterno per me è un altro tentativo di depistaggio-insabbiamento. Le foto parlano chiaro: la pistola che spara è rivolta ad altezza uomo e mira su Carlo; Placanica non è colui che spara . L'assassino era sul defender e non era Raffone ma qualcuno più "importante"...

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