Lettera aperta a Maurizio Blondet

Inviato da  vernavideo il 2/5/2007 12:31:31
Stanco dei toni razzisti che traspaiono da molti articoli curati da Maurizio Blondet nel suo sito fdf, ho deciso di rispondere, con un' e-mail firmata, al suo ultimo articolo, "Il primo maggio lo celebrano i latifondisti" di cui peraltro condivido molte delle sue argomentazioni.

Ho ovviamente avvertito il sig. Blondet che avrei aperto una discussione negli spazi del forum di luogocomune, anche se ritengo improbabile che il sig. Blondet possa partecipare a questa discussione.

Questo il testo della mia lettera:

Egregio Dott. Blondet,

Prendo spunto dal suo ultimo articolo "Il primo maggio lo celebrano i latifondisti" per manifestare il mio disappunto su alcuni temi da lei spesso sollevati.

Premetto che leggo sempre volentieri i suoi articoli e apprezzo molto le citazioni delle fonti delle sue notizie, sempre diligentemente riportate a pie' di pagina.

Quello che assolutamente non apprezzo, e anzi mi causa non poco disturbo nel leggerlo, sono il velato razzismo che traspare dai suoi scritti e una certa morbosita' nei confronti del sesso e delle sue espressioni.

Ma andiamo con ordine. <<Ci pensino questi a vedersela con le zingare feroci, le prostitute rumene, le triadi cinesi, i rapinatori albanesi o venezuelani.
Tanto, lorsignori mica rischiano l'ombrellata assassina del delinquente extracomunitario.>>

Non credo di svelarle un grande segreto dicendole che esistono anche (e sopratutto) delinquenti italianissimi (i piu' feroci, e su questo credo che siamo d'accordo, nascosti all' interno della classe dirigente italiana degli ultimi 50 anni).
Perche' quindi operare questa distinzione tra delinquenti italiani e "extracomunitari" come li chiama lei, quasi a voler dimostrare che tutti gli "extracomunitari" sono cattivi e gli Italiani tutte sante persone perseguitate dagli "extracomunitari" (la classe dirigente, nonostante il passaporto, evidentemente e' da considerarsi razza aliena).

Vivo da molti anni in un paese molto piccolo (il Lussemburgo), ma caratterizzato da una popolazione estremamente etereogenea, dove i Lussemburghesi costituiscono solo il 30% della popolazione. Secondo il suo metro di giudizio, questo paese perverso (e' si', ci sono molte coppie miste) dovrebbe essere un paese degenerato, sull'orlo della bancarotta economica e morale, e invece e' il primo paese per reddito pro capite, pil per abitante eccetera eccetera. I delitti (sopratutto quelli a sfondo sessuale) restano confinati nelle aeree rurali, quelle piu' restie al salutare interscambio genetico e culturale. Chiese, moschee e sinagoghe convivono pacificamente nel pur ristretto territorio.

Ho parlato del Lussemburgo, ma avrei potuto citare qualunque agglomerato umano caratterizzato da diversita' razziali e culturali. Credo che lei sappia benissimo che nel corso della storia tutta, lo sviluppo sociale ed economico maggiore si e' sempre manifestato sopratutto in quelle popolazioni piu' aperte all interscambio, mentre, guarda caso, il declino si e' sempre avverato in conicidenza di "chiusure" al diverso e allo "straniero".
Immagino gia' una sua possibile battuta: "allora l'Italia dovrebbe essere ai vertici delle classifiche economiche", invece no, perche?
Perche, giustappunto, in italia, gli "extracomunitari" non sono integrati.
Grazie a idee populiste (e anche un po' anticristiane) come quelle che traspaiono dai suoi scritti, la maggiorparte degli "extracomunitari" vivono confinati in veri e propri ghetti, l'interscambio culturale e genetico e' ostaggiato da un clima di "caccia allo straniero". In queste condizioni, non dobbiamo sorprenderci se si creano delle sacche d'illegalita e violenza.

<<"Ci ripetono che anche noi siamo stati emigranti: ma i nostri emigranti, in USA e in Australia, mica trovavano la Caritas né l'INPS, né l'assistenza sanitaria gratuita, a spese della popolazione locale.">>

Mi sfugge il senso del ragionamento: visto che siamo stati trattati ingiustamente, adesso dobbiamo vendicarci? non mi sembra una presa di posizione molto cristiana, ma una che al contrario contribisce a creare quel clima di intolleranza di cui ho scritto sopra.

<<"....ci portano immigrati pieni di figli a pesare sul nostro sistema sanitario clientelare e che non basta nemmeno per noi".>>

Qui' invece, il razzismo non e' piu' neanche tanto velato.
Non sono proprio gli immigrati infatti <<"A raccogliere i pomodori e le fragole">> e a svolgere tutti quei lavori che gli italiani non vogliono piu' fare.
Lei stesso ci ricorda che dalle pompe di benzina all'assistenza agli anziani, quasi tutti i lavori "degradanti" (come se un lavoro possa essere definito tale) sono svolti da "extracomunitari".

In altre parole, lei considera queste persone alla stregua di schiavi o sub-umani che non meritano certo lussi come la copertura previdenziale e pensionistica, E' gia troppo la diaria che percepiscono per fare quei lavori che nessun Italiano vuole piu' fare, quando, a rigor di logica, seguendo il suo ragionamento, sono sopratutto loro a meritarsi una assistenza sanitaria degna di questo nome.

Ma poi, siamo proprio sicuri che di questo si tratta'?, che gli Italiani siano diventati "allegici" a certe tipologie di lavoro?

Non sara' invece che per fare questi lavori, gli italiani dovrebbero mettersi in concorrenza con gli stipendi che percepiscono i lavoratori "extracomunitari"?

<<"E nascondono, a loro e a noi, il fatto che i lavoratori marginali sono, spesso, i piccoli artigiani e commercianti, le partite IVA, i lavoratori in proprio che - giustamente - non votano per Bertinotti né per Prodi; e che quindi sono trattati come i comunisti trattavano i «nemici di classe», bollati di evasione, criminalizzati.">>

Lungi da me fare di tutta l'erba un fascio, e riconoscendo anzi una situazione drammatica di gran parte del "popolo della partita iva", ma chi e' che assume gli extracomunitari" per un tozzo di pane al giorno se non proprio piccoli proprietari terrieri, artigiani e commercianti, che con grande nonchalance, si approfitttano della drammatica situazione di alcune aree del mondo per attingere a mano d'opera a costi bassissimi. Magari sono le stesse persone che con grande ipocrisia lanciano anatemi e strali contro gli emigrati e la loro diversa cultura.

E come mai la stragrande maggioranza di loro dichiarano un reddito di 800 Euro al mese o inferiore?
Ripeto, non puo' assolutamente essere un discorso generalizzato, sarebbe fin troppo facile fare del populismo, ma un controllo incrociato con il censimento dei natanti da diporto potrebbe riservare qualche sorpresa.

Distinti Saluti,

(Lettera Firmata)


Ciao,
Stefano

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