Re: Esperimenti sui "nuclei inconsci"

Inviato da  Intilla il 6/2/2007 11:31:41
"La meditazione produce degli stati non ordinari di coscienza,che a loro volta stabiliscono (fissano),attraverso il fenomeno della retrocausalità, determinati percorsi di vita dai quali alla fin fine non possiamo più “sottrarci”, poiché si “cristallizzano” a livello inconscio, stabilendo delle “regole” a noi ignote, che siamo “costretti” a seguire fino alla fine della nostra esistenza terrena."

Questo è indubbiamente uno di quei concetti che necessitano ulteriori chiarimenti e approfondimenti,affinchè perda quel velo di ambiguità in cui è avvolto.La prima cosa che occorre fare,è stabilire una base sulla quale costruire poi tutte le rispettive ipotesi-teorie sul tema in questione;ovvero: la meditazione e i suoi "rapporti" con la Realtà.Tale base,la potremmo improntare su una di queste due possibilità, che da tempo immemorabile fanno discutere l'uomo in seno al concetto di Libero Arbitrio;ovvero: Determinismo o Indeterminismo? La mia risposta quindi è la seguente: Determinismo (...nulla succede per caso,ma proprio nulla).
[Per un approfondimento in "chiave fisica":
http://www.riflessioni.it/forum/showthread.php3?t=9835 ]
Stabilito questo assunto di partenza,possiamo quindi andare oltre...
Adottando il concetto di Determinismo,qualsiasi “modello” di “volontà soggettiva” volessimo adottare per “spiegare” l’atto in sé della meditazione, non avrebbe alcun senso (in un contesto appunto di “oggettività forte”). La “strada maestra” che qualsiasi individuo percorre nella propria esistenza terrena è una sola,ma con infinite e potenziali diramazioni che a loro volta possono condurre, o completamente “fuori rotta” per poi difficilmente rientrare sulla “strada maestra”,oppure su “strade parallele” che in ogni caso alla fine portano ad una destinazione predefinita. Il punto di arrivo è quindi sempre ed esclusivamente uno solo (e per ogni essere umano vi è un punto d’arrivo diverso, ovvero un determinato “traguardo evolutivo” che potrà affinarsi solo col tempo,ossia col susseguirsi di altre vite). Il perché quindi,alcune persone siano più predisposte rispetto a molte altre, ad entrare facilmente in determinati stati non ordinari di coscienza (meditazione), non ci è dato saperlo (visto che nel contesto di un’ “oggettività forte”,parlare di volontà soggettiva,scelte consapevoli e libero arbitrio,non ha alcun senso).
L’unica accezione in cui possiamo intendere la seguente affermazione,ossia:
“La meditazione altera la realtà”,è la seguente:
Liberare la mente da tutte le “informazioni superflue” che ci circondano (meditare),non significa quindi aprire un varco verso altre “strade maestre”, ma semplicemente eliminare tutte quelle “diramazioni” che portano in zone “pericolose” per la nostra salute-incolumità (e oltretutto poco “istruttive”), per fissare, attraverso il fenomeno della retrocausalità, uno “schema” di molteplici (ma non infinite) “diramazioni positive” (consone alla nostra natura),attraverso le quali possiamo tranquillamente “inoltrarci” ,intuendone,grazie alla retrocausalità, tutti i “benefici”.
Con la meditazione quindi, fissiamo dei parametri a livello inconscio, che ci consentiranno per tutta la vita, di inoltrarci attraverso innumerevoli “diramazioni positive”, di cui ne possiamo intuire a priori tutta la loro importanza in relazione al nostro “senso della vita” (che ovviamente varia da individuo a individuo).

Fausto Intilla
www.oloscience.com

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