Re: i vicini di casa

Inviato da  Pispax il 11/5/2010 19:55:23
baciccio ha scritto:
Citazione:
@ Pispax
Per tagliare corto, tu tra gli ateniesi e i Meli, hai scelto di stare con gli ateniesi, d’accordo, è una posizione realistica. Stai con i più forti.


1) non capisco che vantaggio ne avrei a stare "con i più forti".
Pensi che la mia sia una posizione opportunistica?

2) E' abbastanza buffo notare che io in questa questione non sto con gli israeliani
L'ho anche detto alcune volte.
(Poi ho smesso, per gli stessi motivi per cui ho consigliato anche a Notturno di smetterla)

Di sicuro sto CONTRO l'enorme cumulo di cazzate che vengono portate solo a fini propagandistici.
Io penso che gli israeliani siano abbondantemente condannabili per le cose che hanno fatto, che stanno facendo e che probabilmente continueranno a fare.
Si vede che a qualcun altro invece tutto questo sembra TROPPO POCO, e allora s'inventa minchiate per rialzare il piatto.
Neanche 'accorge che tutto questo è controproducente proprio per la causa che sostiene - sempre ammesso e non concesso che questa causa sia davvero la difesa del popolo palestinese.

Poi si sa come vanno le cose: visto che non sei con me, allora sei contro di me.
Ed eccomi improvvisamente diventato uno che sta "con i più forti", o un filosionista sfegatato.

Wow.






Citazione:
Ma ti chiedo, che condizioni dovrebbero accettare i palestinesi per non fare la fine dei Meli? ammesso e non concesso, che condizioni possano essere loro poste?


Non è un vae victis. I tempi delle "condizioni" unilaterali sono passati da qualche decennio.

Credo che dovrebbero semplicemente imparare a vivere da vicini.
Nessuno pretende la lingua in bocca.
E' irrealistico pretendere come condizione la cancellazione dello Stato d'Israele; è disumano immaginare che la cosa finisca per la pura estinzione fisica dei Palestinesi.

Ad oggi questa semplice cosa è irrealizzabile.
I palestinesi continuano a lottare per estirpare Israele, gli israeliani sfruttano questa cosa per premere il tallone sempre più forte.


Il passo iniziale è vago: dare segni di buona volontà reciproca, che conducano a un negoziato facile, che conduca a un esito positivo, che venga persino rispettato, che il rispetto di questi accordi conduca ad altri negoziati, che abbiano successo anch'essi e che vengano incredibilmente rispettati pure loro. Piano piano questo potrebbe condurre alla pace.


Coi "se" e con i "ma" non si fa la storia. Però oggi è innegabile la constatazione che se le autorità Palestinesi avessero negoziato già nel 1925 con gli ebrei e con gli inglesi delle soluzioni durature si sarebbero evitati un numero incredibilmente alto di morti, dai moti del 1929 alla guerra del 1973, oltre ovviamente al problema dei profughi palestinesi.
Invece IL leader palestinese dell'epoca, al-Husayni, si trincerò ostinatamente dietro al rifiuto anche quando era palese che le condizioni stavano diventando insostenibili.
A quanto sembra gli altri leaders arabi sarebbero stati ben felici se l'ONU o gli USA li avessero "costretti" con la "violenza" ad accettare la risoluzione dell'ONU, Abdullah in testa.

Parafrasando edo, l'uomo sbagliato al posto giusto può causare disastri inimmaginabili.




Però è curioso comunque notare che quando qualche leader mediorientale fa dei passi avanti in direzione della pace, dopo poco tempo "casualmente" venga assassinato.
Da Sadat in poi.

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