Re: i vicini di casa

Inviato da  Notturno il 1/5/2010 9:26:40
Citazione:


SHM ha scritto:
N.B.

Per il fatto della lingua anziché Dante potrei benissimo elencarti alcuni esponenti della scuola siciliana, presenti con un volgare dal quale riprenderà successivamente lo stesso Dante, quasi un secolo prima di lui, che il senso non cambierebbe, senza poi star troppo a voler ricordare che il Regno delle Due Sicilie rientrerà esso stesso nelle mire dell’unificazione…

Per curiosità che intendi scrivendo:

“per quanto concerne la lingua, poi, il Dante che citi non era "patrimonio comune" del popolo italiano.”

Di chi era patrimonio esclusivo Dante?!


Di chi lo capiva.

E lo capiva chi poteva leggerlo (escludendosi, così, la grandissima massa degli analfabeti) o chi si affidava alla tradizione orale mnemonica (come accade ancor oggi in toscana, in cui vaste schiere di gente del popolo imparano a memoria enormi parti della Commedia, come Benigni racconta spesso).

Ma il popolo italiano, come “unicum” e come utilizzatore e creatore di una lingua comune non solo non esisteva a tempo di Dante, ma non è esistito per molti secoli a venire e di sicuro non era esistente (come POPOLO) al momento dell'unificazione dell'Italia.

In quel periodo l'analfabetismo riguardava la quasi totalità dei ceti bassi e grandissima parte di quelli medi.

Solo le élites sapevano leggere e scrivere, ma quelle, lo sappiamo, non costituiscono il “popolo”.

Il fatto, che tu giustamente ricordi, che Dante abbia fatto riferimento alla Scuola Siciliana e al volgare lì usato, non risolve il problema della titolarità di Dante rispetto a un Popolo, perché anche la Scuola Siciliana era un'élite.

Come dicevo prima, fino alla prima guerra mondiale (ma anche successivamente, in misura sempre inferiore) l'italiano era talmente poco comune che i comandanti dei reparti in uso nella I GM rappresentavano le disastrose conseguenze dell'impossibilità, per un milanese, di farsi capire dal commilitone lucano o calabrese o siciliano.

Ecco perché Dante non può essere considerato un “patrimonio comune” di QUEL “popolo italiano” dell'800.

Lo è divenuto successivamente (e anche io godo della sua arte), con la scolarizzazione di massa.

L'italiano, come lingua comune, invece, lo dobbiamo in massima parte alla TV.

Ma stiamo parlando di molti anni dopo l'unificazione dell'Italia.

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