"La Sla in riva al Lago". Cinque casi solo a Como

Inviato da  wireless il 29/11/2008 19:36:02
Ieri sera su vari canali sport di Sky è andato in onda uno speciale sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica, la grave malattia degenerativa del sistema nervoso.

Studi medici hanno constatato che il rischio SLA per i giocatori di calcio è oltre sei volte superiore alla media nazionale. Nello speciale si evidenzia un ulteriore dato allarmante: nella sola città di Como, sono stati accertati ben cinque casi di SLA. Tra questi, Pierluigi Corno, Celestino Meroni, Adriano Lombardi, Albano Canazza e Stefano Borgonovo, l’ex calciatore di Milan, Como e Fiorentina, che a fine agosto rivelò la sua condizione in esclusiva a Sky Sport24.Nello speciale “La SLA in riva al lago”, curato da Giorgia De Benetti, si cercherà di fare chiarezza sulle cause di una malattia ancora tutta da capire. Si partirà dallo Stadio Sinigaglia di Como, per conoscere elementi tuttora oggetto di analisi, e non mancheranno interviste e testimonianze esclusive.

Tra queste, quella del Procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello: “Con i nostri esperti abbiamo fatto delle ipotesi, su cui stiamo lavorando. Stiamo analizzando l’utilizzo di determinati prodotti per mantenere il verde dei campi. Abbiamo scoperto di recente che i prati vengono addirittura verniciati”. Enrico Braglia, ex portiere del Como, ora Assessore allo sport di Cernobbio, ha invece rivelato: “Si da’ la colpa ai fertilizzanti dei campi di calcio, però il fatto che il portiere, che è il ruolo che è più a contatto con l’erba, non abbia ancora contratto la SLA, mi lascia alquanto perplesso”.

http://sport.sky.it/sport/calcio_italiano/2008/11/28/sla_in_riva_al_lago_skysport24.html


(AGI/ITALPRESS) - Milano, 28 nov. - "Oltre all'abuso di farmaci, ho subito anche il doping, perche' secondo me questo e' il verbo giusto: subire". A parlare e' l'ex giocatore Carlo Petrini a Sky Sport24, in un'intervista esclusiva rilasciata a Giorgia De Benetti per "La SLA in riva al lago", lo speciale sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica, la grave malattia che a Como ha colpito ben cinque calciatori, tra cui Stefano Borgonovo. "Il primo allenatore che mi ha fatto capire che nel calcio bisogna essere aiutati da farmaci e' stato Giorgio Ghezzi. Lui, addirittura, si faceva le punture su se' stesso, vedeva gli effetti che avevano su di lui, per poi farle a noi.
Era il 1967. La prima volta che successe, arrivarono negli spogliatoi il medico, il massaggiatore e l'allenatore. Il medico aveva in mano un bottiglino, simile a una bottiglietta di Orangina che aveva un tappo rosso, morbido. Ai miei tempi, le siringhe usa e getta non esistevano, c'erano grosse siringhe di vetro che si facevano bollire in scatoline d'acciaio insieme all'ago. Quel giorno, quell'ago entro' cinque volte in quel tappo rosso e in cinque sederi diversi, senza essere mai cambiato. Quando entrammo in campo ci rendemmo conto di quello che ci avevano dato, perche' quel giorno potevamo morirci su quel terreno: correre, saltare, cadere, presentarsi davanti al portiere, avere la mente lucida e ripartire senza avere mai il fiatone, avevi una forza in corpo che era inimmaginabile in altri momenti". "Mi ricordo, durante la partita, che una leggera bava verde usciva dalla bocca e dovevi togliertela dalle labbra per poter respirare correttamente - continua Petrini - Alla fine della partita, quando pensavi che tutto fosse finito, non era finito un bel niente, perche' avevi ancora tanta forza in corpo che non riuscivi a stare fermo. Un altro effetto di quella roba era che la lingua si gonfiava da non tenerla quasi in bocca, dovevi stare con la bocca aperta.
Poi, verso le 3-4 di notte, quando finalmente la fatica ti dava l'ultimo tocco, ti addormentavi dove ti trovavi. Nessuno si e' preoccupato di sapere che queste cose avrebbero potuto causare dei danni irrimediabili alla nostra salute. Purtroppo, quando hai 20 anni, pensi sempre di essere un immortale, che niente ti fara' male e accettavi tutto senza discutere o contestare.
Tutti i giorni c'erano iniezioni da fare, vedevo addirittura i miei compagni che se le facevano da soli, perche' magari non si fidavano del massaggiatore. Sono stati proprio dei periodi in cui gli aiuti erano quasi normali. Se potessi tornare indietro, non fare piu' il calciatore? No, perche' adesso sarebbe ipocrita dire non lo farei piu'. L'unica cosa che dovrei sperare e' che nel momento, com'e' successo, che ci hanno dato questa roba, ci dicessero: 'Guardate ragazzi la situazione e' questa: se prendete questa roba potrebbe succedere che fra 30 anni vi accada qualcosa". Allora, probabilmente, non l'avrei presa.
http://www.agi.it/sport/calcio/notizie/200811282020-spr-rom1232-art.html

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