Re: La gravità è più forte allequatore, ma pare ci sia molta confusione a riguardo

Inviato da  mirco il 29/10/2014 6:57:26
MICHELSON NEL 1924 FECE UN ESPERIMENTO CHE CONFERMAVA LA PRESENZA DELL'ETERE..MA E' STATO RIDICOLIZZATO.. DOPO CHE AVEVA PRESO IL NOBEL PER IL PRIMO ESPERIMENTO..


Gustave Plaisant racconta come segue: «Il secondo esperimento di Michelson è basato sullo stesso principio di interferenza di fasci di raggi luminosi animati da velocità longitudinali differenti, ma l'apparecchio differisce totalmente dal precedente. Michelson l'aveva immaginato anche nel 1880, ma, cosa curiosa che interessa coloro che vorrebbero scavare il fondo della relatività, esso non fu realizzato che nel 1924. Al contrario del primo, questo mette in evidenza, fin dalle prime prove, ciò che gli si chiedeva, cioè la velocità del movimento diurno... Nel primo esperimento, la velocità che si cercava di determinare, quella della terra attorno al sole, non era, insomma, che un'ipotesi, giacché non esiste nessun esperimento di fisica dimostrante il movimento della terra attorno al sole. Al contrario, nel secondo, la velocità del movimento diurno è perfettamente conosciuta in anticipo: è di un giro al giorno, cioè, in un punto dell'equatore terrestre, di 40.000 km in 24 ore, ossia di 463 metri al secondo. Man mano che ci si avvicina al polo Nord, questa velocità diminuisce, come pure la lunghezza di ciascun parallelo, come il raggio di questo parallelo, proporzionalmente al coseno della latitudine... Devo spiegare perché si è potuto costruire un apparecchio indicante al primo colpo questa debole velocità. E' che il primo apparecchio deve potere girare attorno a un asse verticale, il che limita molto in fretta le sue dimensioni e di conseguenza le sue possibilità. Il secondo, al contrario, può essere istallato a posto fisso e ricevere le dimensioni sufficienti per svelare debolissime velocità. Andando verso il nord, la velocità del movimento diurno diminuisce di 10 o 11 centimetri per miglio marino (1852 m).

Se dunque si costruisce un lungo rettangolo i cui lati maggiori sono orientati da est a ovest e distanti, per esempio, 300 metri, i grandi lati saranno sottomessi a delle velocità longitudinali differenti. La differenza di queste velocità è evidentemente debole, ma si può allungare questi lati quanto basta per misurare questa debole differenza. L'apparecchio si componeva di una canalizzazione rettangolare di 30 cm di diametro, in forma di rettangolo di 603 m su 334.

Il percorso dei raggi luminosi circolanti nei due sensi, con l'aiuto di specchi inclinati posti agli angoli del rettangolo, era dunque di 1200 m circa... Si capisce dunque che l'apparecchio permetteva di verificare con sicurezza la velocità del movimento diurno. ... Questo esperimento viene dunque a confermare l'esistenza del movimento diurno come l'esperimento del pendolo di Foucault o come le proprietà dei giroscopi. Ma l'interesse del secondo esperimento di Michelson per ciò che ci occupa attualmente, è che esso permette di scartare la sola spiegazione che la scienza classica potrebbe dare del risultato negativo del primo esperimento. Essa potrebbe sostenere che l'etere è trascinato dalla terra in movimento; ma adesso si può affermare che, se esistesse, il trascinamento avrebbe luogo tanto nella rotazione che nella traslazione (rivoluzione intorno al Sole); ora, il secondo esperimento prova che l'etere non è trascinato dalla rotazione» (20). Giacché bisognerà allora ben concludere che, se lo stesso apparecchio registra la rotazione della terra su se stessa e non segnala nessun suo spostamento attorno al sole, è perché il secondo movimento non esiste (21).

«Misurando con un procedimento ottico la rotazione diurna della terra l'esperimento del 1924 provava non solo che la velocità della terra e la velocità della luce si compongono, ma anche che l'etere esiste bello e buono. La validità scientifica dell'esperimento del 1887 era così confermata: se il movimento supposto di gravitazione attorno al sole della terra non aveva potuto essere messo in evidenza, è perché non esisteva. Questo secondo esperimento è rimasto poco conosciuto, forse perché non se ne misurarono allora tutte le implicazioni. Siccome la teoria di Einstein era stata largamente accettata nel mondo scientifico, un esperimento che suggeriva che uno dei postulati della relatività ristretta era falso non poteva essere preso sul serio: ma esso provava anche che la velocità della terra attorno al suo asse era conforme al calcolo teorico, e per gli sperimentatori interessati, questo risultato sembrava sufficiente. Affermare dunque che la terra non si sposta, non è il frutto di speculazioni astratte, ma il risultato di un fatto osservabile sperimentalmente» (22).

Michelson, che era un premio Nobel per la fisica, fu relegato in un articoletto del «The astrophisical journal» che pochi lessero e ancora meno compresero. Quei pochi che lo compresero si guardarono bene dal tirarne le conseguenze. Ormai la teoria della relatività (23) dilagava e anche a volerla fermare era inarrestabile.

Come racconta H. Bouassé (24) «I periodici sono pieni delle foto di Einstein, le belle donne fanno coda per vederlo, egli chiude delle tournèes come un'attrice, e ci si batte pro o contro. Evidentemente, come si dice a Tolosa, c'è qualcosa di più o di meno!».

Ora a dei fatti incontrovertibili si contrappone una teoria filosofica, una sorta di bizzarro misticismo, quasi una nuova religione di cui Einstein è il profeta (25).

Quando quei fatti sono troppo duri si risponde con l'ostracismo se non con la rimozione: chi ricorda oggi il secondo esperimento di Michelson (26), ripeto ancora, premio Nobel e non una nullità? Forse solo degli specialisti. Le enciclopedie, a partire dalla Treccani no, e nemmeno i manuali in uso nelle scuole e nelle università.

Rinvio alla bibliografia, in particolare all'opera di F. Crombette, per gli eventuali approfondimenti e dove le presunte prove invocate da Einstein e dai suoi seguaci in appoggio alle sue concezioni sono dimostrate inesistenti e dove viene spiegato come fa il Sole a girare attorno alla Terra.

Alfonso Marzocco

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