Re: L'ing. Keshe sta facendo il possibile...

Inviato da  Lord9600XT il 9/2/2013 18:30:52
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fefochip ha scritto:
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Lord9600XT ha scritto:
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fefochip ha scritto:

la fisica quantistica appunto ha dimostrato che l'osservatore(quindi in qualche modo la nostra volontà) non è una variabile asettica rispetto alla realtà sconvolgendo quindi quel principio di realtà che contraddistingue il pensiero attuale.


Questo non è affatto vero. Ciò che non è asettico non è l'osservatore in sé per sé, bensì l'interazione, il che è abbastanza ragionevole.

Ciò che fa collassare la funzione d'onda (supponendo che sia questo ciò a cui ti riferisci) è l'interazione dello stato fisico con un "qualcosa" (ad esempio, lo strumento di misura), e non l'osservatore o la sua volontà.

La meccanica quantistica non ha dimostrato un bel niente di quello che affermi te.


lord hai rotto un po la minchia co sto "collasso della funzione d'onda" che è una bella parola per non fare capire una sega

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.....le caratteristiche reali ed oggettive del sistema fisico sono definite solo quando vengono misurate, e quindi sono "create" in parte dall'atto dell'osservazione.


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La meccanica quantistica quindi introduce due elementi nuovi ed inaspettati rispetto alla fisica classica: una è appunto l'influenza dell'osservatore, che costringe lo stato a diventare un autostato.....


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Ma il fisico Pagels avverte (Il codice cosmico, Bollati Boringhieri, cap.9 pag.134/137): "La vecchia idea che il mondo esista effettivamente in uno stato definito non è più sostenibile. La teoria quantistica svela un messaggio interamente nuovo: la realtà è in parte creata dall'osservatore"


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Ciò che risolve il paradosso è che l'universo non si trova in uno stato pienamente oggettivo, ma le sue caratteristiche fisiche sono in parte determinate dall'osservatore cosciente (anche se solo a livelli quantistici si riesce a rivelare chiaramente tale piccola influenza).

Citazione:

Il gruppo di R.Chiao, dell'Università di Berkeley, ha condotto altri esperimenti straordinari, i quali dimostrano che il "collasso della funzione d'onda" è reversibile (mentre Bohr e gli altri fisici di Copenaghen pensavano che fosse irreversibile, tant'è vero che su questo fatto, oggi inaccettabile, essi basarono la loro interpretazione, in modo da aggirare la scomoda figura dell'osservatore cosciente). Il fenomeno in questione è stato chiamato "cancellazione quantistica" (ciò che si può cancellare è appunto il collasso della funzione d'onda, che negli anni '20 veniva considerato irreversibile).

Citazione:

I paradossi quantistici che abbiamo brevemente descritto sembrano evidenziare che la "consapevolezza" dell'osservatore gioca un ruolo decisivo ai livelli fondamentali della realtà.


preso da qui

Premessa: se vuoi affrontare un discorso sulla meccanica quantistica e non vuoi sentir parlare di "collasso della funzione d'onda" perché secondo te è un parolone troppo complicato, faresti meglio a non iniziare proprio la discussione. Anche perché fraintendimenti su questo concetto portano ad affermare cose del tutto inesatte, come lo scambio di informazioni a velocità superluminale nel teletrasporto quantistico. Inoltre, non vedo perché dovrei indicare in modo differente un fenomeno fisico che usualmente viene chiamato in un determinato modo.


Detto questo, ogni qualvolta uno stato quantistico è dato da una sovrapposizione di stati, la sovrapposizione viene risolta attraverso un qualche tipo di interazione. Poi, l'interazione può essere "cercata" (ovvero, ottenuta tramite l'interazione con uno strumento di misura) oppure del tutto casuale. Ma ciò che è fondamentale capire è che anche in un mondo privo di osservatori le funzioni d'onda continuerebbero a collassare ugualmente fintanto che esistono le interazioni tra i costituenti ultimi della materia.

È sbagliato e fuorviante spostare l'attenzione dalle interazioni microscopiche all'osservatore umano (cosa che fa notare anche Bell in uno degli ultimi capitoli di "Dicibile e indicibile in meccanica quantistica", denominato "Contro la misurazione" se non vado errato).

Anche perché può generarsi l'impressione che l'azione umana possa "pilotare" il risultato di una misura, cosa che non è affatto vera. E ancor di più la volontà non ci incastra niente in tutto ciò.

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