Re: Oggi è la data ufficiale di morte della "scienza"

Inviato da  Lord9600XT il 3/9/2012 17:32:11
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Al2012 ha scritto:
@ Lord

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E' una visione interessante della Meccanica Quantistica. Non la condivido, ma ammetto che sia interessante.


Questo ti fa onore, e conferma la mia impressione positiva nei tu riguardi, possiamo avere opinioni differenti e contrarie, senza con questo cercare di ridicolizzare il pensiero dell’altro.

Citazione:
Il discorso di Plank mi ricorda molto la conversazione che ebbi, su un altro forum, con un ragazzo che svolgeva il dottorato in Astrofisica (la discussione era sull'esistenza di Dio); ammise che andando avanti con le sue ricerche, accresceva in lui la sensazione che doveva esserci un'intelligenza superiore (che alcuni identificano magari con Dio) che governava l'Universo. Non ricordo altro di tale conversazione, ma mi colpì molto questa frase.


Il giovane studente di astrofisica ha espresso un pensiero molto simile a quello espresso da un altro astronomo e fisico James Jeans:
“L'universo comincia a sembrare più simile ad un grande pensiero che non a una grande macchina”

Citazione:
Tuttavia, mi permetto di dire che è necessario distinguere tra ciò che è fisica e ciò che è metafisica (o in generale, ciò che è scienza e ciò che è filosofia). E' importante cercare di tenere separate queste due discipline per evitare di mischiare linguaggi e concetti che sono appropriati per una ma totalmente inopportuni per l'altra.


Concetto accettabile se pensiamo che il mischiare troppo le carte tra loro può generare confusione e far nascere pensieri che non sono ne scientifici, ne filosofici.
Però diventa meno accettabile e altrettanto pericoloso, se la distinzione diventa una rigida separazione.
Quindi, per me, più che cercare di tenere separate queste due discipline, fatto che è sempre stato adottato, occorre cercare i punti di incontro tra loro.
Perché da questo incontro posso emergere nuovi pensieri che aiutano a comprendere meglio la realtà.

Citazione:
Per quanto illuminante, non sono un estremista come Wittgenstein ("ciò di cui non si può parlare si deve tacere"), bensì mi ritrovo molto in Popper e la necessità di tracciare una linea di demarcazione tra ciò che è scienza e ciò che non lo è.


Dal punto di vista dell’essere umano nella sua completezza, diventa difficile distinguere ciò che è scienza da cosa non lo è.

L’essere umano è autocosciente (cosciente di essere cosciente), e questo fa sì che la sua osservazione avvenga attraverso una coscienza che sa che sta osservando, una coscienza in continua evoluzione.
La realtà che ci appare è conseguenza di questa osservazione cosciente, quando cerchiamo di comprendere i fenomeni fisici, non possiamo più tralasciare questo concetto, perché la nostra evoluzione ce lo impone, se vogliamo progredire in modo armonico.

Quando osserviamo un fenomeno fisico quello che “guardiamo” è ciò che la nostra coscienza osserva in modo che io definisco “soggettivo” .
L’essere umano osserva e si pone delle domande e cerca delle risposte che sono “soggettive” in questo senso io accetto l’idea che noi siamo co-creatori della realtà che ci appare, perché noi non ”vediamo” la realtà oggettiva, ma “guariamo” una realtà che si riflette sullo schermo della nostra coscienza, una realtà che, il nostro grado evolutivo della coscienza accetta come reale, non può essere che una realtà soggettiva.
Questa soggettività la ritroviamo anche nel nostro concetto di tempo, passato, presente, futuro, creiamo un freccia unidirezionale, coscientemente noi diamo una direzione univoca al tempo, creiamo un concetto di tempo che la nostra coscienza può accettare.
Il tempo è quello che noi pensiamo che sia.

A mio avviso l’evoluzione della coscienza è la vera evoluzione a cui noi partecipiamo, questa evoluzione ha bisogno di un nuovo modo di far scienza, eliminando le demarcazioni, per arrivare ad un concetto di scienza olistica, che unisce le varie conoscenze per farsi che la conoscenza, nel suo insieme, possa veramente progredire aiutando l’evoluzione della coscienza.

Per quanto sia oltremodo vero che noi non vediamo la realtà, bensì la guardiamo (filtrandola mediante la nostra mente), non so quanto possa essere producente una visione troppo olisitca della scienza. Spesso e volentieri si insinuano un sacco di cialtroni e ciarlatani laddove i confini tra scienza e metafisica si fanno più sottili, e un abbattimento di tali confini mi fa temere per il peggio. Vedremo in futuro cosa accadrà.

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