Re: Oggi θ la data ufficiale di morte della "scienza"

Inviato da  TWNP il 23/2/2012 16:42:44
Ha proposito del famoso esperimento di Michelson-Morley, ho
trovato questo interessantissimo articolo:
MM ha veramente dato risultato nullo?

Cito alcuni passi:

3 - Prima delusione: se la formula (1) ha qualche senso, che senso ha
invece la formula (2)? Supporre che la luce percorre quella sorta di
triangolo isoscele e' del tutto infondato a priori, perche' significa
evidentemente supporre che le leggi dell'ottica ordinaria restino valide
anche nel riferimento in moto nell'etere; ovvero, introdurre A PRIORI
nella concezione dell'esperimento un'assunzione che e' proprio di tipo
relativistico, quando proprio queste si dovrebbero sottoporre a test!

Da un punto di vista puramente "geometrico", con specchi che fossero
punti senza dimensione, e bracci lunghezze senza spessore, il raggio che
percorre il primo tratto, quando la velocita' assoluta e' ad esso parallela,
viene certamente riflesso in B, e fa ritorno in A; ma quello che
e' "inviato" perpendicolarmente ad AB, NON dovrebbe incontrare
affatto lo specchio B', e non dovrebbe fare alcun ritorno! Infatti la luce
si deve supporre procedere in linea retta solo nell'aether-frame, ed
impiegando essa un tempo, ancorche' minimo, L/c per percorrere il
secondo braccio, trovera' lo specchio riflettente B' spostato di una
lunghezza (L/c)*v.

Come dire, niente interferenza nel caso puramente ideale, almeno se si
decide di restare sul piano approssimativo con cui certe considerazioni
vengono effettuate: infatti, anche la precedente conclusione non e'
corretta, perche' e' ovvio che, per poter valutare A PRIORI questi tempi
Dt1 e Dt2, si ha bisogno di qualche ipotesi PRELIMINARE sulla luce, e
sulla sua propagazione nell'etere, diciamolo pure solo luminifero.
Altrimenti, si sta veramente cercando di spiegare l'ignoto attraverso
cose piu' ignote ancora!

E' evidente che nel tipo di obiezione precedente si e' fatto riferimento a
una concezione del raggio di luce come a qualcosa che percorre una
linea retta, per esempio dei corpuscoli (fotoni), che corrono uno dietro
l'altro sul percorso ad essi destinato, mentre e' piu' usuale invece, in una
teoria dell'etere, concepire la luce come un'ONDA sferica, che si puo'
concentrare, certo (come accade per esempio nei moderni lasers), ma
sempre di un'onda si tratta. Ogni divulgazione, ma in primo luogo ogni
progetto ideale dell'esperimento, dovrebbe affrontare il problema della
riflessione di un'onda da parte di specchi IN MOVIMENTO rispetto al
mezzo in cui l'onda si propaga, e se si compie questa analisi si hanno
delle sorprese! Queste mostrano come non fosse del tutto insensato (o
arrogante) Hilbert nel sostenere che la fisica e' troppo importante per
essere lasciata ai fisici (vedi la citazione da Pyenson alla fine della sezione
1).

Non potendo entrare qui in particolari, limitiamoci a segnalare lo studio
essenziale di M. Mamone Capria e F. Pambianco, "On the Michelson-
Morley Experiment", Foundations of Physics, 24, 6, 1994 [copie
dell'articolo disponibili dietro richiesta allo scrivente]. Nella lista delle
persone di notevole statura scientifica che commettono errori da
principianti quando affrontano questioni del presente tipo, sono
segnalati il grande matematico H. Weyl, e R. Becker, autore di un
notissimo testo sull'elettromagnetismo. Ma tra le "perle" spicca
Sommerfeld, che ben comprende la questione nel suo celebre trattato
di Ottica (1954), ma "dimentica" poi di applicare le formule dedotte
correttamente nel capitolo relativo all'analisi dell'esperimento di MM
(secondo i citati autori: "Here is, we believe, another example of the
bewitchment exerted by the "isosceles triangle" diagram", Nota N. 10).


Prima di chiudere questa sezione, notiamo come anche la teoria
corpuscolare, e diciamo pure coniugata con una teoria dell'etere (cio'
che non e' del tutto facile accettare dal punto di vista "intuitivo"), abbia
qualche problema dello stesso tipo di quello precedentemente
accennato. Infatti, se si suppone il corpuscolo dotato di una qualche
massa, sia pure piccolissima, bisognera' utilizzare, allo scopo
di "prevederne" la velocita' dopo la riflessione, una teoria degli urti tra
masse in movimento, e anche in questo caso si avebbero delle nuove
ovvie "sorprese", ma lasciamo stare…






4 - Seconda delusione: si dice, nessun moto della Terra e' stato
accertato. Ma di quale presumibile moto della Terra si sta parlando? Se si
esamina la letteratura, si vede che tutti sono convinti, da Galileo in poi,
che la Terra si MUOVA, e in effetti non si puo' negare che essa si
muove realmente, a circa 30 Km/sec, in un riferimento centrato nel
Sole. Ma questo movimento ha qualcosa a che vedere con un eventuale
moto della Terra rispetto all'etere?? E' ovvio che se concepiamo l'etere
come qualcosa di solidale con il Sole, allora questi 30 Km/sec dovrebbero
essere rilevati dall'interferometro di MM, ma bisogna per forza concepire
l'etere in questo modo? Non c'e' bisogno di essere troppo eruditi in
storia della scienza per sapere che proprio le primissime teorie
dell'etere "moderne" (Cartesio, Leibniz) lo concepivano in tutt'altro
modo, cioe' come un "vortice" intorno al Sole: un modello che
porterebbe a concludere, sempre parlando rozzamente, come
purtroppo d'uso anche nelle discussioni di tipo piu' avanzato, che la
velocita' assoluta dei pianeti trascinati dal vortice d'etere e' molto piu'
vicina allo zero, che non ai 30 Km/sec precedenti, nel caso della Terra!
In altre parole, il "risultato nullo" dell'esperimento di MM non dovrebbe
dare alcun fastidio concettuale a un "cartesiano", anzi, e in
effetti "soluzioni" miranti a conciliare teoria dell'etere e risultati
sperimentali del tipo MM hanno preso in considerazione l'ipotesi che la
velocita' assoluta della Terra, almeno alla superficie, sia zero, o quasi (alla
questione si fa ampio cenno per esempio nell'articolo al punto 5 di
questa stessa pagina, ma anche in altri). Si parla di solito di tale ipotesi
come dell'ipotesi di Stokes, ma non si tratta esattamente la stessa cosa
(vedi ancora l'articolo appena citato), e la si confuta solitamente
soltanto con due argomenti, entrambi facilmente contestabili (loc. cit.;
vedi inoltre l'articolo al punto 7 di questa stessa pagina).

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