Re: Oggi è la data ufficiale di morte della "scienza"

Inviato da  TAD il 25/9/2011 21:53:39
Vorrei raccontarvi una storia:

E' il 1930, due delle menti più brillanti del XX secolo partecipano alla Conferenza Solvay, si tratta di:

Albert Einstein & Niels Bohr.

L' argomento del simposio era il magnetismo ma, in quegli anni, i due si scontravano a viso aperto su un solo argomento: La teoria dei quanti.

In realtà, la vera spina nel fianco di Einstein si concretizzava in una particolare implicazione della suddetta teoria, ossia:

Il principio di indeterminazione di Heisenberg.

Passarono alla storia tutte le perplessità del padre della relatività sulla validità di tale enunciato, con frasi del tipo:

- "Dio non gioca a dadi".

E benchè egli fosse certo dellla validità delle sue formulazioni, proprio durante la Conferenza Solvay del 1930, Einstein, a colazione, apostrofò Bohr dicendogli che aveva trovato un controesempio all'applicazione del principio di indeterminazione a energia e tempo (quantità di moto e posizione sono grandezze calcolabili dalle precedenti).

Einstein aveva immaginato un dispositivo: Una scatola con un'apertura su una delle pareti, dove era posizionata una chiusura controllata da un orologio posto all'interno della scatola. La scatola era piena di radiazioni e veniva pesata (era collegata ad un ulteriore dispositivo per misurarne il peso). La chiusura veniva aperta per una frazione di secondo permettendo ad un solo fotone di scappare, dopodichè la scatola veniva pesata nuovamente. Dalla differenza di peso si poteva dedurre l'energia del fotone fuoriuscito utilizzando la formula:

E = mc^2

Quindi, concludeva Einstein, in linea di principio si può arrivare a determinare, con livello di precisione arbitrario, sia l'energia del fotone sia l'istante del suo passaggio, confutando in questo modo il principio di indeterminazione.

Ebbene, Bohr era esterrefatto. Il suo sconcerto era paragonabile a quello dei fisici contemporanei innanzi all'esperimento ad oggetto di questo thread.

Esiste un'immagine dei due geni, proprio durante quei momenti, inutile dire che Bohr appare... inquieto:



Ma... Albert Einstein aveva commesso un errore. Il suo esperimento mentale era fallato dalla mancanza di una valutazione di base:

La relatività generale - si, proprio la teoria di cui era padre.

Egli aveva trascurato il particolare che pesare la scatola coincideva con l'osservare il suo spostamento entro il campo gravitazionale. L'imprecisione nello spostamento della scatola genera un'incertezza nella determinazione della massa - e quindi dell'energia - del fotone. E quando la scatola si sposta, lo fa anche l'orologio al suo interno. Esso, a seguito dello spostamento, misura il tempo in un campo gravitazionale che è leggermente differente da quello iniziale. Il ritmo di scansione dell'orologio nella nuova posizione è lievemente differente dal ritmo che aveva prima che fosse mosso nell'operazione di pesatura. Ne segue un'incertezza nella determinazione del tempo (Bohr impiegò più di 24h per controbattere a quell'esperimento mentale).

Ossia: la relazione di incertezza che legava energia e tempo era esattamente quella predetta dal principio di indeterminazione.

Conclusione? Einstein fallì nel tentativo di falsificare Heisenberg.

Io non so quali metodi per la valutazione e correzione degli errori siano stati utlizzati al CERN, ma... i due orologi atomici per misurare il tempo sono dislocati all'interno di campi gravitazionali differenti (Ginevra - Gran Sasso).

Non mi stupirei affatto se, ad oggi, fosse Einstein a validare Einstein e a falsificare il CERN.

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