Re: Nucleare in Italia

Inviato da  rigel il 15/5/2010 1:01:01
Citazione:

sitchinite ha scritto:
qualche altro link informativo che sarebbe bene diffondere:

scorie radioattive - un mito da ridimensionare

animata discussione sui costi

dal quale credo sia utile riportare questo stralcio riguardante chernobyl (un particolare che non conoscevo):


A questo articolo è seguita una mail che ci ha inviato l’ ing. Paolo Fornaciari che riportiamo integralmente in cui risponde a distanza a Dr. Alex Sorokin:

“E’ veramente incredibile che il Dr. Alex Sorokin non sappia, dopo venti anni, quello che è successo a Chernobyl! Non è stata la mancanza di alimentazione elettrica che ha provocato il disastro -semmai la mancanza d’acqua che negli impianti “occidentali” avrebbe invece spento la reazione a catena -, ma l’ instabilità intrinseca di un reattore progettato più per produrre plutonio a scopo militare che non per generare energia elettrica. Per qusto motivo funzionava a temperature troppo elevate allo scopo di aumentare la produzione di Pu239, temperature superiori alle soglie di reazione acqua-metallo e acqua-carbonio, con possibilità , come avvenne, di produrre gas esplosivi (idrogeno e metano). Per giunta, come se non bastasse, privo di un adeguato sistema di contenimento, ma alloggiato in un edificio con tetto a capriata come le nostre chiese medioevali. Del resto anche il primo reattore nucleare di Minsk,URSS,come si vede dalle foto presentate alla prima Conferenza sugli usi pacifici dell’energia atomica di Ginevra (1955), aveva finestre come le nostre abitazioni civili.”


classificazione e sistemazione delle scorie

dal quale voglio estrarre questo passaggio:


L’ultima categoria è sicuramente quella che pone i maggiori rischi, dati i periodi di dimezzamento molto lunghi e la complessa catena di decadimenti necessaria per raggiungere la stabilità nucleare.

I circa 440 reattori nucleari presenti in 31 nazioni producono annualmente migliaia di tonnellate di scorie.

Un reattore ad acqua pressurizzata da 1000 MWe scarica annualmente da 40 a 70 elementi combustibili contenenti 461.4 kg di uranio ciascuno; tuttavia il 94% del combustibile esausto è costituito da U238, l’1% da U235 (elementi presenti in natura e quindi considerati non pericolosi), il 3-4 % da prodotti di fissione (quali cesio, stronzio, iodio, tecnezio, etc.), pericolosi se liberati in caso di incidente, ma innocui dopo qualche centinaio di anni se custoditi in un deposito geologico. Gli elementi di maggiore rischio perché molto più pericolosi dell’uranio naturale presente in natura sono costituiti per l’1% da i vari isotopi del plutonio e per lo 0.1 % dagli attinidi minori (nettunio, americio e curio; così chiamati perché prodotti in minore quantità nei reattori nucleari tradizionali).

Da una semplice analisi si rileva che un PWR (reattore ad acqua pressurizzata) di grossa taglia, annualmente scarica circa 2÷3 kg di plutonio, 0.2÷0.3 kg di attinidi minori. Per avere un termine di paragone con le fonti tradizionali, si può rilevare che il volume di rifiuti prodotto da queste ultime per produrre la stessa quantità di energia è milioni di volte maggiore. Per meglio visualizzare questo dato basti pensare che è stato calcolato che se un uomo per soddisfare i propri bisogni energetici durante tutta la sua vita usasse la sola energia nucleare [2] produrrebbe un volume di scorie (già vetrificate) minore di quello di una lattina da 33 cl.


il che vuol dire che se tutti i 6 miliardi di abitanti del pianeta consumassero quanto un uomo occidentale e ricavassero tutta la loro energia dal nucleare produrrebbero un volume di scorie di 2 miliardi di litri ovvero 2 milioni di metri cubi, ovvero lo stesso volume di un cubo di 126 metri di lato.

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