Re: la forza di gravità...

Inviato da  Lord9600XT il 11/11/2012 1:15:45
Citazione:

gravis ha scritto:
Per tagliare la testa al toro facciamo così. Alla prima elementare impari a costruire formule e proprizioni con le grandezze unitarie scelte a caso. Sappi che nello studio della Natura le grandezze unitarie, non si possono scegliere a caso; ne tanto meno falsificare come ha fatto la Fisica.

La numerologia e le grandezze unitarie nascono dalle immagini mentali della comunicazione. Tu vedi 5 mele sul tavolo e costruisci una proporzione con 5 cose che portano lo stesso nome. Il "5" non è un numero fisicamente intero perché sulla Terra non troverai due mele perfettamente uguali e non potrai mai fare un calcolo scientifico. In ogni caso, le grandezze unitarie della comunicazione o quelle convenute con unità di misura possono costruire tanti calcoli tecnici. La Fisica ha avuto il coraggio DISUMANO di snaturare la natura del calcolo ed ha costruito le grandezze unitarie di "Forza 1" e "Massa 1 " mentre l'ago del dinamometro indica tutti i numeri di forza compresi tra "0" e "1". Per gli allucinati questa è una forza costante. Per i doppiamente allucinati, quando il dinamometro è fermo su "1", la forza è ancora costante.

Il tempo di formazione dei pianeti è come il tempo di formazione delle cellule. Fintanto che pianeti o cellule modificano il proprio volume, non si conserva un equilibrio energetico. Nelle ere geologiche la Terra cercava il volume e il peso specifico adatto a conservare l'equilibrio energetico che oggi si altera bruciando petrolio. Nella Fisica, fintanto che la molla del dinamometro si deforma, non puoi costruire una costante energetica del moto accelerato; ovvero, ciò che tu chiami "Forza 1". Io e il mondo vogliamo studiare atomi, cellule, pianeti, leggi di vita, leggi di morte e ogni altra cosa che modifica il volume prima di trovare un equilibrio energetico. Per conservare gli equilibri energetici della Terra e la vita nel mondo serve solo la Scienza Naturale che si costruisce col tempo di deformazione e con l'energia media che deforma il dinamometro mentre l'ago si sposta da "0" a "1" nel tempo di "1 secondo".

A tutte le scienze numeriche ideate dall'origine dell'umanità ad oggi, io porgerò cortesemnete l'invito di scansarsi da qualsiasi argomento e da qualsiasi competenza in materia di Scienza Naturale. I civili si devono occupare di viti, bulloni, mattoni e di formule che operano con i multipli delle grandezze unitarie o dei nomi scelti a caso. Gli attentatori dell'umanità falsificano le grandezze unitarie come forza, massa, energia.... e impediscono lo sviluppo di Scienza, Tecnica, Civiltà e difesa della vita sulla Terra. Io so perdonare i peggiori criminali dell'umanità anche se mi hanno costretto a 25 anni di lavori forzati e a sacrifici disumani, sia a me, sia alla mia famiglia. Non so se gli altri hanno il coraggio di perdonare i fisici per tutto il male che hanno creato nell'umanità. Ti garantisco che i fisici rischiano il linciaggio appena spiego l'universo reale con i numeri, ma io sono condottiero di perdono, non di vendetta. Tu e il mondo delle pseudoscienze non siete capaci di definire e di misurare una forza... figuriamci una massa! Voi vedete l'accelerazione "g" delle cose ferme. Io discuto volentieri con i ladri, le prostitute o gli assassini perché sicuramente ci sono molti argomenti umani e naturali su cui discutere. Se vogliamo discutere di asini volanti, cioè delle grandezze unitarie della Fisica, io non ho argomenti. Se vogliamo discutere dei multipli interi degli asini volanti, io mi ritiro perché questi argomenti sono disumani. Ciao

Quindi, se ben capisco, alla base della tua critica vi è la scelta delle unità di misura di grandezze fisiche come forza, massa, ecc.

Se il problema fosse questo, in realtà non è un problema, perché fintanto che si è coerenti con quanto assunto di principio non vi è alcun problema. Se indichi un certo oggetto come massa campione, tutte le misure di massa successive saranno fatte in unità di massa campione: tutti i rapporti tra le masse sono ben definiti (e ad esempio, ben descritti dalle leggi fisiche), i valori assoluti sono definiti invece alla base della massa campione.

È ovvio che tale scelta è arbitraria, ma fintanto che tale scelta viene poi perpetuata con coerenza la teoria (e la misura) non viene minimamente intaccata in questo.

È lo stesso discorso del definire in maniera assoluta l'energia (ad esempio, potenziale) di un sistema: non ha senso, a meno ché tu non fissi arbitrariamente lo 0 da qualche parte. Tuttavia, le differenze di energia sono ben definite e effettivamente misurabili. Tuttavia, questa scelta arbitraria dell'origine dell'unità di misura non mina affatto il costrutto teorico e sperimentale: basta essere chiari e coerenti in tutta la teoria.

Un altro esempio ancora che mi viene in mente è la fisica delle alte energie: nei conti vengono posti ad 1 la costante di Planck ridotta e la velocità della luce per semplicità (in modo tale da alleggerire la notazione). Tuttavia, la teoria funziona in maniera brillante anche con questa convenzione (ad esempio, una conseguenza diretta è che la carica elettrica diventa un numero puro), e per passare dalle unità naturali (dove, ripeto, h=c=1) alle unità usuali basta farsi un minimo di analisi dimensionale e inserire h e c nei punti giusti.


Partiamo all'analisi delle cavolate. Parli del dinamometro e dici che è allucinante dire che su di esso agisce una forza costante: se la forza fosse costante, vedrei l'oggetto attaccato al dinamometro accelerare sempre di più nella direzione in cui la forza viene applicata.

La mia domanda pertanto è: sai cos'è una forza di reazione? Sì, lo sai, visto che ne hai parlato nel post precedente.

Attacchi al dinamometro (costituito da una molla inizialmente in equilibrio) un corpo di massa m. Hooke scoprì per primo che se una molla viene allungata di una quantità x, la molla tende a tornare nella posizione di equilibrio tramite una forza (detta forza di richiamo) che è proporzionale all'allungamento della molla. La costante di proporzionalità, detta costante elastica della molla, dipende dalle caratteristiche geometriche di essa.

Ora, vediamo cosa accade. Attacchi il corpo alla molla, ed essa viene sottoposta ad una forza, pari al peso del corpo, diretta verso il basso. Tale forza è mg. Il corpo è attaccato quando la molla è in equilibrio iniziale (ad x=0 per intenderci, scegliendo un riferimento appropriato). Poiché x=0, la forza di richiamo è Fr=kx=0, pertanto la forza totale agente sul corpo è Ft=Fr-mg=-mg: vediamo il corpo scendere verso il basso e la molla allungarsi. Il corpo scende (e la molla si allunga) fintanto che Ft<0, ovvero fintanto che Fr<mg, poiché la molla non si è allungata a tal punto da poter esibire una forza di richiamo tale da contrastare il peso del corpo. Non appena però la molla si allunga di una certa quantità xeq, pari alla soluzione di Ft=kx-mg=0, allora la forza di richiamo riesce a contrastare il peso del corpo: su di esso agisce una forza nulla che pertanto azzera l'accelerazione del corpo. Si instaura quindi un moto oscillatorio attorno ad xeq, il quale è un punto di equilibrio stabile del sistema (ovvero, è un punto dove la forza totale agente sul corpo è nulla). Se con un'azione esterna interrompiamo l'oscillazione (oppure aspettiamo che si smorzi naturalmente), il corpo rimarrà fermo nella posizione di equilibrio xeq. Sul corpo la forza risultante è nulla, tuttavia il corpo continua ad evere un peso costante pari a mg e la molla continua ad esercitare una forza di richiamo costante pari a k*xeq: essendo le forze uguali e contrarie si "ammazzano" a vicenda. Pertanto, non è affatto sbagliato dire che sulla molla agisce ancora una forza costante: se così non fosse la molla, una volta staccato il corpo, non dovrebbe tornare nella posizione di equilibrio originaria a x=0.

Il dinamometro è un ottimo strumento di misura di massa, perché, una volta tarato, si può effettuare tale misura tramite una misura di lunghezza (ovvero, l'allungamento della molla). Guardi quant'è l'elongazione della molla dopo che vi è stato attaccato il corpo (e dopo aver fermato le oscillazioni), misuri xeq e ricavi la massa dalla semplice relazione m=(k/g)*xeq. Il valore di k è ricavabile da una taratura della molla.

Ora: perché non ha alcun senso misurare la massa mentre il dinamometro si sposta, "indicando tutti i numeri comrpresi tra 0 e 1"? Perché il dinamometro, ovvero la molla, non ha raggiunto la posizione di equilibrio. La formula m=(k/g)*xeq è valida all'equilibrio proprio perché, in quella posizione lì, sappiamo precisamente che la forza fornita dalla molla (conosciuta, perché è pari a kx) equivale in modulo al peso del corpo (sconosciuto, pari a mg). In tutte le varie posizioni intermedie non si ha equilibrio, ovvero non si conosce il valore effettivo della forza totale agente sul corpo (proprio perché non conosciamo mg), e quindi non è possibile scrivere nessuna equazione utile. Si ha un'eguaglianza utile solo quando il corpo è in equilibrio, pertanto laddove la forza totale è nulla.


Ancora: mentre tu stai seduto sulla tua bella sedia a scrivere queste cose mirabolanti (!!!) davanti al PC, vieni costantemente sottoposto ad un'accelerazione di gravità pari a g, e pertanto eserciti sulla tua sedia una forza pari al tuo peso, ovvero mg. Il fatto che tu rimanga fermo non vuol dire che su di te non agisce la forza di gravità, perché stai deliberatamento ignorando la forza di reazione fornita dalla sedie che ti sorregge. Infatti, se la sedia non riesce a fornire una forza di reazione pari al peso del tuo corpo (o perché la sedia è poco resistente o perché sei esageratamente obeso), la sedia si sfonda e te batti il tuo bel sederino sul pavimento (il quale si spera sia adatto a sorreggere il tuo peso, a differenza della sedia, ahinoi, inadatta). Non mi pare che nel tragitto sedia -> pavimento tu sia immobile, anzi.

Se invece sei del partito che la forza peso si accende e si spegne quando ti fa comodo, questo si chiama barare.


Infine, il discorso sul tempo di deformazioni dei pianeti (ovvero, tutto il paragrafo 3) non ha molto senso. Anche perché parti dal presupposto (sbagliato) di definire dinamicamente una misura di massa tramite un processo che deve essere statico (per i motivi che ho scritto sopra, dove trovi i k, le x e le xeq). La misura di massa tramite la molla è effettuata in maniera statica, e non in maniera dinamica come affermi (anche perché, oltre a non essere effetuato in tale maniera, non ha nemmeno senso, per i motivi sopra esposti).


Pertanto, mi dispiace annunziarti che hai preso un grosso abbaglio, che non è vero che i fisici rischiano il linciaggio, bensì sono portatori di immensa pazienza quando sentono certi discorsi privi di fondamento come quelli di dino ed i tuoi. Perché il problema di base è, oltre a informarsi a caso, non capire un accidente di ciò di cui ci sta informando. Pertanto, non ha senso cercare di spalare merda su una disciplina e su chi la studia per il semplice motivo di non aver capito niente.

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