Re: la forza di gravità...

Inviato da  Continuo il 12/2/2009 1:51:30
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ivan ha scritto:
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E' il movimento lineare, invece, che influisce sulla massa, aumentandola.



Già, questa storia dell'aumento di massa all'aumento della velocità di un oggetto.

Mi pare sia una cosa data per scontata e certa .

Purtuttavia mi pare che poi nessuno spieghi in concreto cosa significhi: se un corpo man mano che la sua velocità aumenta aumenta di massa, cosa significa? Che è aumenta la quantità di materia ( e cioè che sono aumentati il numero di atomi) ?

E quando il corpo frena, che succede, diminuisce di massa ? Cioè degli atomi spariscono ?

Lo stesso concetto vale per le dimensioni: se le lunghezze si contraggono all'aumenatre della velocità, che significa ? Che gli atomi si sono compattati ? Un metro, un righello alla fine, che siano di legno o di platino o di polietilene sempre di atomi sono fatti.
Quando si afferma che la massa di un corpo aumenta all'aumentare della velocità si intende che aumenta per qualsiasi corpo, dunque la situazione è la seguente: non è il numero di atomi ad aumentare, ma la massa di ogni singolo atomo. Come giustamente rilevi tu, sarebbe assurdo che si creasse materia dal nulla solo aumentando la velocità rispetto a un osservatore; invece la massa è una quantità fisica associata agli oggetti "in maniera anonima" e come tale può variare senza per questo produrre evidenti assurdità.

Per quanto riguarda la contrazione delle lunghezze, la situazione è simile: immagina di aver teso un elastico largo e di averci disegnato sopra un pallino (atomo) ogni tot cm. La "contrazione della lunghezza" relativistica è equivalente al fatto che diminuisci la tensione sull'elastico, dunque l'elastico si accorcia, la distanza tra i pallini si accorcia e anche la larghezza dei pallini si accorcia (diventano delle ellissi).

In verità è paradossale pensare che una cosa si contragga all'aumentare della velocità (per quali forze dovrebbe contrarsi infatti?), ma è un finto paradosso generato dalle nostre difficoltà di espressione linguistiche. La versione corretta dovrebbe essere pressapoco la seguente: se io devo misurare la lunghezza di una cosa in movimento e distante da me, devo scegliere un istante e dire in quell'istante dove si trovano simultaneamente l'inizio e la fine dell'oggetto (così dalla differenza delle posizioni risalgo alla lunghezza). Ora, il fatto che prima era paradossale, la "contrazione", si riduce a questo: osservatori diversi in generale non saranno d'accordo sulla simultaneità di eventi. Per dire, per me quando l'inizio dell'oggetto era in X, la fine era in Y; secondo te che ti muovevi diversamente, quando l'inizio era in X la fine era in Z; in altre parole non concordiamo su quali eventi erano simultanei.
Questo in effetti non suscita paradossalità: la "contrazione" è apparente, ma non nel senso di illusione ottica, nel senso di "è così nel nostro sistema di riferimento". L'apparente paradossalità stava nel fatto che interpretavamo la contrazione come un avvenimento fisico e non come un effetto collaterale dell'aver scelto il nostro sistema di riferimento.

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