Re: omosessuali e neri sono razze inferiori? elementare Watson!

Inviato da  Linucs il 30/12/2007 14:25:45
Volendo possiamo classificare le persone in base a criteri genetici più precisi, ad esempio col gruppo sanguigno, e sicuramente otterremmo informazioni statisticamente più attendibili per quegli scopi medici che stanno a cuore a Pax, ma allora dovremmo anche riconoscere la trasversalità razziale di tutti questi tipi di marcatori.

Senz'altro. Ma allora, posto che ci si può distinguere più o meno "ad occhio" pur senza poter individuare linee esatte di demarcazione, sorge la domanda: il razzismo è una tara culturale acquisita ed assorbita dalla società razzista che ci circonda, oppure è un istinto innato selezionato dall'evoluzione, quindi non privo di un vantaggio evolutivo? (e quale, nel caso?)

Appunto. E' una delle facezie preferite dai culturalisti. Distinguerei un elefante da una giraffa anche se non avessi le relative parole per esprimere la differenza. Altrimenti non sarei "limitato dalla mia cultura". Sarei o cieco o ritardato.

Certamente li distingueresti, ma ciò vale anche per i concetti astratti?

Però:

Thus, it is not this nor that particular word that expresses a particular mode of thought and behavior, but the coherent and systematic nature of language interacting at a wider level with thought and behavior. Whilst his views changed through time, towards the end of his life Sapir held that language does not merely mirror culture and habitual action, but that language and thought are in a relationship of mutual influence, verging upon determinism.

Qualcosa del genere. Se dico "vietato l'ingresso alla razza caucasica" rischio di non dire niente.

Ma ti capiscono tutti ugualmente.

Se dico "vietato l'ingresso a chi ha la pelle più scura di un tot" sono uno stronzo e magari perseguibile legalmente, ma almeno ho applicato un mio criterio preciso.

E perché dovresti essere perseguibile legalmente? L'ingresso era comunque tuo.

Se poi dico "vietato l'ingresso alla giostra a chi è meno alto di m 1,40", non sono nemmeno stronzo, perché la mia discriminazione serve a qualcosa.

Poiché in ogni caso si parla di un ingresso nella tua proprietà, non dovrebbe essere ininfluente il motivo per cui ne limiti l'accesso?

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...e se intesa in senso più forte (posso pensare solo ciò per cui esistono simboli nel mio linguaggio) è semplicemente falsa..

Sarà anche falsa, ma se lo fosse totalmente allora nessuno cercherebbe di ridefinire in corsa il significato di determinate parole per scopi più o meno loschi, perché tutti saremmo in grado di ragionare ugualmente nonostante il sabotaggio linguistico.

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Se un aborigeno australiano venisse in Italia e dicesse che noi classifichiamo il mondo in due grandi categorie, maschile e femminile, alla prima delle quali per qualche ragione appartengono i tavoli e alla seconda le sedie, e si sforzasse di trovare il criterio di appartenenza, penseremmo che sta facendo confusione fra categorie grammaticali e concetti.

Se poi vedesse cosa circola in Parlamento la sua confusione sarebbe totale ed irrimediabile. Ma probabilmente il suo linguaggio si arricchirebbe spontaneamente di nuovi interessanti vocaboli.

Gli antropologi (in questo caso i lingusti) si caratterizzano perché il loro relativismo li spinge a trovare sorprendenti negli altri cose che in realtà esistono anche a casa loro.

Quindi l'antropologo (in questo caso il linguista) non segue un metodo scientifico bensì soggettivo e potenzialmente colmo di pregiudizi?

Anche un tipografo ha decine di parole diverse per indicare i vari font che a un'altra persona appaiono uguali, ma questo non li rende mentalmente dissimili da noi.

Quindi l'ambiente circostante non ha alcun effetto sulla selezione delle capacità mentali dell'essere umano? In tal caso, a che serve la famigerata selezione naturale?

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