Re: omosessuali e neri sono razze inferiori? elementare Watson!

Inviato da  Paxtibi il 26/12/2007 19:35:03
Come già detto in una precedente risposta, solo la "specie" risulta essere veramente significativa dal punto di vista genetico, coincidendo con la capacità di creare prole fertile. Questo concetto ha per esempio modificato la classificazione che vedeva cani e lupi in due specie diverse, riconoscendo che il cane domestico rientra nella specie Canis lupo. Tra l'altro la interfecondabilità tra lupo e cane è persino più facile, dal punto di vista anatomico, di quella tra un Danese e un Chiuaua.
Tutte le razze, come tutte le specie, sono sottoposte a numerose cause di trasformazione: diversa frequenza di mutazione nei geni, differente fecondità e sopravvivenza degli individui, presenza di migrazioni e quindi incroci più diversi. I gruppi umani, oltre che condizionati in vario modo da fattori geografici, si formano e si stabilizzano anche in correlazione a ragioni culturali (endogamia), mentre le vicende storiche possono disperderli.
Le razze umane mostrano una grande variabilità di forma, ma globalmente una variazione genetica spiccatamente bassa, anche tra popolazioni tra loro geograficamente distanti. Le caratteristiche genetiche prese in considerazione sono: gruppi sanguigni, forma e colore dei capelli, impronte digitali e palmari (i cosiddetti dermatoglifi).
Negli ultimi vent'anni è venuta in soccorso la biologia molecolare che fissa il principio secondo cui due specie che discendono da un antenato comune possedevano all'origine lo stesso DNA e col moltiplicarsi delle generazioni si sono accumulate via via delle modificazioni casuali. Ad esempio nelle popolazioni Australiane autoctone erano scomparsi i gruppi sanguigni B e A2 presenti invece negli "invasori bianchi".
Quanto maggiore è il tempo intercorso da quando le due specie si sono separate, tanto maggiori sono le differenze nei genomi. Queste differenze vengono espresse come percentuale e la mioglobina, per esempio, può mutare dell'1% dopo 6 milioni di anni.
La comprensione di questo modo di procedere delle molecole organiche ha portato a stabilire un orologio molecolare che segna l'intervallo di tempo intercorso dal momento della separazione di due specie. Per esempio, pare ormai assodato che mammiferi e marsupiali si separarono circa 100-125 milioni d'anni fa.
Studiando il materiale genetico dei differenti gruppi razziali è stato possibile costruire un albero genealogico dall'analisi delle proteine del sangue e del DNA. I dati di sequenza del DNA stanno giocando un ruolo sempre più importante nello studio dell'evoluzione umana e nello studio dell'evoluzione di molti gruppi.
L'albero genealogico costruito sulla base del DNA sembra mostrare che i principali gruppi razziali umani sono emersi 200.000 anni fa quando ci fu la triplice suddivisione in Africani, Caucasici e Australo-Orientali, partendo da un gruppo originario in Africa.
Per quanto riguarda la questione della colorazione della pelle, noi partiamo dal presupposto che la pelle originaria fosse chiara e che si sia scurita nei secoli, ma non si potrebbe anche sostenere che la pelle originaria fosse scura e che siano i bianchi e gli esquimesi ad essersi "sbiaditi"?

(Ida Lucia Grimaldi)

Se poi il problema dovesse essere la definizione "razze", possiamo anche dire sottospecie.

Ma se volete convincermi che un negro, un asiatico o un bianco sono tutti uguali, lasciamo pure perdere...

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