Re: omosessuali e neri sono razze inferiori? elementare Watson!

Inviato da  erik il 26/12/2007 14:52:47
Quoto Pausania. I link di Paxtibi (ho letto solo le frasi riportate, ora sono troppo rincoglionito dalle feste per andare ad aprirli) parlano di differenze genetiche, che nessuno nega. Il passo falso è ritenere che queste differenze genetiche, oltre ad essere espressione di se stesse, siano anche espressione di qualcos'altro sottostante.

Quoto anche Blackbart: oltre a Marco Polo si potrebbe citare anche Erodoto. Si scoprirebbe che, mentre gli antichi sono sempre stati consapevoli delle differenze fisiche esistenti fra le varie popolazioni, non hanno mai cercato di ricondurre tutta questa varietà ad un semplice schema tassonomico che, in fin dei conti, ne è la negazione, e in questo senso il concetto di razza è piuttosto recente (praticamente è nato dopo la scoperta dell'America: qualcuno potrebbe anche esercitarsi a cercare la correlazione fra le due cose).

Sull'occhio a mandorla:

ulisse

da cui cito:

Tra questi adattamenti è annoverata anche la forma dell'occhio e in particolare quella che è propria delle popolazioni orientali asiatiche. La palpebra superiore dell'occhio in queste popolazioni presenta la così detta plica mongolica (plica naso-palpebralis superior). Si ritiene da parte di alcuni autori che essa sia dovuta al persistere di un carattere fetale e sarebbe determinata, secondo altri ricercatori, da una mutazione genetica che provoca il rilassamento del muscolo che solleva la palpebra. Si forma pertanto una plica semilunare che nasconde l'angolo interno dell'occhio, quello vicino al naso, restringendo la rima palpebrale. Questo restringimento è accentuato da una piega che ricopre il margine della palpebra superiore, rigonfio per la presenza di numerosissime ghiandole del Meibonio. Nell'occhio mongolico tipico la rima palpebrale appare obliqua, poiché l'angolo interno dell'occhio è posto più in basso dell'angolo esterno.

Questi diversi aspetti morfologici non sempre sono presenti tutti contemporaneamente in ogni individuo e anche il loro grado d'espressione può variare da soggetto a soggetto. L'occhio di tipo mongolico è stato interpretato come un adattamento agli elementi climatici, una difesa contro il vento, il freddo ecc.

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