Re: omosessuali e neri sono razze inferiori? elementare Watson!

Inviato da  blackbart il 26/12/2007 0:35:33
Il termine razzismo non significa accettare che esistano delle stirpi primigenee o riconoscere una persona in base a dei particolari caratteri fisici ma significa etichettare l'individuo come appartenente ad uno stereotipo.
Ritengo che già questa blanda attuazione sia sufficiente a definire idiozia il razzismo.
Ovviamente il razzismo può assumere connotazioni che la maggiorparte di noi giudicano eticamente negative: quando l'etichetta comporta anche un giudizio morale generalizzato, discriminazioni, violenza si giunge ad aberrazioni dell'umanità e della ragione. Ma non penso si voglia discutere di questo.

Citazione:
semmai ogni razza sarà più adeguata di altre a sopravvivere nell'ambiente in cui ha sviluppato determinate caratteristiche, e avrà più difficoltà ad adattarsi ad un ambiente diverso delle razze autoctone.
Non c'è nulla di discriminatorio in questo, solo semplice buon senso e osservazione della realtà fisica.


Se fosse così la razza caucasica avrebbe avuto estrema difficoltà ad adattarsi, per esempio, nel continente americano dove già esisteva la razza autoctona pellerossa: in realtà non solo la prima ha sterminato la seconda ma ha raggiunto una popolazione infinitamente superiore.
E che dire della razza negra introdotta dalle nazioni europee come forza lavoro nelle colonie?
Inoltre gli innumerevoli accoppiamenti misti hanno dato luogo a ottime ibridazioni.
Se osserviamo un mulatto/a potremo identificarlo dalla carnagione più scura di quella di un caucasico ma difficilmente potremo associarlo ad una delle razze primigenee.
Dunque anche il più accanito razzista incontrerebbe estreme difficoltà se decidesse di catalogare tutti gli esseri umani!
Già i nazisti, per riconoscere un ebreo da un non ebreo, erano stati costretti ad introdurre complessi algoritmi per analizzare l'albero genealogico e quantificare l'"ebraicità" di un individuo (nonno ebreo vale per due, nonna ebrea vale la metà, il cugino vale un punto,.. ).
Ancora più difficile fu per loro rintracciare una razza ariana primigenia: per fare questo intrapresero, senza ovviamente alcun successo, folli missioni scientifiche in India e Tibet.

Molti anni fa lessi Il Milione di Marco Polo.. libro che si potrebbe forse definire come il primo diario on the road della storia.
Una cosa che mi colpì fu questa sua osservazione:
Marco Polo vide le persone trasformarsi gradualmente da un "normotipo" ad un altro: procedendo verso est non fu in grado di cogliere una soluzione di continuità tra le diverse "razze" (europea, mediorientale, asiatica).
Questo significa che già ai tempi di Marco Polo, 700 anni fa, la maggiorparte della gente che incontrò non era facilmente inquadrabile in una categoria razziale precisa. Culturale forse sì. Ma qui stiamo parlando di razza in senso fisico, in senso genetico.

Anche in Italia ci sono stati numerosi "melting pot", ben prima della emigrazione di massa e della globalizzazione: basti pensare all'italia meridionale dove si susseguirono invasioni saracene, longobarde, spagnole, ecc.. ognuna di queste invasioni lasciò impronte indelebili (anche genetiche) che sono diventate parte integrante della nostra ricca cultura.
Non parliamo dei tempi attuali in cui la facilità di spostamento e l'immigrazione ha accelerato il processo di "mescolamento" dei geni!


Citazione:
Da quel che mi risulta sono appunto le differenze genetiche a creare i tipi umani (ho utilizzato la neolingua onde evitare di offendere anime sensibili) , altrimenti sarebbe come dire che questo é lo stesso tipo canino di questo...


Non è il termine a offendere le anime sensibili ma è il concetto a mortificare chi ha espresso il paragone.

Portare a esempio di applicabilità del razzismo all'uomo l'esistenza delle razze canine è praticamente idiozia: gli esseri umani perfortuna/purtroppo non sono più sottoposti a vincoli di mantenimento della purezza razziale (e nemmeno dell'integrità fisica!) mentre i cani vengono continuamente selezionati al fine di mantenere inalterate le caratteristiche di particolari razze: quando ciò non avviene nascono appunto i "bastardini" che nonostante il nome sono spesso cani intelligentissimi e affettuosi: forse perchè sono riusciti a evadere dai rigidi schemi imposti dell'essere umano?

Dunque non si è razzisti se ci si limita a studiare i motivi per cui si sono evolute particolari "razze primigenee" o tracciare la presenza di geni marcatori e la loro distribuzione tra gli abitanti di certe regioni del mondo: si diventa razzisti se si pensa che sia possibile catalogare gli individui in base a questi geni.
Ma ciò è impossibile perchè gli esseri umani sono talmente "ibridati" tra loro da rendere la suddivisione in razze una mera teoria speculativa, senza alcuna applicabilità pratica: forse se si facesse una vera catalogazione razziale finiremmo per avere più razze che abitanti sulla terra ma a quel punto, forse, sarebbe più facile chiamarci per nome!

Citazione:
Per tornare all'IT, ribadisco "il dr Watson l'ha sparata grossa" e la sua elaborazione sulla minore intelligenza della razza africana è una fandonia:


In verità non è neppure chiaro cosa intendesse realmente con il termine "negro"

Citazione:
non è scientificamente misurabile se una popolazione sia più intelligente di un'altra!


Ciò richiederebbe infatti che ci fosse qualcuno più intelligente di tutti che possa giudicare l'intelligenza degli altri ma ciò sarebbe un altro dei tanti paradossi.

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