Re: Non voglio uscire - Fuori dal Corpo - ..per quanto?

Inviato da  davy il 1/7/2007 0:17:16
Personalmente ho vissuto con chiarezza la totalità che si intende come apice della teoria di Bhom e Pribram,che è in fin dei conti l'LGO.

Le mie conclusioni mettono alla base di qualunque cosa l’esistenza,
sia nel campo del “nulla” sia in quello del “quantum”,sia in quello dove sperimentiamo il tutto attingendo appunto dal nulla che può essere dalla parte dell’infinito temporale,e dal quantum che può essere dalla parte dell’infinito fisico ,e mettiamo quello che abbiamo preso sul “bad”,il punto in cui Anima ologramma il risultato.
Una volta capito questo,il punto diventa l’analisi del meccanismo che ha portato quelli come noi a rendersi conto del gioco,del perché nonostante il nostro punto di vista,non siamo liberi di poter dimostrare con chiarezza la verità che conosciamo,ovvero dell’illusione olografica,la quale può essere soggetta ad essere modificata/alterata se si è in possesso della consapevolezza di ciò.
Siccome non abbiamo più nulla da chiederci su cosa siamo qua,iniziamo a chiederci cosa o chi ha fatto il programma o l’illusorio disco sul quale gira la musica,ed in quel momento non ci rendiamo conto che stiamo facendo lo stesso ragionamento di prima,ma da un livello superiore,
rischiando cosi di ricominciare a mordersi la coda.
Per questo non bisogna chiedersi chi,quando chi si è.
A mio parere,è come se la reazione vibratoria che ci ha fatto accendere la luce sulla nuova conoscenza,in quel momento si sia mossa con la tendenza a rientrare verso se stessa,anziché espandersi verso il programma,questo perché è stato scoperto un errore o qualcosa di simile verso il programma,o forse il programma punta all’assorbimento totale dell’esistenza,col conseguente spegnimento di entrambi. Per questo appena ho capito più chiaramente questo concetto è arrivato qualcuno a confermarmelo.
Di conseguenza,prima di arrivare a capire che sia io che te abbiamo creato questo come tutti quelli come noi,bisogna comprendere che siamo la stessa cosa.
Per riuscire ad esistere nell’infinito nulla,bisogna creare il limitato “tutto”.
Dalla singolarità,la pluralità
Il concetto che ci viene in mente come infinito,fa parte di quel “tutto”plurale,in cui si può definire ogni cosa,tranne quello che lo muove
Questo accade perché è tutto plasmato sul nostro totalitario punto di vista singolare.
E’ come se l’universo e tutti i suoi componenti stessero dalla parte destra o in alto,ed il “nulla” dalla parte sinistra o in basso.
L’universo è infinito in quanto dal momento in cui è iniziata la sua esistenza nel tutto,dall’altra parte dell’asse è rimasto comunque il nulla,e dunque infinito solo da una parte,o comunque non può esserlo nella parte opposta,che è ancora di più,perché oltre ad essere infinita dalla sua parte di asse,è infinita anche dall’altra,in quanto l’universo è scritturato sul nulla.
Per far si che qualcosa “esista” bisogna creare un opposto,ma come in questo caso,non è detto che l’opposto sia di uguale grandezza.
Lo possiamo chiaramente vedere nei sentimenti come nella società.
Per creare la pace deve esistere la guerra,come per poter essere consapevoli di conoscere l’amore,bisogna sapere cos’è l’odio.
Dunque c’è chi vive una vita a combattere,e chi a fare l’amore.
Questo perché c’è scompenso alla base di tutto.
Nonostante siamo lontani e non ci siamo mai conosciuti personalmente,stiamo arrivando alle stesse conclusioni,
questo accade perché abbiamo acquisito la stessa conoscenza in luoghi diversi,o per meglio dire; abbiamo scoperto l’informazione dalla nostra anima,e la esprimiamo in luoghi differenti.
Questo perché la vibrazione tende a tornare verso se stessa,e di conseguenza a ristringersi e compattare tutto,fino a diventare un puntino,per poi tornare acqua ferma.

Il fatto è che se noi diveniamo totalmente consapevoli dell’inconsistenza del programma,esso non potrebbe esistere.
Il problema è che cerchiamo continuamente di dar prova che esistiamo creando intorno a noi situazioni differenti che mai avremmo pensato come nostra opera,abbiamo esagerato un po’ con gli alieni come con una gran parte di esseri umani,
abbiamo creato una serie di contraddizioni infinite,prima guardando la società,e poi nelle leggi fisiche,e addirittura quantistiche.Questo perché ci stavamo accorgendo che qualcosa non andava, ed ora abbiamo capito.
Sono d’accordo con Te,
ma perché salvare un programma che si è dimostrato autodistruttivo,
quando invece sarebbe il caso di iniziare un nuovo ciclo?
Forse la paura di scoprire che siamo/sono soli/o?…..e che si è unità piena nell’infinito vuoto?

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