Re: Il paradosso dei gemelli. O.T.

Inviato da  ivan il 28/2/2007 5:11:57
Proseguiamo con la storia del paradosso dei gemelli.

Step II

La furbata del termine C ubiquitario nella teoria mette la medesima al riparo da verifiche empiriche effettuabili da chiunque, e la parcheggia in una comoda zona metafisica, posta al confine tra scienze e filosofia.
Si ritorna quindi alle scene già viste nel medioevo: discussioni su entità che non hanno una base fisica precisa e misurabile, ma che sono puramente astratte,quindi non suscettibili di verifica sperimentale.
Intendiamoci, non che le discussioni mediaveli, del tipo “quanti spiriti possono danzare sulla punta di un ago” fossero "sbagliate", ma erano e restano discussioni su argomenti astratti, ed immaginari, che partivano da presupposti arbitrari, presupposti dettati in ultima analisi da chi deteneva il potere.
All’epoca poi, le conseguenze poi per chi non accettava questo modo di agire sono state erano abbastanza semplici: un bel fuoco purificatore e i bollenti spiriti critici si placavano.
Ma questo modo di agire ebbe come conseguenza il completo blocco della scienza empirica e la rinnegazione ed il conseguente oblio di tutte le scoperte fatte dagli antichi.
M nonostante tutto, il mondo andò avanti lo stesso, l’umanità progredì lo stesso, anche e soprattutto perché la terra è tonda ed è popolata da tante civiltà ossia da tanti modi diversi di vedere le cose.


Step III

Quindi niente verifiche materiali, niente equazioni derivate da osservazioni empiriche, ma bensì un castello teorico costruito sui dei ben noti postulati, ossia su dei presupposti in ultima analisi arbitrari.
Nulla di male fin qui: in ultima analisi ogni nostra "costruzione" giuridica o scientifica alla fine poggia su dei presupposti arbitrari, ma in generale, quando le regole e i fatti che ne da essi ne derivano creano problemi e casini vari , il "sistema" viene rivisto, viene ridiscusso e al limite anche abolito e soppiantato da uno nuovo su nuove basi che tengono conto delle mutate condizioni al contorno.
Tutto ciò è' solo la normale "dialettica" delle cose del mondo, mondo che cambia e si evolve in continuazione, dove tutto scorre come un fiume in piena. Mondo che cambia e che fa paura quando cambia, perchè il cambiamento ha sempre delle conseguenze.
Ma il cambiamento spesso ci fa paura, e la paura ci porta a rifugiarci su isole lontane dalle tempeste, isole che crediamo sicure.

Step IV

Quindi, una volta enunciata la teoria, una messa la medesima al sicuro nel mondo astratto da spiacevoli sorprese di qualche smanettone domenicale, per giunta gomplottista, cha passa il suo tempo in laboratorio o in officina a verificare che "ma è vero che ... " , viene annunciata con un pò di effetti speciali per dargli un pò più di clamore, tra cui appunto la storia dell'astronauta che rimane giovane rispetto al meno fortunato fratello pedone terrestre.

Senonchè uno <<smanettone domenicale gomplottista cha passava il suo tempo in laboratorio o in officina a verisicare se "ma è vero che ..." >> si accorge che la storia dell'astronauta che si va a fare un giro nello spazio e ritorna più giovane del fratello gemello è, in termini della prima formulazione della teoria, in realtà paradossale, portando appunto alla situazione che entrambi fratelli sono autorizzati pensare che sia l’altro il fortunato destinato a restare giovane e a gordersi l’eredità.
Lo "smanettone gomplottista domenicale" a questo punto rende pubbliche le sue osservazioni e ovviamente cos succede? Il solito “apriti cielo”!
Un sacco di gente si precipita al capezzale del malato per portare conforto con le argomentazioni più bizzarre e fantasiose.
Ancora oggi leggiamo un sacco di spiegazioni (patch in termini moderni) fantasiose:
Citazione:

"Nel caso della teoria della relatività, si parla di "falsi paradossi", risultato di applicazioni di ipotesi errate alla teoria",

"Perchè il paradosso è un abbaglio".

“La comprensione che i sitemi di riferimento inerziali sono tre e non due, come superficialmente ci si potrebbe aspettare, è la chiave del non-paradosso. Il problema è che la gente pensa che una persona possa rappresentare un sistema di riferimento inerziale, invece no: è sbagliato! Al massimo una persona può viaggiare insieme ad un sistema di riferimento inerziale, ma quando cambia direzione, sta cambiando sistema di riferimento inerziale.”

“Certamente no, poiché egli NON si è mosso sempre di moto rettilineo uniforme rispetto al suo pianeta madre. Per allontanarsi da questo fino ai quattro quinti della velocità della luce deve prima accelerare fortemente, poi decelerare una volta giunto a destinazione, quindi ruotare intorno alla stella lontana, riaccelerare e poi rallentare fino a fermarsi sul nostro pianeta”

“Non avendo a che fare con sistemi di riferimento inerziali il paradosso dei gemelli non può mettere in crisi la RR che si occupa esclusivamente di sistemi di riferimento inerziali. “

“Un'analisi completa di questo paradosso in tutti i suoi dettagli può quindi essere svolta solo nell'ambito della Teoria della Relatività Generale, nella quale si mostra che, in presenza di accelerazioni e decelerazioni, il tempo viene "oggettivamente" rallentato rispetto a quello di un sistema inerziale"


Etc, etc

Frasi queste che in ultima analisi dicono: "la teoria non può essere sbagliata, è semplicemente che c’è chi non la sa applicare correttamente".

Ma per quante argomentazioni ad hominem si possano trovare contro chi fa presente il paradosso dei gemelli, il paradosso sempre lì rimane e quindi il colpo è stato accusato eccome se è stato accusato dall'ideatore della teoria.
Occorreva quindi trovare rimedio (in termini moderni: debunkare il troll gomplottista domenicale).


Step V

Come trovare una patch robusta al paradosso dei gemelli ?
Ovviamente non è cosa semplice, e di conseguenza ci volle del tempo prima che la medesima venisse trovata.
Non solo, ma ci voleva un qualcosa che addolcisse la pillola, un qualcosa che immedesimasse il lettore e lo rendesse partecipe, che lo rendesse non più vincolato alle dure e brutali trasformate di Lorentz, ma che lo illudesse che erano le sue osservazioni quotidiane, quindi innegabili, la base della nuova teoria.
Iniziano così le osservazioni “sulle persone in ascensore che non possono distinguere se ciò che osservano è l’accelerazione o l’attrazione gravitazionale”, poi quelle che “se devo andare dall’altra parte della montagna in bici e con con il tunnel faccio prima rispetto ai tornanti montani da percorrere magari a piedi” nonché le osservazioni “sui cerchi e sulle sfere e sulla minima distanza tra due punti in funzione della geometria dell'oggetto”.
A questo punto entra in gioco la famosa regola n.9 per fare carriera.


Step VI

Da "Come far carriera senza tanta fatica "

Dice la regola n.9 :

"Date smalto alla vostra conversazione con locuzioni tecniche strette;
non importa che non abbiano legame con l'oggetto del discorso.
L'importante è che nessuno le capisca.
Le definizioni tecniche incomprensibili estorcono rispetto e soggezione."




Occorreva quindi dare quindi alla teoria una formulazione la più complicata possibile ma ovviamente formalmente corretta. Gli strumenti all'epoca c'erano tutti, bastava solo saperci smanettare.


Step VII
.
L'idea per trovare la patch è stata semplice e geniale: è la retta il punto più corto tra due dati punti, indipendente dal sistema di riferimento che usiamo.
In uno spazio tridimensionale (x,y,z - quello in cui viviamo), la lunghezza “l” del segmento di retta che unisce due punti è data dalla ben nota relazione l = sqrt(x^2+y^2+z^2).
Nulla di nuovo sotto il sole, son cose note da millenni.
Se si aggiunge una coordinata temporale, si potrò definire un sistema a 4 coordinate: tre spaziali x,y,z e una temporale t.
Fin qui tutto ovvio, niente di nuovo sotto il sole.
Premesso questo, si definisce un “mondo degli eventi” (mi si passi il termine), dove il “segmento” che unisce due eventi viene così definito

Sigma^2= C^2*t^2-(X^2+y^2+z^2)

Questo rappresenta « il nuovo invariante nel cronotopo (o spazio –tempo)>> e con esso si può definire una nuova metrica dello spazio e “Sigma” viene definito appunto “evento elementare”.
Ora, in questo “mondo a 4 dimensioni”, la vi più breve tra due eventi (geodetica) è quella rende mimino lo spazio percorso e il tempo.

Premesso questo, ora, per un dato evento, è possibile definire il tempo “tau” proprio di quell’evento:

tau= sigma / C = (1/c) *sqrt(c^2*t^2-( x^2+y^2+z^2)).

Ora, se il fratello che rimane a terra, avrà un tempo proprio che chiameremo tau_a; egli sarà immobile nel suo sistema di riferimento e pertanto

Tau_a= (1/c)**sqrt(c^2*t^2-0)= t

Il fratello che va a farsi un giro tra le stelle, avrà un tempo proprio tau_b, dato da

Tau_b= (1/c) *sqrt(c^2*t^2-( x^2+y^2+z^2)).

Ma proprio perché si muove, proprio perché per il suo movimento dovrà per forza di cose subire delle forze che lo spostano dalla geodetica percorsa dall’altro fratello, sotto radice non ci sarà un elemento nullo o comunque ben diverso, quindi ne consegue che tau_a> tau_b, ossia che il fratello che rimane a terra è quello che invecchierà prima e l’altro è quello che si godrà l’eredità.

Semplice!

Geniale!

La verifica sperimentale? Ovviamente non si può fare!


Step VIII.

Ovviamente, questo modo di fare è molto comodo, ed ecco che tanti volponi hanno fatto proprio questo modo di agire ed ecco pertanto il fiorire di “scienze” puramente teoriche dove il confine con la metafisica e la filosofia è talmente labile da non essere più distinguibile.
Nel mondo dell’astrazione si può arzigolare di tutto e dimostrare tutto e il contrario di tutto e non c’è nulla di male in tutto ciò, ma va precisato con chiarezza che trattasi appunto di astrazioni e non di altro.

Step IX

Pensateci quando sentite certe odierne incredibili cronache “scientifiche”.

E se potete, pensate a Godel la cui opera ci ha salvato dalla tirannia di tanti volponi antichi e moderni.
Godel, la cui opera è finita nel dimenticatoio.

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