Re: OGM: (ennesimo) inganno globale

Inviato da  _gaia_ il 14/11/2006 21:56:16
3. Sicurezza alimentare.

Non abbiamo la minima garanzia che gli OGM siano sicuri. Nessuno studio ne ha finora attestata la sicurezza alimentare, mentre una serie di ricerche che mostrano l’esatto opposto sono state ostacolate e messe a tacere con ogni mezzo. Più avanti indicherò qualche caso, ora mi limito a riportare questo breve stralcio sugli “Effetti tossici di derivati alimentari prodotti da OGM”:

“RISCHI REALI:
Un famoso caso avvenuto alcuni anni or sono portò alla morte di 37 persone negli USA a seguito dell'assunzione di un integratore contenente triptofano ottenuto da batteri GM. La modificazione genetica aveva comportato un'alterazione nel metabolismo dei batteri con la comparsa di metaboliti secondari tossici del tutto sconosciuti ed imprevisti.
RISCHI POTENZIALI:
Molti alimenti sono oggi prodotti da organismi GM (ad es. lo yogurt prodotto con lattobacilli ogm). Considerando che ancora oggi il trasferimento di geni da un organismo all'altro è un meccanismo non ben compreso e non totalmente sotto controllo, è facile immaginare che il gene inserito in alcuni punti del DNA possa comportare sconvolgimenti a livello metabolico o addirittura comportare attivazione di geni silenti o spegnimento di geni attivi con conseguenze imprevedibili”.
(5)
Ogni giorno gli OGM finiscono sulle nostre tavole, senza che noi possiamo esercitare la minima libertà di scelta. La legge europea, tra l’altro, permette di non dichiarare la presenza di OGM negli alimenti se è inferiore allo 0,9%. Pare poco, ma moltiplicandolo per tutto il cibo che mangiamo si può avere una vaga idea della quantità di OGM che, inconsapevolmente, ogni giorno assumiamo.




4. Produttività e questione alimentare mondiale.

Gli OGM non sono necessariamente più produttivi rispetto alle coltivazioni tradizionali, nonostante la pubblicità finanziata dai colossi del biotech voglia farcelo credere. Anzi, in alcuni Paesi come l’India sono sorti movimenti di protesta proprio a causa di questa (ennesima) promessa non mantenuta da parte delle aziende produttrici di OGM. In India la percentuale dei raccolti GM falliti arriva fino al 100%. Sempre per citare qualche altro dato a titolo d’esempio:
“Complessivamente le promesse fatte relative all’aumento dei raccolti non sono state concretizzate, fatta eccezione per un piccolo aumento nei raccolti di mais Bt. Inoltre, la principale varietà GM (soia Roundup Ready) produce dal 6-11% in meno delle varietà non-GM.” (6)



Con questi dati di fatto, appare evidente come di colpo vengano meno tutte le premesse che dovrebbero sostenere la tesi per cui “gli OGM sono la soluzione alla fame nel mondo”.

E’ chiaro a tutti coloro che si interessano di questa tematica che gli OGM non possono salvare il mondo dalla fame.
La politica che ne è all’origine non punta certo in questa direzione, anzi scavando nei retroscena della storia degli OGM si scopre come la fine della fame nel mondo non rientri nemmeno nei programmi dei creatori della bioingegneria.
La questione alimentare a livello mondiale non è del tipo “Non c’è cibo sufficiente per tutti”, ma piuttosto “Il cibo non è disponibile allo stesso modo ovunque nel mondo”. Mi chiedo se, anziché inondare questi Paesi del “terzo mondo” con il biotech, non sia meglio permettere che ogni popolo sviluppi una propria agricoltura (come ogni popolo ha sempre fatto, peraltro), con modalità e tecnologie ad hoc, che solo la popolazione locale può sviluppare, conoscendo le peculiarità del proprio territorio. Difficile, forse impossibile oggigiorno, ma sarebbe credo la soluzione più efficace.

Non ci servono, in sostanza, campi che producano più tonnellate di grano, o mucche da cui ricavare forzatamente più ettolitri di latte: ogni anno, già oggi, nel mondo viene buttata via una quantità di cibo semplicemente sconcertante.
Per restare nella sola Italia:
Ogni giorno finiscono in discarica o all’incenerimento 4 mila tonnellate di alimenti, il 15% del pane e della pasta che gli italiani acquistano quotidianamente, il 18% della carne e il 12% della verdura e della frutta.” (7)

La fame nel mondo non si combatte semplicemente aumentando la produzione.

Il bimbo africano denutrito che viene cinicamente usato come arma psicologica verso i detrattori degli OGM (o anche solo verso l’opinione pubblica desiderosa di informazioni) è purtroppo l’ultimo dei pensieri della lobby agroalimentare, peraltro troppo spesso connessa con le lobby farmaceutica e militare-industriale.

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Note:

(5) “Le biotecnologie applicate al comparto agroalimentare”

(6) “Fame e sprechi alimentari. Convegno”

(7) “I semi del dubbio”



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