Re: OGM: (ennesimo) inganno globale

Inviato da  _gaia_ il 14/11/2006 21:54:03
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OGM: (ennesimo) inganno globale

- questioni aperte sulle coltivazioni di OGM -

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Avremo un governo mondiale, o con il consenso o con la forza.
(James Warburg)

Avremo un mondo di OGM, o con il consenso o con l’inganno.

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Questo scritto intende analizzare i punti critici della sperimentazione all’aria aperta e la coltivazione di piante geneticamente modificate, senza voler entrare nel merito della sperimentazione in laboratorio.

Ritengo doveroso cercare di fare chiarezza su molti aspetti ancora poco chiari al grande pubblico, anche perché troviamo quotidianamente OGM nei nostri piatti, volenti o nolenti, consapevoli o inconsapevoli che si sia.

Cercherò di esaminare la questione dei coltivi GM sotto vari punti di vista: partendo dalla spiegazione di cosa sia un OGM , passerò ad analizzare le coltivazioni GM dal punto di vista agricolo e naturalistico, per poi proporre una panoramica, necessariamente sintetica data la vastità del tema, sugli aspetti nutrizionali, la sicurezza alimentare, i rischi per l’ambiente e per l’uomo, la produttività, gli aspetti legali, la ricerca scientifica, e infine accennerò brevemente al ruolo dei media nella diffusione di informazioni riguardanti il mondo degli OGM.





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OGM: che cosa sono?
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Ogni organismo vivente è costituito da cellule, le quali contengono i cromosomi, che sono strutture formate dalla doppia elica di DNA (acido desossiribonucleico). Il DNA custodisce l’informazione genetica, unica per ogni essere vivente. Il DNA è formato da moltissimi segmenti, detti geni, ognuno dei quali codifica una certa informazione.
Il corredo genetico di un individuo (genotipo) è quindi ciò che è "scritto" nel DNA contenuto nel nucleo di tutte le sue cellule, e determina il fenotipo cioè l'insieme dei caratteri che l'individuo manifesta (il colore degli occhi piuttosto che la struttura ossea eccetera).



Gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) sono “organismi viventi le cui caratteristiche genetiche sono state modificate stabilmente in laboratorio. Uno o più geni presi da altri organismi vengono introdotti nel DNA dell’organismo che si vuole modificare.” (1)
Questa mutazione viene effettuata tramite tecniche di bioingegneria “allo scopo di ottenere caratteristiche particolari, che non si sarebbero mai potute sviluppare spontaneamente in natura. Tali organismi contengono nel proprio materiale genetico (Dna) geni che in natura appartengono al Dna di altri organismi” (2)

Dunque, in un OGM viene innestato un pezzo di DNA preso da una specie diversa, per creare esseri viventi non presenti in natura e non ottenibili tramite incroci.

Accenno ora brevemente a un paio di tecniche di bioingegneria, per meglio capire cosa significhi veramente “Organismo Geneticamente Modificato”.

Oltre alle tecniche più vecchie e meno precise, si annoverano quelle che fanno uso di microproiettili e di batteri specifici.
Nella prima tecnica si bombarda il soggetto con microproiettili (generalmente d’oro o tungsteno) contenenti il gene da innestare nel genotipo: solo le microparticelle che, una volta sparate (nel vero senso della parola) raggiungono il nucleo cellulare, possono far integrare il loro DNA.
Nel secondo caso, il più frequente, si utilizza un batterio infestante, l’Agrobacterium tumefaciens. Questo procariote colpisce moltissime specie vegetali e innesta parte del proprio genoma sul DNA dell’ospite, forzandolo a produrre sostanze a lui utili e infine innescando la proliferazione tumorale delle cellule vegetali. Il pezzo di genoma del batterio che entra nella cellula della pianta e la influenza è il t-DNA (“DNA transfer”), grazie a cui il procariote riesce a “riprogrammare” la cellula vegetale secondo le sue esigenze. La bioingegneria innesta il gene che interessa nel t-DNA del batterio, usandolo come veicolo.

In entrambi i casi comunque il risultato non è affatto certo o scontato.
I ricercatori non possono sapere in anticipo quante e quali piantine effettivamente verranno infettate con il gene estraneo. Non c’è reale certezza in questo processo di innesto di parte di un genoma estraneo su un essere vivente, vegetale o animale che sia.

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I semi (A) sono formati da moltissime cellule (B); al loro interno, i cromosomi (C) contengono la doppia elica di DNA (D) che custodisce l’informazione genetica. Negli OGM (a sinistra), la biotecnologia introduce un transgene (E), cioè un pezzo di DNA estraneo alla specie cui l’organismo appartiene. Nei non-GM invece (a destra) le mutazioni sono minori come quella di un singolo nucleotide (G) in un gene, che crea una nuova versione di quel gene (H); questo genere di mutazioni avviene da sempre in natura ed è alla base della biodiversità delle forme viventi sul pianeta.
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Appare ora chiaro che gli OGM non hanno nulla a che vedere con le tradizionali tecniche di selezione operata dall’uomo per millenni, per ottenere nuove varietà con le caratteristiche desiderate.
In questo caso infatti l’uomo sceglie la pianta con certi caratteri che desidera rafforzare e la incrocia con un’altra pianta della stessa specie, fino a ottenere una linea di discendenza in cui quel carattere è accentuato.
Una sorta di “selezione pilotata” insomma, ma sempre all’interno dell’ordine naturale delle cose.

Un OGM invece è un organismo in cui l’uomo introduce forzatamente pezzi di DNA estranei a quella particolare specie: fragole con geni di pesci artici, piante (ma anche topi e maiali) con i geni della luciferasi (un enzima implicato nella bioluminescenza) sono alcuni esempi realizzati dalla bioingegneria.

In questo secondo caso dunque è scomparso qualunque legame con la “naturalità”.
Questo appare ancora più ovvio se pensiamo a come in natura una pianta come quella della patata possa mai arrivare a inglobare nel proprio DNA pezzi di genoma animale come quello di uno scorpione, o come possa un topolino di campagna mettersi un giorno a brillare di luce propria.


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Note:

(1) Arpa: definizione di OGM

(2) Dizionario Medico: definizione di OGM



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