Re: Scienza ed etica.

Inviato da  florizel il 9/11/2006 17:36:46
Citazione:
secondo me non c'è nulla di male a fare uso di sistemi elettromeccanici atti a migliorare il proprio corpo.

Direi che l’elettromeccanica è un aspetto parziale, rispetto alla discussione che stiamo facendo circa la ricerca intesa in chiave transumanista.

L’elettromeccanica, applicata alla ricerca (ad OGNI ricerca, anche a quella “innocua”) concerne il campo diagnostico e di intervento pratico, mi pare: è lo strumento (tecnologia, di per sé non immediatamente e necessariamente bollabile come diabolica…) e non la materia manipolata (scienza), e di per sé non incide sulle sperimentazioni di cui si parla; per cui, valutarne positivamente l’uso non risolve automaticamente il problema etico di fondo: l’innesto di cellule umane ed animali, come dettagliatamente indica Santaruina.

“Migliorare il proprio corpo” sembra anch’essa un’affermazione troppo generica, che può dire tutto come non può dire un beato niente: anche l’attività fisica all’aria aperta (e pura) migliora il corpo, anche una sana alimentazione e dei ritmi sonno/veglia naturali, per non parlare del rapporto con se stessi e dell’affettività.
Qui si parla di una “scienza” che intende superare il corpo umano, connotandolo artificialmente di capacità che non gli sono innate, né potenziabili, ritenute un “vincolo”.
Non è solo ciò a cui giustamente accenna Santaruina, quindi:

"siamo stati a lungo plasmati per accettare l’inaccettabile quale inevitabile".

Quello che sembra non essere compreso, tra l’altro, è la pericolosità insita nel modo subdolo con cui detta ricerca viene propagandata e poi assimilata dall’opinione pubblica come parte di quella a cui ci hanno “abituati”: la ricerca sul cancro, sulla sclerosi multipla, o la distrofia muscolare, ecc.
Si può capire la logica su cui si fonda una scienza che intende migliorare la condizione fisica, mentale ed interiore umana (e non), ma solo se è improntata ad un potenziamento di cui l'umano è capace. Sarebbe interessante, a tale proposito, una scienza che studia quali siano le migliori condizioni sociali ed ambientali in cui l’individuo può dare il meglio di sé, attivando tutte le sue funzioni, da quella logico-razionale e quella percettiva, simbolica, creativa, ecc.

Invece, mi pare che qui ci si trovi di fronte a tutt’altro, ed essenzialmente “razionalistico”: partendo dal presupposto che l’attuale condizione umana non sia allo stato finale della sua “evoluzione”, questi folli intenderebbero “intervenire” su di essa, nel “corpo”, e nel modo più violento e diretto, prescindendo dalla necessaria mole di fattori che potrebbero invece portare, o non portare affatto, a diverse condizioni di vita.
Uno scenario distopico, ed apocalittico.

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