Re: Scienza ed etica.

Inviato da  Pausania il 8/11/2006 15:21:13
Citazione:

Max_Piano ha scritto:

Purtroppo la scienza non può progredire senza interrogarsi sui problemi etici insiti nella ricerca stessa i quali non si manifestano necessariamente solo al momento applicativo (fine=tecnologia) ma, appunto, prima (ricerca=mezzo).


Non credo che la tecnologia sia il fine della scienza. Direi anzi che la scienza dovrebbe avere come fine la (cono)scienza stessa.

La scienza puó benissimo esistere senza la tecnologia e tuttavia non perdere il suo scopo.

La ricerca é chiaramente il mezzo che la scienza usa per scoprire, ma credo i casi in cui la scienza usa mezzi moralmente illeciti siano pochi.

Piuttosto, mi pare che l'articolo postato da Santaruina mischi le carte e non faccia chiarezza:

La scienza in genere infatti si richiude sempre più nei tecnicismi, nei laboratori lontani dalla vita e dai problemi dell’uomo comune, fino a mutarsi in convenzione linguistica.

Perché una volta invece parlava la lingua dei bambini e le folle si accalcavano per ascoltare le lezioni di biochimica.
Ma subito dopo, senza nemmeno andare a capo:

Le sue applicazioni cadono nel mondo come sottoprodotti di un lavorio senza scopo, che raggiunge il parossismo e il massimo della corrusca potenza quando viene impiegato al fine ad esso più congeniale: la guerra.

Mi viene sempre da chiedere quali tecnologie abbiano portate alla guerra: la ruota? l'aratro? le canalizzazioni degli acquitrini? E comunque c'é una bella differenza tra le due cose, tra scienza e tecnologia. Non si puó attaccare la tecnologia per affossare la scienza.

Non è un caso che tutte le meraviglie tecniche che hanno cambiato la nostra vita (dal radar a Internet) siano sorte al seguito dell’enorme sforzo ingegneristico dell’industria bellica.

Qui la selezione é del tutto arbitraria. Volgio dire: é piú rivoluzionario internet o l'aratro? Il radar o la scrittura? Intendo rivoluzionario nel senso letterale, di combaimento profondo del mondo e della vita.

In fondo internet velocizza e accorcia le distanze, ma in sostanza é pur sempre un testo scritto su un supporto diverso. La sostanza in fondo non cambia di molto.
Peró guarda caso il telefono, senza cui internet non esisterebbe, non viene nemmeno sfiorato. Eppure, la vera "rivoluzione" alla base delle reti telematiche, é l'invenzione di Meucci. Ma ce la possiamo prendere con Meucci?

Il radar, per esempio, salva migliaia di vite umane, controllando il traffico di migliaia di aerei al giorno (tranne nel caso in cui vengano dirottati da Sauditi ed Egiziani, ovviamente).

Questi prodotti scintillanti e dall’inquietante paternità, sul cui riutilizzo a fini pacifici Sermonti ci dona una delle sue riflessioni più profonde, negandone la liceità [...]

Beh, voglio vedere chi sostiene l'abolizione dei radar e di internet. Ma qui viene il bello:

Forse non vi sarebbe nulla di male, se la scienza manipolatrice, dominatrice, dissacratrice che li ha creati non inquietasse i nostri sogni di uomini moderni, indicando coi suoi veleni e le sue distruzioni, la perdita che stiamo subendo in cambio di un orologio da polso e di un ritmo di vita non più scandito dall’armonia dei cieli, ma frammentato a colpi di lancetta meccanica.

Maledetti sacerdoti babilonesi, che con la loro scienza diabolica hanno permesso ai loro epigoni del ventunesimo secolo di sapere che ora é. Ma in realtá è colpa della meridiana, vera genitrice malefica di ogni male.

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