Re: Scienza ed etica.

Inviato da  carloooooo il 8/11/2006 13:28:25
Forse per mettere in chiaro il rapporto tra scienza ed etica sarebbe utile chiedersi quale sia lo scopo ultimo della scienza, casomai ne avesse uno.

Per fare questo riprendo qualche passo da un libro che, oltre ad essere scritto divinamente, costituisce uno dei punti di vista più significativi del pensiero novecentesco e che potrebbe costituire uno spunto di riflessione: Dialettica dell’Illuminismo, di Max Horkheimer e Theodor W. Adorno (Einaudi).

“Il programma dell’illuminismo [inteso in senso ampio del termine, come “razionalizzazione”] era di liberare il mondo dalla magia. Esso si proponeva di dissolvere i miti e di rovesciare l’immaginazione con la scienza. Bacone, il padre della filosofia sperimentale,” diceva “<Oggi dominiamo la natura solo nella nostra opinione, e siamo sottoposti alla sua necessità; ma se ci lasciassimo guidare da lei nell’invenzione, potremmo comandarle nella pratica>. Benché alieno alla matematica, Bacone ha saputo cogliere esattamente l’animus della scienza successiva, Il felice connubio, a cui egli pensa, fra l’intelletto umano e la natura delle cose, è di tipo patriarcale: l’intelletto che vince la superstizione deve comandare la natura disincantata.”

“I re non dispongono della tecnica più direttamente di quanto ne dispongano i mercanti: essa è democratica come il sistema economico in cui si sviluppa. La tecnica è l’essenza di questo sapere. Esso non tende a concetti e ad immagini, alla felicità della conoscenza, ma al metodo, allo sfruttamento del lavoro altrui, al capitale. […] Ciò che gli uomini vogliono apprendere dalla natura, è come utilizzarla ai fini del dominio integrale della natura degli uomini.”

“Senza riguardo alle differenze, il mondo viene sottomesso all’uomo. In ciò concordano la storia ebraica della creazione e la religione olimpica. […] Come signori della natura, dio creatore e spirito ordinatore [la razionalità e quindi la scienza] si assomigliano. La somiglianza dell’uomo con Dio consiste nella sovranità sull’esistente, nello sguardo padronale, nel comando.”

Ma questo comporta il trapasso della “natura in pura oggettività. Gli uomini pagano l’accrescimento del loro potere con l’estraniazione da ciò su cui lo esercitano [ossia la natura, le cose]. L’illuminismo [e quindi la scienza] si rapporta alle cose come il dittatore sugli uomini: che conosce in quanto è in grado di manipolarli. Lo scienziato conosce le cose in quanto è in grado di farle. […] Nella trasformazione [compiuta dalla scienza, che le riduce a numero] l’essenza delle cose si rivela ogni volta come la stessa: come sostrato del dominio. Questa identità fonda e costituisce l’unità della natura.”

“La natura è, prima e dopo la teoria dei quanti, ciò che bisogna concepire in termini matematici; anche ciò che non torna perfettamente, l’irrisolvibile e l’irrazionale,è stretto davvicino da teoremi matematici. […] L’illuminismo […] identifica il pensiero con la matematica. Essa viene, per così dire, emancipata, elevata ad istanza assoluta. […] Nella matematizzazione galileiana della natura la natura stessa viene – sotto la guida della nuova matematica – idealizzata; diventa – in termini moderni – una <molteplicità matematica>. Il pensiero si reifica in un processo automatico che si svolge per conto proprio, gareggiando con la macchina che esso stesso produce perché lo possa finalmente sostituire. […] Il procedimento matematico è assurto, per così dire, a rituale del pensiero. Nonostante l’autolimitazione assiomatica, esso si pone come necessario e oggettivo: trasforma il pensiero in cosa, strumento, come esso stesso volentieri lo chiama.”

“Il formalismo matematico, che ha per mezzo il numero, […] fissa il pensiero alla pura immediatezza. Si dà ragione a ciò che è di fatto, la conoscenza si limita alla sua ripetizione, e il pensiero si riduce a tautologia. Quanto più l’apparato teorico si asservisce a ciò che è, e tanto più ciecamente si limita a riprodurlo.”

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Il pensiero si riduce a tautologia

Interessante, perché sappiamo che le tautologie non dicono nulla sulla realtà (se qualcuno mi dice “piove e non piove”, che è una proposizione sempre vera, io non ottengo nessuna informazione).

Se la scienza è tautologia e non porta alla conoscenza, il suo unico obiettivo è quello di dominare la natura, e lo fa secondo un meccanismo cieco e automatico che sicuramente non ha nulla a che fare con l’etica.

Interessante, no?

Carlo

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