Re: Il Campo del Punto Zero

Inviato da  Al2012 il 25/4/2008 0:17:16
Restando in merito al DNA e genetica.

Sentite cosa ha da dire il biologo cellulare Bruce Lipton ……..

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NUOVE SCIENZE E SCIAMANESIMO
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Fin dall’avvento della meccanica quantistica, scienziati come il biologo cellulare Bruce Lipton hanno scoperto e valutato, e sono arrivati alla conclusione che in atto c’è molto più delle particelle elementari di base e della fisica newtoniana. (…)

Sì, c’è un posto dove la materia cessa di esistere, un posto dove tutto è energia.
Ed è vero, si può cambiare il proprio punto di vista o convinzione, e quel cambiamento può influenzare l’energia.
Ed è altrettanto vero che un cambiamento nel campo invisibile di energia si tradurrà in un cambiamento nel nostro mondo fisico. (…)

L’epigenetica è lo studio dei meccanismi molecolari con i quali l’ambiente controlla l’attività genetica, ed è uno dei campi più attivi dell’attuale ricerca scientifica.
Il significato letterale di epigenetica è “controllo sulla genetica”.
Secondo Bruce, la ricerca in questo campo relativamente nuovo ci mostra che “i geni non sono il destino.
Le influenze ambientali, compresa l’alimentazione, lo stress e le emozioni possono modificare quei geni senza tuttavia cambiare il loro blueprint di base.
E quelle modifiche passeranno senza dubbio alle future generazioni così come sono passate le blueprints del DNA attraverso la doppia elica”.

Come direbbe uno sciamano, noi riceviamo informazioni a livello cellulare dal Campo dell’intelligenza, cioè la matrice al cui interno esiste tutta la materia.
La chiamerò akasha (etere, spazio informato ndr).
E nella mia traduzione Egiziana, la chiamerò ka. (…)


EPIGENETICA: conversazione con Bruce Lipton
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Durante il periodo in cui Bruce Lipton, Ph.D, lavorava come ricercatore e professore alla scuola di medicina, fece una sorprendente scoperta sui meccanismi biologici attraverso i quali le cellule ricevono ed elaborano le informazioni: infatti, piuttosto che controllarci, i nostri geni sono controllati, sono sotto il controllo di influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i pensieri e le nostre credenze.
Questo prova che non siamo degli “automi genetici” vittimizzati dalle eredità biologiche dei nostri antenati.
Siamo, invece, i co-creatori della nostra vita e della nostra biologia. (…)

Fino alla scoperta dell’epigenetica, si credeva che il nucleo di una cellula, contenente il DNA, fosse il “cervello” della cellula stessa, del tutto necessario per il suo funzionamento.
Di fatto, come hanno scoperto Lipton ed altri, le cellule possono vivere e funzionare molto bene anche dopo che i loro nuclei siano stati asportati.
Il vero “cervello” della cellula è la sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi dinamicamente ad un ambiente in perpetuo cambiamento.
Che cosa significa questo per noi, quali collezioni di cellule chiamati esseri umani?
Man mano che incrociamo le diverse influenze ambientali, siamo noi a suggerire ai nostri geni cosa fare, di solito inconsciamente.
I carboidrati ci fanno ingrassare? Sì,se lo crediamo.
Saremo amati, avremo successo nel lavoro, saremo ricchi? Se ci crediamo, lo saremo.
Lipton ci mostra anche come Darwin avesse torto.
La competizione non è la base dell’evoluzione; non è la sopravvivenza del più forte che ci permette di sopravvivere e prosperare.
Al contrario, dice, dovremmo leggere l’opera di Jean-Baptiste de Lamarck, che venne prima di Darwin e dimostrò che la cooperazione e la comunità sono la base della sopravvivenza.
Immaginate se ciascuna dei vostri trilioni di cellule decidesse di farcela da sé, di combattere per essere la regina della collina piuttosto che cooperare con le cellule compagne.
Per quanto sopravvivereste? (…)


IL GENOMA E LA CRIPTONITE
A spasso per il Campo con Bruce Lipton
a cura di Meryl Ann Butler (intervista)
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Conduciamo la nostra esistenza in base a quello che riteniamo sia il nostro mondo, le nostre capacità e i nostri limiti.
Che conseguenze avrebbe lo scoprire che queste credenze sono sbagliate?
Che ogni cosa, dal DNA al futuro del nostro mondo, si basa su un semplice «Codice della realtà» che è possibile cambiare e migliorare a volontà?

MAB: Il punto di partenza del tuo libro, La biologia delle credenze, è che gli esseri umani non sono, come pensavamo prima, vittime dei loro geni, ma che l’ambiente ha un effetto diretto sul nostro DNA. Vorresti approfondire?

BL: Certamente. Fino a tempi recenti, si pensava che i geni fossero auto-attuativi, cioè potessero accendersi e spegnersi da soli.
Come risultato, oggi la maggior parte delle persone si ritengono dei robot genetici, cioè che i geni controllano la loro vita.
Le mie ricerche, invece, segnano l’inizio di una concezione radicalmente nuova della scienza cellulare.
La nuova biologia rivela che noi “controlliamo” il nostro genoma, anziché esserne controllati.
Oggi è riconosciuto che l’ambiente, e più precisamente le nostre percezioni o interpretazioni dell’ambiente, controllano direttamente l’attività dei nostri geni.
Ciò spiega perché la gente può guarire spontaneamente da patologie ritenute permanenti.

MAB: Allora è davvero il caso di parlare di «primato della mente sulla materia»?

BL: Sì, questa nuova concezione della biologia umana non considera il corpo un mero apparato meccanico, ma ingloba il ruolo della mente e dello spirito.
Questa nuova prospettiva è fondamentale in ogni processo di guarigione, perché riconosce che quando cambiamo la nostra percezione o le nostre credenze, mandiamo messaggi totalmente diversi alle nostre cellule, provocando la loro riprogrammazione.
Questa nuova scienza si chiama epigenetica.
Esiste da sedici anni, ma solo ora il grande pubblico sta imparando a conoscerla.
Per esempio, l’American Cancer Society è un’organizzazione che fa ricerca sui geni del cancro da circa cinquanta anni.
Ebbene, questa società ha scoperto che solo circa il 5% dei casi di cancro ha legami con la genetica; il 95% non ha nulla a che fare con la genetica.
Recentemente, l’American Cancer Society ha pubblicato una statistica dove si dice che il 60% dei casi di cancro si può evitare cambiando stile di vita e dieta.
Quindi, oggi ci dicono: «Dipende dal tuo stile di vita, non dai geni». (…)

MAB: In che modo tutto ciò si ripercuote a livello cellulare?

BL: Le informazioni provenienti dall’ambiente vengono trasferite alla cellula attraverso la membrana cellulare.
Prima pensavamo che il nucleo della cellula fosse il suo cervello.
Ma nel 1985 ho scoperto che in realtà il cervello della cellula è la membrana.
Il nucleo, come si è scoperto, è di fatto il centro riproduttivo.
La membrana cellulare controlla le condizioni dell’ambiente e quindi invia segnali ai geni, per innescare processi che serviranno alla sua sopravvivenza.
Nel corpo umano, il cervello invia messaggi alla membrana cellulare per controllare il comportamento e l’attività genetica della cellula.
È così che la mente, tramite il cervello, controlla la nostra biologia.
Per esempio, una disciplina importante nelle scienze della salute è la psiconeuroimmunologia.
Letteralmente, questo termine significa: la mente (psico) controlla il cervello (neuro) che a sua volta sovrintende al sistema immunitario (immunologia).
È così che funziona l’effetto placebo!
Quando la mente percepisce l’ambiente come sicuro e amichevole, le cellule si focalizzano sulla crescita.
Le cellule devono svilupparsi affinché il corpo continui a funzionare in modo sano.
Al contrario, in situazioni di stress, le cellule assumono un atteggiamento di difesa protettiva. Quando ciò accade, le risorse energetiche del corpo, normalmente impiegate per sostenere la crescita, vengono dirottate a questi sistemi che forniscono protezione.
Il risultato è che in un sistema stressato i processi di crescita sono limitati o sospesi.
Nei casi di stress acuto (breve) l’organismo è in grado di adattarsi, mentre uno stress cronico o prolungato è debilitante, perché le richieste energetiche del corpo interferiscono con la manutenzione richiesta, e ciò porta a patologie e disfunzioni.
Per esempio, la paura che si è diffusa negli Stati Uniti dopo l’undici settembre ha avuto un effetto devastante sulla salute dei nostri cittadini.
Ogni volta che il governo lancia l’allarme per un nuovo possibile attacco terroristico, la paura da sola fa sì che gli ormoni dello stress frenino la nostra biologia e si preparino a una risposta di difesa.
In seguito all’attacco al World Trade Center, la salute del Paese è caduta a picco e i profitti delle aziende farmaceutiche sono saliti alle stelle (registrando un aumento del 100% in meno di cinque anni!).
Quel sistema di allarme basato sul codice colorato, poi, è causa di un’altra grave conseguenza.
In stato di paura, gli ormoni dello stress modificano il flusso del sangue nel cervello.
In situazioni normali, il sangue fluisce al cervello concentrandosi soprattutto nel proencefalo, la sede del controllo conscio.
In condizioni di stress, le vene del proencefalo si restringono, costringendo il sangue a dirigersi verso il romboencefalo, il centro dei riflessi inconsci.
In poche parole: quando abbiamo paura, diventiamo più reattivi e meno intelligenti. (…)
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Altra intervista ……………

INTERVISTA ALL'AUTORE, BRUCE LIPTON
a cura di Barbara Stahura
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Barbara Stahura: La premessa di base della tua ricerca e del tuo libro, The Biology of Belief, è che il DNA non controlla la nostra biologia.

Bruce Lipton: Sì. Ho cominciato a studiare questo verso la fine degli anni ’60.
Da allora la scienza di frontiera ha iniziato a rivelare tutte le cose che avevo osservato.
I biologi che fanno ricerca d’avanguardia sono a conoscenza di ciò che dico nel libro.
Il pubblico, però, non ne ha comprensione alcuna perché, o gli arriva in forma abbreviata, o quello che gli viene venduto è la credenza che siamo controllati dai nostri geni, sebbene ciò non sia sostenuto dalla scienza d’avanguardia.
Tutto il mio sforzo si è concentrato nel far giungere al mondo l’informazione d’avanguardia. L’orientamento mentale del pubblico è stato programmato secondo la credenza che siamo degli automi genetici, che i geni controllano la nostra vita, che ne siamo vittime, e via di seguito.
Il punto, però, è che la scienza di frontiera – quella di cui parlo – si è stabilizzata da almeno 15 anni. È ora che sia portata nel mondo perché è lì che viene usata. (…)

BS: La tua dimostrazione che il “cervello” della cellula non è il DNA ma, bensì, la sua membrana è affascinante. Che significato ha questa scoperta riguardo a ciò che pensiamo di noi stessi e della nostra vita, dal momento che siamo proprio una comunità di cellule?

BL: Se due cellule si uniscono e stanno comunicando, useranno i loro “cervelli” per farlo, giusto?
E se dieci cellule si uniscono, useranno i loro cervelli affinché la loro comunicazione reciproca abbia un senso.
Quando prendi un insieme di un trilione di cellule, come in un cervello umano, queste opereranno ancora secondo il principio del cervello cellulare.
Beh, quando abbiamo comprato l’idea che i geni ed il nucleo formano il cervello della cellula - che ci porta fuoristrada - e la applichi come fosse un principio di neurologia o di neuro-scienza, ti sei già incamminato nella direzione sbagliata.
Non puoi arrivare da nessuna parte perché quello non è il cervello della cellula.
I nostri principi su come funziona l’intelligenza sono stati totalmente sviati.
Ecco perché, dopo tanta neuro-scienza, se chiedi a qualcuno: “come funziona, veramente, il cervello?” La risposta sarà: “veramente, non lo sappiamo”.
Il Progetto Genoma Umano dice che quel modello è sbagliato.
Pensavamo che ci volessero più di 100.000 geni per far funzionare un essere umano.
Il fatto che ce ne siano meno di 25.000 ha messo un bastone tra le ruote dell’intero processo.
Come può esserci un tale esiguo numero di geni a formare una cosa così complessa come un essere umano?
La risposta è che ci vuole molto di più dei soli geni a farlo funzionare – che è l’apporto dall’ambiente che può alterare la lettura dei geni.
Ci sono 140.000 proteine in un corpo umano, e si credeva che ciascuna richiedesse un gene separato per prodursi.
Di colpo, trovi che ci sono 25.000 geni e 140.000 proteine, e non ci siamo con i numeri. L’epigenetica rivela qualcosa di così sorprendente che la scienza stessa ha dei problemi a comprendere la forza di questo nuovo significato, e suona così: con il controllo epigenetico, che significa il controllo mediato dall’ambiente, un singolo gene può essere usato per creare 2000 o più proteine diverse dalla stessa matrice.
Il controllo epigenetico è come un lettore che può leggere l’impronta originaria e ristrutturarla per produrne qualcosa di diverso.
Ed ecco come un singolo gene può essere usato per creare molti prodotti proteici differenti.
Non è stato il gene che ha prodotto ciascuna proteina, è stato il controllo epigenetico che l’ha fatto, e questo è il feedback diretto dall’ambiente.
Ci allontana da quel meccanismo che dice che siamo solo macchine. (…)

BS: Per tanti l’idea che siano i nostri pensieri a creare la realtà, che è quello su cui si basa la Scienza Religiosa e altre tradizioni metafisiche e spirituali, è un’idea puramente spirituale. Ma la fisica quantistica ha aggiunto all’idea, il fatto scientifico. E ora, il tuo lavoro e quello di altri porta quel concetto a livello delle cellule. Che lo rende in qualche modo più reale, più tangibile.

BL: Se si definisce lo spirito più o meno su questi parametri si potrebbe ottenere una definizione del tipo “una forza motrice invisibile.”
Se definisco la natura della meccanica quantistica, è una forza motrice invisibile.
Di fatto afferma: “Sì, ci sono forze invisibili che modellano la nostra esistenza”.
Poiché la nostra biologia è tradizionalmente basata su un concetto newtoniano e materialistico, la natura di quel sistema è di considerare le forze invisibili come non rilevanti.
Però, quello che la meccanica quantistica ha stabilito è che le forze motrici invisibili sono tutto. Perciò, se la nostra scienza non si adatta alla nuova fisica, sta di fatto ostacolando il progresso in evoluzione.
Quando si introducono nuove forze, si deve dar loro nuovo credito, e quando lo si fa, i ricercatori spirituali saltano su e dicono: lo sapevo! E i fisici quantistici saltano su e dicono, lo sapevo!
Stiamo sempre parlando della stessa cosa.
Se lo ammettessimo, l’opportunità di unione diventa così tangibile che è quasi fisica.
Sì, possiamo sentirla! Ora possiamo essere tutti d’accordo.
Tu la chiami come vuoi, io la chiamo come voglio.
Ma siamo tutti governati da queste forze invisibili. (…)

BS: Come possiamo cambiare le nostre percezioni o credenze fino a quel punto?

BL: La prima cosa è acquisire le nuove percezioni di come funziona la vita.
Lasciare andare o riconsiderare le percezioni con le quali ci siamo formati, che, inevitabilmente, sono vittimizzanti: sono fragile, l’ambiente mi può attaccare, lo zucchero fa male.
Queste sono credenze acquisite. Ma la questione è, sono veramente vere?
Sono vere se questo è ciò che credi, dal momento che la percezione governa la biologia.
Se sono programmato dalla percezione che lo zucchero è dannoso alla mia biologia e lo mangio, allora essendone a conoscenza intossico il mio sistema con la credenza, non con lo zucchero.
La maggior parte di queste percezioni si manifestano come credenze limitanti o auto-sabotanti su quello che possiamo o non possiamo fare.
Come l’auto-guarigione. La tendenza è, no, non ti puoi guarire da solo, devi andare da qualcun altro che ti guarirà.
Santo cielo! Dopo parecchi miliardi di anni di evoluzione, il sistema fu progettato per auto-guarirsi. Per quanti milioni di anni gli esseri umani hanno fatto senza medici?
Perché abbiamo bisogno di così tanti medici ora?
Perché la percezione è che siamo deboli e fragili, ed abbiamo bisogno del loro aiuto.
Bene, questa è una percezione.
Quando eliminiamo questa percezione ed iniziamo ad immettere nuove percezioni, allora cambiamo la risposta della nostra biologia al mondo che ci circonda.
Man mano che cambiamo le nostre percezioni, cambiamo le nostre risposte.
Le percezioni con le quali operi – ti danno sostegno o te lo tolgono?
Ti rendono più forte o più debole?
Queste percezioni sono nel subconscio, che controlla il 95 per cento della nostra vita.
E, quando lo fa, lo fa senza che noi ce ne accorgiamo.
Non vediamo di fatto i programmi che sono automatici.
Funzionano perché il conscio è occupato, ed i programmi automatici ne prendono il posto.
Quando il conscio è occupato a fare qualcosa, non sta osservando se stesso.
Ci sono due fattori che ci aiutano a capire questo.

Uno, la mente cosciente opera con un processore da 40 bit, che significa che può interpretare ed elaborare 40 bit di stimoli nervosi – un bit è uno stimolo nervoso – al secondo.
Il che significa che entrano 40 stimoli al secondo e la mente cosciente li discerne e li capisce.
La mente subconscia in quello stesso secondo sta elaborando 40 milioni di bit.
Da rilevare: se confronto l’elaborazione della mente conscia con quella subconscia, la subconscia è un milione di volte più potente nell’elaborare informazioni.

Elemento numero due: i neuroscienziati cognitivi dicono che il 5 per cento del nostro comportamento giornaliero è controllato dalla nostra mente cosciente ed il 95 per cento dal programma subconscio.
Perciò nella nostra esistenza quotidiana, la mente subconscia è la fonte più potente della nostra biologia.

La mente subconscia è un nastro registratore. Non c’è nessuno lì.
È praticamente un congegno di stimolo-risposta.
Non c’è bisogno di esserne coscienti.
Voi ve ne andate in giro per il mondo, e farà quello che deve fare senza che dobbiate pensarci.
Quando la mente cosciente è occupata, non sta osservando il subconscio.
Ed il subconscio è composto dai programmi fondamentali che abbiamo ricevuto dagli altri nei primi sei anni.
Mentre si vive la vita con le nostre intenzioni e i desideri della mente cosciente, il 95 per cento del comportamento viene dalla mente subconscia, che è stata programmata da altri.
E la maggior parte di tale programmazione è veramente limitante.
Non ti puoi guarire da solo, non sei abbastanza intelligente, non ti meriti le cose buone, non sei bravo in disegno o quello che è.
Queste affermazioni diventano programmi subconsci, che si attivano quando non faccio attenzione. La mente cosciente nella maggioranza è occupata a pensare al futuro o al passato.
E se il conscio è occupato in questo, nel momento presente, si è veramente guidati dal subconscio.
Il vostro cosciente è occupato a cercare di pensare: “Mi merito un aumento e di certo dovrei salire di grado in questa ditta.” Mentre lo fate di certo, state operando dal subconscio, e quello ha un programma che afferma che non vi meritate le cose.
Qual è allora l’espressione del vostro comportamento?
Il comportamento che è coerente con “Non mi merito.”
Ciò significa che farete degli errori o altro che renderanno legittimo che non vi meritiate le cose. Non ve ne rendete conto perché non l’avete visto all’opera, e diventate frustrati riguardo la vostra vita perché ci provate così tanto ad avere successo e non andate mai da nessuna parte.
E poi, ovviamente, la tendenza è, non sei tu, è il mondo ad ostacolarti.
La grande e bizzarra sorpresa è che il mondo vi darà qualsiasi cosa.
E’ il vostro stesso sé che è d’intralcio.

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Ora vi lascio con il link ad uno spezzone video di circa 30 minuti ………

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Bruce Lipton - La Mente è più Forte dei Geni – DVD
QUI

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