Re: Darwin e levoluzionismo. Il dibattito è ancora aperto.

Inviato da  nessuno il 16/2/2011 23:24:10
Citazione:

incredulo ha scritto:


Per coloro che non vogliono andare oltre la conoscenza scientifica, oltre i limiti del pensiero scientifico, ricordo che:

quello che per ognuno di noi e' vero, condiziona anche le nostre scelte, la nostra vita.

Non e' una questione di meglio o peggio, giusto o sbagliato, bianco o nero, e' un modo individuale di porsi davanti al mondo e, quel modo determina la realta'.


Solo in parte. Esiste una differenza, a mio parere, tra "reale", "realtà" e "percezione della realtà". Per togliere di mezzo ogni dubbio, mi definisco un "realista critico", nel senso che io ritengo che una realtà esista, per quanto sia inconoscibile in quanto tale.

Quindi, dal mio punto di vista, il "modo individuale di porsi davanti al mondo" determina la realtà percepita, ma non "la realtà" in sé.

Perché uno può percepire il mondo come gli pare, ma se si butta dal quarto piano, indipendentemente da quel che pensa della forza di gravità, ci lascia le penne. La realtà reale non lascia molte vie di scampo...


Citazione:
Un conto e' la realta' raccontata, un conto quella vissuta.

Quello che risulta evidente, in questa discussione, e' che lo scientismo, e' diventato per molti una nuova religione, un'ancora potente di sicurezza nell'incertezza del vivere.

Riporto una definizione di scientismo che reputo significativa:

Scientismo è la metafisica che assolutizza (o essenzializza) l’oggetto come definito dai parametri del metodo sperimentale quantitativo nato in Europa tra la fine del XVI sec. e i primi decenni del XVII sec.

Esso, in breve, postula che tutta la realtà si riduce a ciò che la condivisione linguistica e teorica (a sua volta convenzionata in termini matematici) preseleziona e definisce come reale, senza porsi il problema della genesi del linguaggio e della teoria stessi, né della relazione costitutiva dell’oggetto con tali variabili, ovvero con il soggetto conoscente.

In termini più semplici è l’ingenua fede nella “verità” astorica, assoluta e onnicomprensiva della scienza (sia come metodo, sia come risultati), o un’indebita identificazione della razionalità e della conoscenza medesime con la scienza.

In un certo senso lo scientismo è il provincialismo della conoscenza, ed è divenuto per questo il verbo comune della cosiddetta globalizzazione. La globalizzazione ha infatti ridotto il mondo a “provincia” non solo in termini di tempo e spazio, ma anche di qualità e differenze; il suo abitatore tipico è il turista occidentale middle-class convinto di rappresentare a buon titolo, con le sue reazioni e i suoi interessi standard, l’umanità, magari mentre a Parigi, New York o Shanghai cerca il suo pranzo al McDonald.


Un saluto


Va bene, vuol dire che gli scienziati che conosco non sono scientisti.

A me interessa comprendere la realtà (o, meglio, quell'approssimazione della realtà che mi è possibile raggiungere). Di ridurla a qualsiasi cosa non me ne frega un accidente.

E so che l'esperienza diretta ha un sapore differente della conoscenza teorica. Ma non svaluto né l'una né l'altra. Le ritengo strumenti complementari, non alternativi, di conoscenza di sé e del mondo.

Mi pare tu stia facendo un po' di confusione tra gli scienziati e quel che tu pensi degli scienziati. Dove lavoro io, si usa dire che "in teoria, la teoria coincide con la pratica; in pratica, quasi mai...".

Buona vita
Guglielmo

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