Re: Darwin e l

Inviato da  Santaruina il 16/2/2011 14:53:11
x Buddy

penso che leggere i libri di Sermonti amplierebbe molto le tue prospettive.
Poi, ovviamente, le sue argomentazioni potrebbero anche non convincerti; ma in ogni caso, penso che risulterebbe utile scoprire perchè un giorno uno dei massimi genetisti mondiali si mette in testa di criticare le teorie di darwin partendo proprio dai risultati dei suoi studi.

Mettendo a rischio, tra le altre cose, la sua carriera accademica, e riducendosi a paria ed emarginato all'interno del suo ambiente.
Il principale motivo della sopravvivenza di una teoria fallace come quella della selezione naturale è infatti tuttora il conformismo del mondo accademico e il rischio che corre a livello professionale qualunque scienziato ponga delle critiche.

Ma, tornando al nostro discorso, qui la questione non è quella di dimostrare ai nostri amici del forum che "ciò ragione io, no, cià ragione l'altro".
Non si tratta di "vincere una discussione".

Leggo che diverse persone che sostengono la teoria classica della selezione naturale non conoscono il lavoro di Sermonti e nemmeno quello di Lima de Faria.
Ora, in un topic su internet si possono segnalare i vari studi, ma se qualcuno volesse davvero scoprire anche le altre opinioni dovrebbe farsi lo sforzo e procurarsi i testi.
Stiamo parlando di diversi testi, e pretendere di sintetizzarli in una discussione non è semplice.

Io personalmente negli anni passati ho esposto un po' di queste critiche nei miei interventi, in maniera imperfetta, e mi sono dilungato a lungo.

Ma qui lo sforzo deve essere personale, e , ripeto, la questione non è "vincere una discussione su internet", ma imparare qualcosa ed accrescere le proprie conoscenze.

Anche io, avendo ricevuto una istruzione scientifica, credevo nella selezione naturale, e la lettura dei testi di Sermonti e di De Faria mi hanno messo di fronte a questioni che non avevo mai incontrato.

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Ho notato che il frammento sui fasmidi ha suscitato un certo interesse.
Per quanto mi riguarda, non vi sarebbe nulla di straordinario nel fatto della maggiore "anzianità" dell'insetto rispetto alla foglia.
C'è una spiegazione assai razionale in questo, e chiunque abbia letto Lima de Faria sa di cosa parlo.
In sintesi, si tratta di "archetipi", di forme che la natura ama riproporre in diversi contesti (si pensi alla struttura della chiocciola, al rapporto aureo, ai frattali).
Sono delle "forme base" con una precisa matematica interna che si ritrovano in diversi luoghi, in creature animate e non, a diversissime scale di grandezza.
Dei marchi di fabbrica, di cui pochissimo sappiamo.

Perchè, comunque la si pensi, questo resta un fatto: gli aspetti ignoti della formazione e dello sviluppo della vita sono molto più numerosi per noi rispetto a quelli "noti".

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