Carmine ha scritto:
Va bene, Buddy. Sarebbe non identico ma ridondante. La medusa possiederebbe, in questo caso, due cromosomi gemelli. E anche questo immagino potrebbe giustificare, secondo te, (anche se non si sa bene come) le varie differenze che si osservano tra il polipo e la medusa. Nel frattempo però, approfondendo l’argomento, non ho trovato riscontro all’aploidia (n) del polipo che, nelle varie fonti che ho consultato, risulta essere anch’esso diploide (2n). La fase aploide del ciclo medusa-polipo mi risulta essere quella dei gameti (uovo e spermatozoo) prodotti dalle meduse durante la riproduzione sessuale (la qual cosa, riflettendoci, ha il suo perché). Comunque questo è lo schema del ciclo in cui si evidenzia la diploidia del polipo:
Di conseguenza, se così stanno le cose, si ritorna all’identità esatta tra il patrimonio genetico del polipo e della medusa da esso generata, e la variabilità ascrivibile alla differenza del genoma torna a sparire. Siamo d’accordo od ho frainteso qualcosa?
Carmine ha scritto:
E questa parte della tua risposta la trovo estremamente emblematica della grande debolezza della teoria evoluzionistica neodarwiniana; che consiste nel suo essere, prendendo il termine a prestito dalla genetica, “totipotente” sempre e comunque. Non c’è nessuna manifestazione biologica, per quanto insolita ed enigmatica, che la metta mai in difficoltà. È onnivora e digerisce tranquillamente tutto*.
È venuto prima il polipo? Va bene. È venuta prima la medusa? Va bene lo stesso. Uno stesso genoma consente le manifestazioni morfologiche e funzionali le più diverse? Nessun problema. Non c’è mai problema. All’atto pratico risulta, come dicevo a Bubu, infalsificabile.
Purché, però, si rimanga rigorosamente sul generico, sull’ipotetico, sull’indeterminato: e difatti anche sul rapporto evolutivo tra il polipo e la medusa (come su qualunque altro) nulla ci sa dire di certo e preciso. Quale sequenza di mutazioni ha portato dall’uno all’altra (o dall’altra all’uno)? Boh! Qual è il vantaggio evolutivo? Questo; o forse quello; o magari quell’altro: chi lo sa!
E questa sua perenne genericità (salvo che sul meccanismo di base, sul quale è invece perentoria!) trova confortevole causa (o forse pretesto) nella sostanziale incomprensione che ancora avvolge la maggior parte dei processi biologici, cosa che le lascia disponibili pressoché tutte le ipotesi che le faccia comodo postulare.
*Compresi l’ornitorinco, il petauro, il lupo di Tasmania ed il topo marsupiale, tanto per dire.
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