Re: Darwin e l

Inviato da  Badger il 28/11/2008 12:41:01
Guarda Celacanto, noto in ciò che dici un po' di confusione. Fealoro ha già replicato in modo chiaro su molto di ciò che hai scritto negli ultimi post; io faccio ulteriori precisazioni soprattutto su quanto avevi risposto a me.

Citazione:

Celacanto ha scritto:
Badger ha scritto:
Ad ogni modo, il meccanismo darwiniano resta l'unico valido per spiegare come fa una determinata variante a diventare dominante in una popolazione di individui. E non c'è motivo di pensare che il meccanismo della selezione naturale agente sulla variabilità intrapopolazionale non debba valere anche nella fase prebiotica.

Ma quel meccanismo non l'aveva scoperto Mendel!
Forse ho capito male io comunque, cosa intendi per "meccanismo darwiniano", e che cosa intendi precisamente con "determinata variante a diventare dominante in una popolazione di individui". Potresti essere più esplicito!

Quando parlo di una variante che diventa dominante in una popolazione, non mi sto riferendo al mendelismo, ma all'evoluzionismo (ha creato confusione l'aggettivo “dominante”, che non era riferito ad un allele). E' soltanto la selezione naturale che spiega perché una determinata caratteristica che emerge in qualche individuo di una popolazione si “fissa”, ossia si mantiene nella popolazione e – se sussistono le condizioni perché si realizzi un isolamento riproduttivo - può eventualmente dare luogo all'emergenza di una nuova specie. Semplificando in modo bruto (e un po' improprio): il fatto che un gene mutato passi dalla generazione parentale a quella F1 perché è dominante o perché è recessivo in omozigosi è mendelismo; il fatto che questo allele si diffonda nella popolazione di individui è dovuto alla selezione naturale. Sono due cose diverse.

Da diverse frasi che dici e da ciò che mi chiedi, mi pare tu non abbia chiaro che l'evoluzione avviene tramite le speciazioni. L'evoluzione è il processo per cui da una specie se ne origina un'altra. Quindi quando dici (post # 1497):

Citazione:

Celacanto ha scritto:
La speciazione è una cosa l'evoluzione è un'altra

non è corretto, perché l'evoluzione è fatta da speciazioni. Inoltre, il processo evolutivo di per sé non implica alcun “progresso” o aumento di complessità. Questo lo preciso perché tu fai più volte affermazioni come questa (post # 1497):

Citazione:

Celacanto ha scritto:
Il meccanismo evolutivo non ha dato origine ad un nuovo organismo più evoluto e più complesso! L'esperimento nell'E. Coli, ha dimostrato semmai il limite della variabilità evolutiva!

Che vi sia stato un indubbio aumento della complessità nella storia della vita è un “effetto statistico”. Nel libro “Gli alberi non crescono fino in cielo” di Stephen Jay Gould è spiegato questo concetto. Brutalmente riassunto, la vita non poteva evolversi altro che in una direzione, perché dall'altra c'è “il muro” (nell'analogia di Gould), oltre il quale non si può andare: partendo da un procariote l'evoluzione non poteva che procedere in un senso. Un'analisi della moda nella distribuzione di frequenza della complessità della vita, però, ci mostrerà che si tratta di una moda “batterica”, perché la stragrande maggioranza della vita sulla Terra è costituita dai batteri, esattamente come lo era 3,5-3,8 miliardi di anni fa. Ciò che è cambiato è l'estremità destra della curva di distribuzione, perché sono comparse specie più complesse. Quindi è leggermente mutata la media, ma non la moda. Per questo non possiamo tradurre l'aumento di complessità come una tendenza implicita dell'evoluzione; è semmai una “predisposizione passiva”, come dice Gould. Quindi, l'esperimento di Lenski mira semplicemente a verificare i meccanismi coinvolti nell'evoluzione. Che non ottenga un qualcosa di “più evoluto” o “più complesso” è irrilevante; è importante che ottenga qualcosa di “più adatto”. A margine sollevo un'ulteriore eccezione: che significherebbe poi “più evoluto”?

Sull'abiogenesi ti ha già replicato bene Fealoro. Ribadisco anche io che la teoria evoluzionistica NON riguarda l'abiogenesi. Certamente un'ipotesi delle origini è necessaria, dovendo postulare, in conseguenza delle previsioni della teoria evoluzionistica, un inizio con un LUCA. Se poi fossero anche due o più LUCA, questo non inficia la teoria evoluzionistica, perché appunto essa spiega il meccanismo con cui l'evoluzione procede DOPO la formazione di cellule autoreplicantesi. Se anche ci fossero stati più LUCA, si potrebbe ipotizzare che le altre linee evolutive si siano estinte senza lasciare traccia; o abbiano originato qualcuna delle più misteriose forme di vita fossili ritrovate (dalla fauna di Ediacara in là); o si siano in qualche modo “fuse” insieme. Semplicemente non lo sappiamo.

Sulla formazione delle prime cellule, quindi, non abbiamo ancora nulla di certo. Però ci sono valide ipotesi supportate da importanti osservazioni sperimentali. Ad esempio, si sa che i lipidi hanno la naturale tendenza a formare liposomi in ambiente acquoso, per il semplice motivo che hanno un'estremità idrofoba ed una idrofila che nelle tre dimensioni comportano la formazione di “bolle lipidiche”. Macromolecoe come RNA o DNA non potrebbero passare attraverso queste semplici membrane, però è stato osservato passaggio di zuccheri e singoli nucleotidi (è il lavoro che avevo già linkato: http://www.pikaia.eu/easyne2/LYT.aspx?IDLYT=283&Code=Pikaia&ST=SQL&SQL=ID_Documento=3835&CSS=Dettaglio).
Il mio “semplicemente” era riferito a questo processo. Quindi al momento abbiamo almeno una buona base di partenza. Alla tua frase che mi hai “rigirato”

Citazione:

Celacanto ha scritto:
Non c'è motivo di pensare che il meccanismo della selezione naturale agente sulla variabilità intrapopolazionale debba valere anche nella fase prebiotica.

Rispondo quindi così: il meccanismo darwiniano sappiamo sussistere e può tranquillamente valere anche nella transizione dalla fase prebiotica a quella biotica: ciò che funziona si diffonde per selezione naturale. Se tu dici che potrebbe non valere, dovresti però fornire un'alternativa ugualmente valida... Quale?

Manca ovviamente un passaggio fondamentale nella spiegazione della formazione delle prime cellule. Sappiamo come dall'inorganico si può essere passati all'organico. Abbiamo alcune indicazioni su come si siano formate le prime membrane e i primi abbozzi di cellule. Non sappiamo ancora – anche ammesso siano valide ipotesi come “il mondo a RNA” - come si sia arrivati alla molecola autoreplicantesi di DNA e alla mitosi delle prime cellule. Questo però non è un limite a queste teorie, ma invece stimolo per approfondire le ricerche. Nessuno vende queste cose come verità, spero non voglia anche tu fare la solita retorica di cui ne abbiamo fin sopra i capelli; si rivendica soltanto la validità teorica delle ipotesi che si fanno, perché producono previsioni verificabili.

Da ultimo, ti vorrei consigliare dal guardarti bene dai lavori che trovi messi sui siti creazionistici. Non sono certo affidabili e per esperienza so che 1) o travisano quanto un ricercatore serio dice, o 2) il supposto scienziato – spesso non biologo - è egli stesso un supporter del creazionismo (e di solito considerato zero dal mondo accademico); in entrambi i casi non si fa scienza. I link al sito answeringenesis ne sono l'esempio conclamato, ma ora non ho tempo per obbiettare a tutte le castronerie che ci ho trovato scritto. Non scendiamo su questo piano, rimaniamo come prima in ambito serio e scientifico.
Alla prossima

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