Re: Darwin e l

Inviato da  Davide71 il 1/10/2008 10:58:18
Ciao FEALORO,

per quanto riguarda il tema della speciazione non ho intenzione di confutare la sua esistenza, ma ritengo che esso abbia un'importanza trascurabile nello spiegare l'evoluzione della vita sulla Terra.
Esistono centinaia di esempi di speciazione, ma in tutti questi casi é sempre molto facile riconoscere la famiglia di provenienza di ciascuna specie. Per dirla semplice, posso facilmente pensare che il gatto domestico sia un caso di speciazione a partire da un qualche felino "progenitore", ma in nessun caso la speciazione consente di trasformare un gatto in un cane. Neanche in un milione di anni.
Questo perché il codice genetico del gatto non contiene le istruzioni per fabbricare il gatto, e non esistono esperimenti che provano il contrario.
La speciazione é un meccanismo di adattamento alle nicchie ecologiche che funziona esattamente come previsto da Darwin.
Tuttavia il fatto che due individui appartenenti a due specie diverse non si riproducano non significa affatto che essi siano radicalmente diversi. Il fatto che il gatto non si possa riprodurre né con un leone né con un cane non significa che esso sia equidistante dal leone e dal cane.
Per esempio i cavalli hanno 64 cromosomi e gli asini 62, ma si possono ibridare. I loro ibridi (mulo e bardotto) avranno 63 cromosomi, e perciò sono sterili, ma la cellula uovo della cavalla o dell'asina non ha grosse difficoltà a "processare" i cromosomi del maschio dell'altra specie, quantunque esista una differenza nel numero.
Ritornando al gatto si può dire che esso sia una "specie di felino" e non c'é nulla che dimostri che possa mai diventare qualcosa di diverso; anzi le prove scientifiche vanno tutte nella direzione opposta.
La mia teoria si basa sul presupposto che la famiglia tassonomica (il felino per esempio) sia un essere vivente che convive con tutti gli individui delle specie che la manifestano (es i gatti, i leoni, le tigri etc.).
La creazione di specie adattate a diverse nicchie ecologiche e l'erezione di barriere riproduttive nel caso in cui non provveda la natura stessa é una delle principali strategie di sopravvivenza della famiglia tassonomica.
Il meccanismo é analogo a quello sfruttato dalla tecnologia evoluzionaria:
1) il "progenitore" esprime la sua variabilità genetica in una serie di nicchie ecologiche che si sono venute a creare per via di disastri o altro;
2) col tempo si sviluppano specie adatte alle singole nicchie ecologiche;
3) la natura può erigere barriere riproduttive per conto suo, mediante distanza fisica o ambientale;
4) se non ci pensa la natura ci pensa la famiglia stessa, per esempio differenziando i periodi riproduttivi, o gli schemi di selezione sessuale;
infatti la famiglia ha tutto l'interesse a mantenere i tratti genetici che massimizzano l'adattamento ad un ambiente specifico, e ha poco interesse che questi tratti si perdano a favore di una specie male adattata ad entrambi gli ambienti a cui sono adattati i suoi genitori; questo spiega l'incredibile varietà genetica che si riscontra in numerosi ambienti dove convivono fianco a fianco numerose specie di una stessa famiglia perfettamente adattate ad una nicchia ecologica ben precisa. Se si prendesse in considerazione il solo meccanismo "variabilità genetica"-"selezione naturale" non si otterrebbe un risultato così straordinario.
Ma se si considerasse il trittico "variabilità genetica"-"selezione naturale"-"preservazione della selezione mediante erezione di barriere riproduttive" tutto si spiegherebbe perfettamente.

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