Re: Darwin e l

Inviato da  Davide71 il 23/9/2008 14:17:35
Ciao a tutti:

NOTTURNO: l'intelligenza é la capacità di risolvere i problemi, ma é ovvio che ci deve anche essere la volontà di farlo. L'acqua e il fuoco non hanno problemi de risolvere, neanche quello di “restare vivi”. Il rigore non esiste solo nella scienza...

Io sostengo che i batteri sono intelligenti, e non vedo la provocazione in questo. Però cercherò di essere più preciso.
Spero che siamo tutti d'accordo sul fatto che i batteri sono esseri viventi. La mia teoria parte dal presupposto che NON SOLO il singolo batterio sia un essere vivente, ma che lo sia anche la specie a cui appartiene (i batteri dell'esperimento citato sono tutti della specie Escheriche Coli); questo spiegherebbe peraltro perché i batteri si scindono. Facendo ciò essi non solo muoiono (venendo meno al postulato di “egoismo” della vita), ma non si capisce neanche “chi” porti avanti l'operazione di “divisione cellulare” visto che il batterio “madre” muore nella scissione. Gli scienziati sono convinti che si tratti di semplici reazioni chimiche, ma bisogna avere una testa tutta particolare, a mio avviso, per credere ad una cosa del genere.
Ipotizzare l'esistenza di una forma di vita, la specie, che vive in simbiosi con ogni singola cellula di batterio (ma lo stesso discorso vale anche per le specie animali e vegetali più complesse) permette di risolvere il problema: la specie porta avanti il processo di riproduzione cellulare, facendo prevalere la sua volontà su quella del singolo individuo, che mirerebbe ad espandersi indefinitamente.
La simbiosi di cui parlo é la stessa che permette alle cellule di un qualsiasi essere vivente complesso di operare in maniera coordinata, per cui non sto parlando di un qualcosa che non esiste in natura.
Essa manifesta la sua volontà anche nell'affrontare le sfide ambientali, in particolare, come nell'esperimento in questione, la presenza di una potente tossina. Essa affronta il problema con lo stesso approccio “scientifico” della tecnologia evoluzionaria. Semplicemente essa spinge i vari individui sottoposti all'azione della tossina a produrre una proteina qualunque. Tutto qua! Questo non richiede una grande intelligenza, tanto più che la “misura della performance” del singolo batterio é semplicemente il raggiungimento delle “dimensioni riproduttive”.
Ciò non richiede neanche la presenza di una “mente”, più di quanto non ne abbia bisogno per l'espletamento di tutte le funzioni che svolge di solito. Esso richiede soltanto l'adozione di una “strategia di sopravvivenza” consistente appunto nel far produrre ai vari individui della colonia diverse proteine per testarle come antidoti.
Il fatto che le specie siano esseri viventi é uno dei capisaldi della mia teoria, e permette di risolvere un numero enorme di questioni che l'approccio classico all'evoluzione delle specie non affronta neanche. Essa permette anche di spiegare in maniera assai più logica gli stessi fenomeni spiegati dalla teoria del “gene egoista” e molti altri. Se poi consideriamo le specie capaci di applicare lo stesso approccio della tecnologia evoluzionaria (bisognerà dargli un nome...) si possono spiegare anche tutti i problemi sollevati dall'intelligent design.

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