Re: free energy

Inviato da  Vortex il 11/6/2007 17:35:35
Mi quoto da solo...tanto per ricominciare...

Citazione:

Vortex ha scritto:
Continuo infischiandomene degli interventi fuorvianti e non degni di risposta, il mio intento è identico a quello di Teknomaker, riportare dati, fatti etc, nel mio caso sto cercando volutamente di evitare di citare Tesla nella relazione storico-scientifica, per dimostrare che comunque Tesla non è stato l'unico ad esser messo in disparte fisicamente e peggio ancora intellettualmente.
Tra la fine dell'800 e gli inzi del 900 grandi scienziati e ricercatori sono stati oscurati (cosa che prosegue ancora oggi) e i motivi sono scritti tra le righe di quanto segue....

1900
Parigi. Congresso Internazionale di Fisica. L'ipotesi di Maxwell nel 1864 sulla natura elettromagnetica della luce può ormai ritenersi sperimentalmente fondata sulla base della sostanziale identità degli ordini di grandezza delle numerose misure della costante di Maxwell e delle nuove misure cinematiche della velocità della luce, eseguite tra il 1864 e il 1900.

Abraham è incaricato di svolgere una relazione sullo stato delle misure della costante di Maxwell.
Cornù è incaricato di farne una sullo stato delle misure cinematiche. Abraham deve scegliere tra le misure elettromegnetiche effettuate, le più corrette dal punto di vista sperimentale.
Anche lui ne ha fatta una scarsamente attendibile. Ma non ha il buon gusto di AUTOESCLUDERSI.
Per rendere plausibile la propria presenza nella lista associa alla sua una misura di Thomson e riporta ERRONEAMENTE il risultato della misura di Perot e Fabry. Questo ERRORE DI TRASCRIZIONE non altera tuttavia il valore medio finale di C0 che risulta essere: C0 = 300.100 Km/s. Abraham suggerisce comunque, correttamente, che le misure siano ripetute.
D'altra parte rispetto all'insieme delle misure elettromagnetiche, quelle cinematiche erano meno numerose e attendibili.
Cornù decise di manipolarle in modo tale da far risultare il valore medio di CM esattamente uguale a quello di C0: CM = 300.100Km/s.

Questa manipolazione era tuttavia così smaccata e grosolana che i fisici dell'epoca rifiutarono di adottare il valore definitivo stabilito da Cornù. Dal 1900 al 1924 il valore accettato e usato fu: CM = 299.800 Km/s, ottenuto da Newcomb e riconfermato da Perrotin nel 1902.
1902
Michelson nota la differenza tra il valore delle misure elettromagnetiche e il valore delle misure cinematiche: sembra dunque chiaro che nel prossimo futuro le misure elettromagnetiche dovranno essere effettuate con lo stesso alto grado di precisione con il quale si ottiene la velocità della luce. In tal caso una eventuale discrepanza tra i valori risultanti non ci indurrà a dubitare della teoria elettromagnetica.... Al contrario tale discrepanza si può sicuramente predire ed essa getterà probabilmente una notevole luce sul problema della struttura dei dielettrici.
La sua attenzione è tuttavia concentrata sul progetto di un nuovo esperimento volto, come quello del 1887, a misurare la velocità assoluta della terra.
Questo fatto, insieme alla sua inadeguata preparazione teorica, vanificano la sua intuizione sperimentale: Michealson perde non solo l'occasione di misurare la velocità assoluta della terra, ma anche di scoprire, con quasi trent'anni di anticipo, che la velocità del moto di traslazione della Terra è molto più grande della sua velocità di rotazione attorno al Sole.
1904
Michelson concretizza il suo nuovo progetto di misura della velocità di rotazione della Terra nella proposta di un esperimentocapace di mettere in evidenza sia la velocità di rotazione della Terra attorno al suo asse che la velocità di rivoluzione attorno al Sole nell'etere di Mxwell, attraverso i rispettivi effetti sulla velocità della luce.
L'unico esperimento immediatamente fattibile risulta essere la misura dell'effetto, sulla velocità della luce, della velocità di rotazione della Tera. Michealson comincia a cercare i soldi necessari per realizzare il suo esperimento. Non li trova e rinuncia.
1905
I falliti tentativi di constatare un moto della tTerra relativamente al mezzo luminoso (l'etere) conducono Einstein a formulare la teoria della relatività fondandola su due postulati: il primo postulato (principio di relatività) afferma che l'etere non esiste e di conseguenza non può essere dotato di particolari proprietà fisiche. E' come far credere a dei pesciolini che il mezzo in cui stanno nuotando non esiste, quindi l'acqua non c'è!!! Ora tornando a noi, possiamo constatare (vedi 1864) che questo primo postulato è caratterizzato da due precise assunzioni, che sono in contradizione con la teoria di Maxwell:
1) mentre secondo Maxwell, la velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche (della luce) dipende unicamente da due proprietà, definite, misurabili, nel mezzo in cui la propagazione ha luogo (l'etere);le proprietà epsilon zero e mu zero; secondo Einstein il mezzo non esiste e quindi non può essere dotato di particolari proprietà. Di conseguenza mentre per Maxwell la velocità della luce è C0 = 1/ radice quadrata di epsilon zero x mu zero; secondo Einstein la velocità della luce è per definizione, C = percorso della luce diviso il tempo che la luce impiega a percorrerlo.
29 mentre secondo Maxwell, le onde elettromagnetiche si propagano con perdite di energia trascurabili, quanto meno per distanze stellari (vedi 1864); secondo Einstein le onde elettromagnetiche , propagandosi in un mezzo che non c'è, non incontrano resistenza, dunque non perdono energia e il loro moto è PERPETUO e incorruttibile come i cieli di Aristotele!
In termini scientifici ciò equivale ad affermare che, mentre per Maxwell sigma zero è molto piccola, ma diversa da zero, secondo Einstain sigma zero è ovviamente uguale a zero, perchè, semplicemente, non esiste.
Di queste contraddizioni la prima viene dunque salutata omettendo, puramente e semplicemente, di definire C zero in termini di epsilon zero e mu zero. La seconda invece non costituisce particolari difficoltà. almeno fino al 1929.
In termini di pesciolini, quelli che hanno già bevuto il fatto che l'acqua non esiste, sono pronti a berne un'altra: il pesciolino Albert Einstain dice che ha scoperto anche il moto perpetuo. E che, in un certo senso, loro lo avevano sotto gli occhi da sempre: la luce!
<<geniale!>>, <<bravo!>>, <<bis!>>.
Bene, eccovi il secondo postulato.
Immaginate un treno di vetro che sta scorrendo sotto il vostro naso da sinistra verso destra e, in questo treno, dentro uno scompartimento realizzato con vetri fumees, un viaggiatore con un laser in mano. Il viaggiatore, appoggiato con la schiena alla parete di sinistra (parete A) spara un colpo di laser alla parete di destra (parete B). Poi avanza fino alla parete di destra, si gira e spara un colpo di laser verso la parete di sinistra.
Secondo Maxwell, poichè la velocità di questi particolari proiettili ( le onde elettromagnetiche) non dipende dalla velocità del treno, ma solo dalle proprietà dell'etere (epsilon zero e mu zero); e l'etere filtra liberamente attraverso il treno senza essere trascinato, il colpo psparato da sinistra (parete A) verso la parete di destra (parete B) impiega, ad arrivare, più tempo di quello che occorre al colpo sparato da destra per arrivare alla parete di sinistra. Perchè la parete di destra, nel tempo che occorre al raggio laser per raggiungerla, si allontana. La parete di sinistra invece, si avvicina 8viene incontro al proiettile).
Il nostro Einstein, che ormai a stupire i pesciolini ci ha preso gusto, afferma invece che i due proiettili, ad arrivare, impiegano lo stesso tempo: per definizione il tempo delta T uno che la luce impiega ad andare dalla parete A alla parete B posta ad una distanza L è uguale al tempo delta T due che la luce impiega per tornare dalla parete B alla parete A: delta T 1 è uguale delta T 2. Indichiamo con delta T il tempo di andata e ritorno: delta T = deltaT 1 + delta T 2, e stabliamo che , per definizione la grandezza 2L/ delta T = C è una costante universale che chiameremo velocità della luce nel vuoto.
Ora questo Einstein come è noto, era un impiegato dell'ufficio Brevetti di Berna che aveva scarsa dimestichezza con la Fisica Sperimentale, e ami ne ebbe per il resto dei suoi anni. Talchè egli può ritenersi a buon diritto il precursore di una nuova figura di Fisico, che potremmo definire post-galileiano o post-newtoniano o, meglio ancora, neo-aristotelico: il Fisico Teorico.
Tantomeno dunque costui era sensibile a finezze sperimentali quali la distinzione METODOLOGICA tra C0 e CM.
Così tornando al nostro treno, se nella teoria di Maxwell, si avrebbe delta T 1 = L/(C0-v); delta T 2 = L/(C0+v) così che: delta T = delta T 1 + delta T 2 = 2L/C0(1-beta al quadrato); ove beta = v/C0 mentre: delta T = 2L/CM così che: CM = C0(1- beta al quadrato); per Einstain C è C, ed egli legge: C= C(1- beta al quadrato). il guaio è che i fisici suoi contemporanei hanno, come suol dirsi, perso il palato, e anch'essi, costernati leggono:
C= C (1- beta al quadrato)
Paradossale!!! Paradosso!!!
Ma il pesciolino Albert non si lascia scoraggiare: la soluzione è semplice, poichè chiodo scaccia chiodo, per scacciare un paradosso bastava trovarne un altro ancora più grosso. Ora: se C + v = C e C - v = C così che risulta C al quadrato - v al quadrato = C al quadrato, perchè stupirsi? Dio, nella sua imperscrutabile saggezza, ha semplicemente disposto in modo tale per cui C, che pure è una velocità finita, è alllo stesso tempo una velocità infinita: perciò, la nostra Teoria (della Relatività) la velocità della luce ha fisicamente il ruolo di una velocità infinita. Non insegnano le MATEMATICHE CHE: infinito + v = infinito; infinito - v = infinito? Dunque, a maggior ragione, infinito al quadrato - v al quadrato = infinito al quadrato, e CM = C0.
Una velocità finita è infinita
I pesciolini sono annichiliti. Alcuni si ostinano a non capire. Capiranno, e se non capiranno, gliela faremo capire.
La relatività è fatta.

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