Re: L'ing. Keshe sta facendo il possibile...

Inviato da  peonia il 23/1/2013 15:23:41
AL MOMENTO NON POSSO RISPONDERE AI VOSTRI POST /(MANCO MI VA MOLTO A PRESCINDERE...) PERO' VI LASCIO QUESTO ARTICOLO, DA CUI IO HO TRATTO DELLE CONFERME...CHISSA' VOI COME LO LEGGERETE.....

A PLUS TARD, PEUT ETRE DEMAIN, POUR AUTRE QUERELLE...

IO MI VADO A VEDERE FUKUSHAME....CHE NESSUNO SI E' FILATO...
POI VI DICO COM'E'


http://lospecchiodelpensiero.wordpress.com/2013/01/23/il-film-sirius/



EDIT: ho trovato questi commenti in un forum su Keshe, mi sembrano interessanti....

Hanno ragione i razionalisti mettere in luce tutti quei fatti che, quali risposte o dimostrazioni annunciate e mancate, assegnano inevitabilmente a Keshe l’appellativo di imbroglione.
Magari, a sua attenuante, sta cercando di attrarre, anche in forma negativa, il maggior livello di visibilità pubblicitaria, senza ancora aver ceduto nulla della annunciata tecnologia innovativa, per timore di vederla controllata da mani sbagliate.
Però, dalle mie informazioni, posso dire che NON E’ UN CIARLATANO.
Il problema di fondo è che il tipo di tecnologia che espone rimanda a principi scientifici così innovativi da richiedere prima ancora un cambio di approccio mentale per cercare di gestire uno o più salti di paradigma.
Dire che una macchina è viva non è una bestialità: gli individui più sensibili (meglio sensitivi) davvero percepiscono un “feeling” con le cose cui sono più legati, e non sono pochi i casi di orologi da polso portati fedelmente dai loro padroni che si fermano nell'istante esatto della loro morte (senza che ci sia verso di farli ripartire).
La stessa magia è una sorta di “assoggettamento” della materia alla volontà del mago, quasi fosse in grado di comprendere l’ordine e conformarsi.
Del resto, se la realtà è tale ed esistente solo nel momento in cui “entra” nell'osservatore, perché non dovrebbe esistere un verso contrario in cui “esce” dall'osservatore stesso, recando con sè richieste di modifica (volontà creatrice).
Il plasma, questo stato “vibrante” di materia/non materia, potrebbe essere per l’appunto un “amplificatore” di volontà creatrice, un campo cioè dove le forme pensiero dell’osservatore riescono a interagire con le forme matrice della materia e la relativa risonanza prodotta genera il campo morfico idoneo ad ottenere il risultato (una guarigione, una energia sfruttabile, l’antigravità, ecc.).
Del resto lo stesso concetto di tempo che usiamo è errato da sempre, visto che lo concepiamo unicamente in funzione dello stato di movimento (velocità, vettorialità, ecc.) e, quindi, gli assegniamo una concezione dimensionale come se fosse uno spazio geometrico.
In realtà, se la materia è il risultato di un addensamento (massa) dovuto al moto (nell'universo tutto è in movimento, anche il singolo atomo), il tempo è il risultato dell’ addensamento della materia, ed è solo indirettamente legato al moto: più che una dimensione, il tempo è un “attributo” della materia.
Quindi si può concludere che il problema potrebbe non essere Keshe, o un altro scienziato, bensì la nostra inadeguatezza ad accogliere il salto di paradigma su cui seminare la nuova conoscenza.
In definitiva si richiede solo di essere MENTALMENTE POSSIBILISTI: non dovrebbe essere una condizione una condizione inaccettabile se il beneficio è l’evoluzione della conoscenza.


L’informazione che intendo propagare è che la tecnologia Keshe usa la tecnologia del plasma per modificare i campi formici che sottendono la natura fisico-chimica dei materiali impiegati o interfacciati (indipendentemente se biologici o inanimati).
La condizione di materia/non materia del plasma sarebbe associabile alle cellule staminali, ovvero materiale biologico non finalizzato e in attesa di finalizzazione (campo formico).
Lo stesso vale per la materia inanimata, rimessa in gioco dal campo plasmatico per “evolvere” in un diverso campo formico, con le nuove proprietà che comporta.
Pertanto,la tecnologia Keshe basata sul plasma dovrebbe essere meglio indicata come “produzione e attivazione di campi morfici”, con la conseguenza di portare a finalizzazioni della materia nei campi più diversi (dalla medicina alla gravitazione) sfruttando le nuove “proprietà” della materia.
Di fatto gli effetti del dispositivo Keshe, in grado di modulare i campi morfici, si manifestano a livello spaziale mediante la creazione di un “campo morfico confinato autosostentante”, in grado di modificare ogni elemento in grado di interagire al suo interno (risonanza).
L’aspetto più interessante però è quello della produzione di gravità, presumibilmente ottenuta modificando il campo morfico degli elettroni (da cui “elettrogravità”) e qualificando diversamente la loro induzione magnetica da movimento nello spazio.
Poiché il campo morfico “riqualificato” dal plasma induce un campo gravitazionale, l’aspetto più interessante è dato dalla modifca indotta nel tempo, visto che la gravitazione dilata il flusso temporale.
Per cui se anche fosse vero che i due droni americani siano stati catturati da un autonomo campo gravitazionale keshe, probabilmente direzionabile, la spiegazione per cui non sono stati distrutti dai loro controlli a distanza consiste nel fatto che gli ordini elettronici non sono riusciti a giungere per la netta disincronizzazione temporale tra il tempo planetario e quello all’interno del campo artificiale.

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