Re: Propagazione della gravità

Inviato da  ivan il 21/5/2008 21:13:52
Allora, se ho inteso bene, il concetto è questo: ci sono due corpi separati da una distanza ognuno con la sua brava massa - intesa come quantità di materia ossia come numero di particlle -.

Ora è noto che le due masse interagiscono recipromante con una forza che è proporzionale al prodotto delle loro masse ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.

Fin qui tutto noto e oserei dire ovvio.

Il punto è capire se l'interazione viaggia a velocità finita o infinita.

Questo mi pare sia il "succo" del problema.

Mi pare che ci siano più posizioni in merito, ognuna delle quali porta delle valide argomentazioni.

Ma mi pare che entrambe le posizioni partono da un concetto in comune: che "il segnale interazione gravitazionale" nasca da una massa e raggiunga l'altra. Un pò come avviene per la luce: il fotone parte da una sorgente ed arriva ad un dato target viaggiando ad una certa velocita.

E ovviamente questo "segnale" deve "nascere" continuamente per propagarsi nello spazio 3d ed essere così "captato" dalle altre "masse".

Alcune domande sorgono spontanee : come nasce il "segnale interazione gravitazionale" e cosa lo fa nascere ? è un qualcosa di analogo al fotone ? Viene "assorbito" dalla materia quando la incontra ? E in analogia al fotone, dov'era il seganle quando è "uscito" dalla materia e "dov'è andato a finire" una volta che ha incontrato altra materia ?

Non è che percaso stiamo cercando di applicare un modello poco accurato al fenomeno "interazione gravitazionale" ?

Non è che la gravità nulla altro sia che una forza che permea di se lo spazio così come il medesimo è permeato dalla materia e dall'elettromagnetismo ?

E siamo per davvero sicuri che la gravità sia per davvero solo una conseguenza della geometria che a sua volta sarebbe influenzata dalla presenza di materia ?

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