Re: i 19 errori di ISRAELE

Inviato da  redna il 1/6/2010 21:28:11
Strane cose succedono ora che al governo c'è bibi Netanyau....


Il sito della Bbc denuncia che forse non è andata proprio come racconta Tel Aviv: citando diversi attivisti presenti sull’imbarcazione, la tv britannica scrive che sulla Mavi Marmara non erano presenti armi, solo qualche bastone. Del resto le navi erano impegnate a portare dieci mila tonnellate di aiuti umanitari, tra cui materiale scolastico e due generatori elettrici. Oltre alle voci degli attivisti, in difesa della Flottiglia della Pace le voci della comunità internazionale si sono levate con ancora più forza.

In un’intervista all’agenzia di stampa Afp, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha detto che il blocco imposto a Gaza da Israele è il vero responsabile del tragico raid. “Se Tel Aviv avesse ascoltato i richiami miei e della comunità internazionale di sospendere il blocco tutto questo non sarebbe mai avvenuto”.



Ma alle richieste della comunità internazionale il premier israeliano Benyamin Netanyahu risponde picche: “La condanna degli altri Paesi non fermerà il blocco alla Striscia di Gaza”. “Gaza è uno Stato terrorista fondato dagli Iraniani, e per questo dobbiamo cercare di evitare che delle armi potessero arrivare alla Striscia via terra, aria o mare” ha detto Netanyahu, citato da Haaretz



Eppure il premier sa benissimo che la gran parte delle armi proviene a Gaza dai tunnel egiziani. Nonostante questo punta il dito su quel che può venire dal mare. “Aprire una via nel Mediterraneo porterebbe troppi rischi per la sicurezza dei nostri cittadini. Per questo rimarremo fermi nell’imposizione del blocco a Gaza”.

http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/netanyahu-medio-oriente-israele-blitz-gaza-403600/



queste dichiarazioni non sono meno sconvolgenti di quelle rilasciate tempo fa da bibi che ci racconta del padre che fu nientemeno che segretario personale di Jabotinsky:

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto che suo padre aveva previsto gli attacchi dell’11 settembre 2001, già negli anni ’90.

Il quotidiano israeliano Haaretz, ha riferito che queste osservazioni sono state fatte durante la cerimonia in memoria del padre del primo ministro, lo storico Ben-Zion Netanyahu, il 7 Marzo 2010, presso il Menachem Begin Heritage Center, alla presenza di numerose personalità, tra cui il presidente Shimon Peres.

Il Primo Ministro ha aggiunto che coloro che non conoscono il loro passato, non sono in grado di comprendere il presente e di anticipare il proprio futuro.

Un altro giornale israeliano, Maariv, ha riferito, nella sua edizione del 17 aprile 2008, che Benjamin Netanyahu, allora leader del Likud, aveva detto, durante una conferenza all’università Bar Ilan, che gli attentati dell’11 settembre erano vantaggiosi per Israele.

"Noi ci approfittiamo di una cosa, di questi attacchi contro le Torri Gemelle e al Pentagono, e dell’attacco americano contro l’Iraq", ha detto secondo Maariv. Questi eventi "hanno spinto l’opinione pubblica americana in nostro favore"

Il professor Ben-Zion Netanyahu, fu il segretario personale di Ze’ev Jabotinsky, il padre del sionismo revisionista. Bush (il padre), Jonathan Institute (dal nome di suo figlio maggiore, Jonathan Netanyahu, che morì in combattimento) e sviluppò il concetto mediatico "terrorismo internazionale" [1]

Nel gennaio 2001, il tesoriere dell’Istituto Jonathan e delle campagne elettorali di Netanyahu, l’immobiliarista Larry Silverstein, acquistò il World Trade Center di New York. Sottoscrisse una polizza assicurativa da lui stesso tracciata, che prevedeva un risarcimento per ogni attacco che potesse danneggiare il WTC. Dopo l’11 settembre, reclamò, oltre a una franchigia, un doppio risarcimento, per il fatto che vi furono due attacchi separati compiuti con due aerei diversi. Dopo diversi processi, ottenne 4,5 miliardi di dollari, realizzando un guadagno netto di 1 miliardo.

http://www.voltairenet.org/article164659.html

....certo che lo staterello dovrebbe già incominciare a preoccuparsi!

EDIT

Flottilla, aggiornamento o comunicato stampa


Comunicato Stampa.

Durante la notte la Fredoom Flotilla diretta a Gaza è stata assaltata dall’esercito israeliano che, nelle acque internazionali, con un atto piratesco di abbordaggio eseguito con navi militari e calando truppe d’assalto dagli elicotteri, ha assassinato (da quanto sappiamo in questo momento) 19 componenti del convoglio umanitario e ne ha ferito oltre 50.
Le altre 5 barche della flottiglia sono state dirottate verso il porto di Ashdod, per essere rinchiuse nel locale campo di concentramento la cui apposita costruzione era stata precedentemente annunciata dal governo sionista.
Tra i pacifisti, a bordo di una delle navi, anche 5 italiani, giornalisti e rappresentanti di associazioni umanitarie.
Le navi della Flottiglia, erano cariche di tonnellate di aiuti umanitari, attrezzature mediche e materiali da costruzione, frutto della raccolta di solidarietà di gruppi umanitari e politici effettuata in oltre 50 paesi tra cui europei, arabi, turchi, malesi e statunitensi.
Già due giorni fa il governo cipriota, sotto le pressioni israeliane, aveva bloccato nel porto di Larnaca l’imbarco di molti parlamentari europei e varie personalità tra le quali anche ebrei contro l'occupazione ed ex-militari statunitensi, attesi dalla Freedom Flottilla al largo di Cipro.
Una consistente parte di questi, tra cui il sen. Fernando Rossi e la Presidente di Per il Bene Comune, Monia Benini, il responsabile della Flotilla, Arafat Shoukri e la rappresentante di Free Gaza, hanno anche tentato di imbarcarsi a nord di Nicosia, confidando sulle posizioni politiche espresse dal governo turco ma, anche qui, sono stati bloccati dalle autorità portuali e di polizia greco-turche.
Siamo esterrefatti dalla protervia e dalla criminalità messa, ancora una volta in atto dal terrorismo di stato praticato dai sionisti che governano Israele.
Siamo in grande apprensione per i prigionieri tutti. Chiediamo al governo Italiano di proteggere i cittadini italiani e di reagire alla provocazione dello Stato di Israele ritirando il console italiano da Tel Aviv e l'ambasciatore italiano da Gerusalemme, mentre andrebbe almeno convocato l’ambasciatore Israeliano a Roma, così come hanno già fatto altri Governi Europei, meno succubi del potere finanziario della lobby sionista mondiale.
Un vergognoso silenzio stampa italiano ha accompagnato la Flotilla, come le precedenti spedizioni umanitarie, fin dall’inizio, nonostante i continui comunicati stampa e gli appelli con i quali si sottolineava il rischio che la flotta venisse attaccata, come testimoniavano le continue minacce israeliane di attacchi e arresti di massa e la notizia che erano in allestimento commandos, navi militari e campi di detenzione in Israele.
Lo stato di Israele ( che è l’unico paese del mediterraneo senza confini, ha fatto guerre contro altri stati, ha rifiutato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, occupa territori di altri popoli, irride alle risoluzioni ONU), dopo la carneficina di “Piombo fuso” si è macchiato di un ennesimo, orrendo, crimine internazionale; siano le persone per cui la democrazia, la solidarietà umana ed il diritto internazionale hanno ancora un senso, a scendere nelle piazze, a chiedere alle autorità italiane ed alle comunità ebraiche del loro territorio di far sentire la propria voce.
E’ incredibile che questi governanti e queste forze armate, per cui il crimine e il terrorismo di Stato sono un cinico strumento di affermazione del proprio disegno sionista, nel complice silenzio degli stati e partiti d’Europa governati dalla grande finanza, abbiano già realizzato più di 250 bombe atomiche e abbiano ripetutamente dichiarato di volerle usare prima contro l’Iraq, poi contro l’Afghanistan, poi contro Gaza e ora contro l’Iran.
Mentre invitiamo tutte le associazioni umanitarie e le forze politiche italiane a protestare contro il nuovo massacro e a prendere atto che Israele va fermata, noi crediamo che, dando seguito alle tante iniziative di oggi in tutta Italia, vada indetta un’ unica grande manifestazione unitaria per sabato pomeriggio, a Roma o a Milano, superando divisioni e particolarismi, per chiedere la fine dell’embargo a Gaza e della occupazione della Palestina e per allargare la campagna internazionale “Boicot Israel”.


Monia Benini – Fernando Rossi, lista civica nazionale “Per il bene comune”, rappresentanti politici della delegazione italiana per la Freedom Flotilla.

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