Re: Guerra contro l'Iran

Inviato da  schiumaqua il 27/3/2007 1:16:36
Citazione:
Le 60000 unità mi pare comunque una esagerazione trattandosi di un esercito che sarebbe paragonabile, per numero, a quello USA. Difficile tenere tutto segreto.


probabile, ma ne io ne te siamo la a contarli, e poi per tenere nascosto un segreto basta dirlo a tutti


intanto allego un'articolo e un paio di link che forse già conoscete, ma è utile rileggerli


REPUBBLICA ISLAMICA DELL'IRAN:
"QUINTA COLONNA" DEGLI STATI UNITI IN MEDIO ORIENTE ?


"[…] da dieci anni abbiamo una rappresentanza a Washington e discutiamo con le autorità nordamericane delle vicende legate al nostro Paese.
"Il nostro obiettivo è rovesciare il regime di Bagdad. Se gli Stati Uniti […] vogliono sostenerci, sono i benvenuti. […] Noi avevamo avvertito anni fa il governo nordamericano del pericolo [per i suoi disegni egemonici!] che [il Presidente] Saddam [Hussein] rappresentava […]. Siamo felici che finalmente gli Stati Uniti abbiano dato ascolto alle nostre parole".
(dall'intervista all'ayatollah Seyyed Mohammad Bagher Hakim, in Corriere della sera, 22 ottobre 2002)
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"Alla fine di gennaio [2003], su invito dell'ayatollah Hakim, una delegazione di leader dell'opposizione irachena in esilio è venuta a Teheran per discutere del dopo Saddam. Tra loro c'era Ahmad Chalabi, del Congresso nazionale iracheno, il politico più vicino a Washington. Ognuno dei presenti alla riunione si è detto convinto che ci sarà presto un cambio al potere in Iraq, anche se non è ancora chiaro come questo avverrà. […] In ogni caso, hanno ribadito tutti i rappresentanti della shia presenti alla riunione di Teheran, gli sciiti non accetteranno un ruolo marginale in un prossimo nuovo governo iracheno. È fuori discussione. […]".
(da un articolo di Jon Lee Anderson su "The New Yorker", 10 febbraio 2003)
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"Il 17 novembre il Presidente iraniano Mohammad Khatami ha annunciato che l'Iran riconosce il Consiglio di Governo transitorio iracheno (Iraqi Governing Council, IGC). L'annuncio è stato dato dopo un incontro con l'attuale Presidente del IGC, il Curdo Jalal Talabani, in termini molto chiari: "Riconosciamo il Consiglio di Governo iracheno e riteniamo che sia in grado, insieme con il popolo iracheno, di gestire i problemi della Nazione e di guidarla verso l'indipendenza". Katami ha anche aggiunto che l'Iran è pronto a sostenere gli sforzi di sviluppo dell'Iraq e che ritiene il piano statunitense per il raggiungimento della sovranità della nazione una base su cui si può lavorare.
Le parole del Presidente iraniano non avrebbero potuto essere più esplicite per chiarire quanto da parte di Iran e Stati Uniti ci sia stato un sostanziale riavvicinamento sulla questione irachena. Questo avviene tra due nazioni che non hanno ancora ristabilito le relazioni diplomatiche dal tempo della crisi degli ostaggi dell'ambasciata americana e lascia vedere con chiarezza che ognuna delle due, pur facendo delle concessioni all'altra, ha molto da guadagnare nello scambio di favori.
Gli Stati Uniti hanno urgenza di stabilizzare l'area, con o senza l'intervento delle Nazioni Unite, arrivando alle elezioni previste per il prossimo mese di giugno con una soluzione di governo stabile, credibile e appoggiato dall'esterno dal più influente degli Stati del Golfo: l'Iran. Il governo che si prospetta avrà una maggioranza Shiita con il supporto Curdo (la dichiarazione di Khatami al cospetto di Talabani ne è la dimostrazione) mentre Sunniti - in particolare i Baathisti - che fino a ora hanno saputo produrre solo instabilità e resistenza terroristica, saranno relegati all'opposizione.
La stabilizzazione - almeno dal punto di vista politico - dell'Iraq consentirà agli americani di procedere a un progressivo disimpegno delle Forze di occupazione che potranno essere ridotte entro il prossimo anno almeno di quel tanto che basti per consentire a George Bush di arrivare alle elezioni presidenziali con un successo politico acquisito e il ripiegamento dell'esercito già avviato. La contropartita offerta all'Iran è sostanziale e destinata a ridare forma agli equilibri mediorientali per i prossimi decenni: l'influenza sul governo iracheno che potrebbe avviarsi verso una forma di repubblica democratica ma teocratica, come in Iran.
Giovanni Bernardi, 19 novembre 2003
http://www.paginedidifesa.it/2003/bernardi_031119.html

e poi

Chiarini ne parlava su Uruk net
http://www.uruknet.info/?p=s6188

Un articolo di Sergio Cararo
http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmp5m03.htm

Fulvio grimaldi
http://www.sottovoce.it/cms/printart.php?id=25&area=2

... allora la mia domanda è: perchè gli usa (vedi israele) dovrebbero attaccare una nazione "amica"?

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