Re: Guerra contro l'Iran

Inviato da  Jimbo72 il 23/2/2007 9:31:05
Londra: «Temiamo attacco Usa contro Iran» «Bush vorrà risolvere la questione prima delle elezioni». L'Aiea: «Teheran continua attività nucleari». Lunedì la decisione sulle sanzioni

Il presidente iraniano Ahmadinejad (Olycom)
LONDRA - Il governo britannico teme che l'amministrazione Usa voglia risolvere la questione nucleare iraniana «con mezzi militari» il prossimo anno, prima della fine del secondo mandato del Presidente George W. Bush. «Non vorrà lasciare la questione in sospeso al suo successore», ha detto un alto funzionario governativo al Times.

CONTRO L'INTERVENTO - Giovedì il premier britannico, Tony Blair, ha espresso la sua contrarierà all'ipotesi di un intervento armato contro Teheran, definendolo un errore. In un'intervista alla Bbc, Blair ha dichiarato: «Non credo sarebbe appropriato lanciare un intervento militare contro l'Iran. Quello che è importante è proseguire lungo la via diplomatica e politica. Credo sia l'unica via per arrivare a una soluzione della questione iraniana».

RISOLUZIONE ONU - Lunedì prossimo, i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Russia, Usa, Regno Unito, Francia e Cina) e la Germania si riuniranno a Londra per redigere una prima bozza di risoluzione contro Teheran. L'Agenzia internazionale per l’energia atomica ha diffuso un rapporto in cui si afferma che l'Iran non ha sospeso le attività di arricchimento dell'uranio, come richiesto dall'Onu, e ha ignorato la scadenza posta dal Consiglio di Sicurezza. Lo stesso Consiglio di Sicurezza valuterà quindi la possibilità di inasprire le sanzioni già emesse contro Teheran con la risoluzione votata lo scorso 23 dicembre.
INFORMAZIONI INATTENDIBILI - Secondo un diplomatico dell'Aiea, però, gran parte delle informazioni di intelligence raccolte dalle agenzie Usa sugli impianti nucleari iraniani e trasmesse agli ispettori dell’Onu si sono rivelate inattendibili. «La maggior parte delle soffiate si sono rivelate inesatte - dicono le fonti - ci hanno trasmesso un documento con una lista di siti. Gli ispettori ne hanno verificati alcuni. Erano siti militari e non c'era traccia di attività nucleari vietate. Ora, gli ispettori non le seguono più alla cieca. Devono superare un test di credibilità».
GLI SVILUPPI - La risoluzione del Consiglio di sicurezza sull'Iran (la 1737) è stata emanata il 23 dicembre scorso. Alla luce delle sue ripetute inadempienze, imponeva un pacchetto di sanzioni e intimava al governo di Teheran di sospendere ogni attività nucleare entro 60 giorni, pena il rischio di nuove, più severe, sanzioni. Il termine è scaduto e da Teheran non solo non sono giunti spiragli di cedimento ma al contrario solo dichiarazioni, per bocca anche del presidente Mahmud Ahmadinejad, di voler portare avanti il programma nucleare e non accettare condizioni dall'occidente. La risoluzione 1737 prevede l'imposizione di nuove sanzioni in base all'Articolo 41, Capitolo 7 della Carta dell'Onu in caso di mancato rispetto delle richieste da parte dell'Iran. Per farlo è necessaria però una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza. L'Art. 41 esclude tuttavia il ricorso alla forza. La comunità internazionale, Stati Uniti in primis, sospettano che dietro il mantello della ricerca nucleare, consentita a fini civili dal Trattato di non proliferazione (Tnt), Teheran stia in realtà lavorando alla bomba atomica. Nel rapporto di sei pagine inviato via mail da El Baradei all'Onu a New York e ai 35 membri del 'board', il consiglio dei governatori, dell'Aiea a Vienna, il direttore generale dell'Agenzia Onu certifica che l'Iran «non ha sospeso le sue attività legate all'arricchimento» di uranio e non ha ottemperato a «nessuna delle misure richieste di trasparenza». Teheran ha proseguito l'attività di arricchimento all'impianto pilota di Natanz con l'installazione di quattro cascate di 164 centrifughe (le macchine per produzione di combustibile nucleare) e pianifica l'allaccio progressivo «entro maggio 2007» di tutte le 3.000 centrifughe previste per arrivare a una produzione di uranio arricchito su scala industriale. La svolta negativa ha indotto il segretario generale del'Onu Ban Ki Moon, in visita a Vienna, a dirsi «profondamente preoccupato».

CORSERA 23/02

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