Re: Io mi rendo conto...

Inviato da  Redazione il 18/2/2009 10:52:18
ELWOOD BLUE mi ha chiesto di postare per lui questo intervento postumo.

Lo faccio, ma siete pregati di NON REPLICARE.

Grazie

M.M.

(anche la formattazione è sua)

***

Citazione:
Ribelle è un negazionista e quindi negaziona.
Altro non è capace di fare.




Può apparire una definizione grossolana.

Ma siccome il ‘soggetto’ in questione ha postato molti pochi commenti, e la stragrande maggioranza dei suoi commenti è stata fatta quando c’ero anch’io (sul serio. Nei due mesi della mia espulsione ha postato solo 3 cosette) sapevo dove andare a cercare per dimostrare la mia tesi.

Essenzialmente nei due thread in cui ha concentrato la propria produzione:



FASCISMO MALE ASSOLUTO – aperto dallo stesso Ribelle

[Libro] L'INDUSTRIA DELL'OLOCAUSTO - Finkelstein Norman G – aperto da BlSabbath



E quindi sono andato a rileggermeli tutti, sia mai che mi fossi sbagliato.

No, non mi ero sbagliato.





Tempo fa Skabrego, in questo secondo thread, ha postato un estratto da wiki che riassume l'interessante discorso sul negazionismo fatto da Valentina Pisanty.



Lo riprendo: leggiamolo con attenzione che fra poco servirà.



Citazione:
Valentina Pisanty, durante una conferenza i cui atti sono stati raccolti da Marcello Flores, ha offerto un'analisi sulla metodologia stilistica dei negazionisti al fine di capire quella che è la struttura logica o paralogica sottesa agli scritti degli stessi, per capire se vi sia un'ossatura argomentativa costante in tali testi, e se (ed eventualmente come) tale ossatura si discosti sensibilmente dal metodo interpretativo comunemente impiegato dagli storici di professione.

L'autrice ritiene che Robert Faurisson sia la figura di transizione tra la fase propagandistica del fenomeno negazionista ed il tentativo di conquistare una certa rispettabilità scientifica. Faurisson, insieme ad alcuni suoi allievi, fra cui spiccano Henry Roques e Carlo Mattogno, tenterebbe di legittimare il negazionismo attraverso l'utilizzo di strategie retoriche “oggettivanti”. Lo scopo dei revisionisti “ricercatori” sarebbe quello di dare l'impressione, del tutto illusoria, che sia in corso un serio dibattito storiografico tra la “storiografia ufficiale” da un lato e la “storiografia revisionista” dall'altro.



Le strategie usate dai negazionisti, a detta della Pisanty, sono semplici, ma efficaci.



In primo luogo essi operano una drastica selezione sul materiale documentario di partenza. Essi procedono con un metodo “negativo”, tentano cioè di smontare le testimonianze ed i documentari che attestano l'esistenza dello sterminio, ma non portano una testimonianza o documentazione a garanzia della loro tesi. Come dire che non possono dimostrare in modo “positivo” e quindi costruttivo, la loro teoria, dunque cercano di avvalorarla mettendo in crisi la teoria opposta.



Procedono poi con una ulteriore selezione, eliminando tutto quel materiale che non torna utile alla loro teoria.



Essi, in pratica, si rendono ciechi e sordi davanti alle testimonianza dei Sonderkommandos o dei Sanitater, fanno finta di ignorare le dichiarazioni trascritte dei discorsi in cui Hitler e gli altri grandi capi della gerarchia nazista dichiaravano a chiare lettere, senza possibilità di incomprensioni, la pulizia etnica in corso, come il famigerato congresso di Posen del 1943 o la Conferenza di Wannsee, di cui negano l'autenticità.

Quello che i negazionisti propongono sarebbe dunque una decostruzione, una dissezione degli studi storiografici, quali il Poliakov, l'Hilberg ecc., e delle testimonianze dirette, per trovarvi, talvolta in modo veramente forzato, delle contraddizioni e per porre l'accento su eventuali errori o imprecisioni (reali o inesistenti). Essi, in fin dei conti, si “discostano dall'oggetto della discussione per attaccarsi a ciò che l'avversario ha detto”.



La Pisanty cita, a tale proposito, l'argumentum ad personam descritto da Arthur Schopenhauer nel suo saggio Sull'arte di ottenere ragione: “Quando ci si accorge che l'avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall'oggetto della contesa (dato che in quella sede si ha partita persa) al contendere e si attacchi in qualche modo la sua persona”.



I negazionisti sceglierebbero, fra le varie testimonianze ufficiali, quelle dei bersagli simbolici, come Anna Frank[/b], esprimendo dubbi sull'autenticità degli scritti o sulla comprensione del testo, come nel caso di Rudolf Höß, o insinuando che la testimonianza è inventata o forzata o che sia un falso, come in molti casi relativi alle deposizioni lasciate dai gerarchi nazisti al processo di Norimberga.

I negazionisti, insomma, secondo l'autrice metterebbero in dubbio la veridicità di alcune testimonianze simbolicamente importanti, per arrivare a sostenere che tutte siano state fraintese, più o meno volutamente, nel loro vero significato. Appigliandosi ai minimi errori commessi dai testimoni (sia da parte dei superstiti, sia da quella delle SS), i negazionisti saltano precipitosamente alla conclusione che, se il testimone si è sbagliato su un dettaglio, nulla garantisce che egli non sia sia sbagliato anche sul resto (è la logica del "Falsus in uno, falsus in omnibus").

All'occorrenza, tali autori non esiterebbero a fabbricare fonti inesistenti, come il presunto computo della Croce Rossa Internazionale, per cui le vittime della ferocia nazista non sarebbero state più di trentamila. La Pisanty sottolinea come la Croce Rossa Internazionale si sia preoccupata di smentire immediatamente tale informazione, infondata e del tutto falsa.








Possono queste cose dette dalla Pisanty applicarsi anche a Ribelle?

Vediamo.







Iniziamo con la parafrasi Pisantyca.







"Le strategie usate da [b]ribelle, a detta della Pisanty, sono semplici, ma efficaci." [/b]





1) In primo luogo esso opera una drastica selezione sul materiale documentario di partenza.



L’attenzione alle fonti difetta qui come fra i negazionisti più famosi.

L’argomento non è di grandissima importanza in questo caso, ma lo riporto solo come esemplificativo di una certa modalità di trattare gli argomenti.



Ribelle; #102

Citazione:
Te ne sei accorto, finalmente. E no, questa volta non sbagli, per fortuna. Festeggiamo lo straordinario evento.



Citazione:



Là ci sono alcune confutazioni storiche ai tuoi pregiudizi - ovvero alle cose che dice Mattogno.

Anche se non parli inglese risultano di più immediata comprensione di un testo medio del tuo autore preferito sull'argomento.





Che siano confutazioni alle cose che dice Mattogno tu sei costretto a scriverlo sulla fiducia.



Citazione:



Mi piego alle minacce. Ho editato il post.






Tutto questo si riferisce a un mio post, il #101. Come dire un autentico botta e risposta: infatti è stato scritto 36 minuti dopo.

Solo che io avevo scritto cose leggermente diverse.

Citazione:
In quel sito ci sono alcune confutazioni storiche ai tuoi pregiudizi - ovvero alle cose che dice Mattogno (curioso come le cose sembrano coincidere..)


Citazione:
Mi piego alle minacce del manipolo. Ho editato il post.


Ripeto, niente d’importante e probabilmente nemmeno di premeditato.

Solo la solita “disattenzione” per le fonti..



(spiegazione del mistero: probabilmente le citazioni sono state prese prima che editassi il post. Io di solito i post li edito 3 o 4 volte di fila subito dopo la pubblicazione, e solo perché non ho ancora preso il vizio di rileggerli prima di pubblicarli. E’ per questo che parlo di “disattenzione” – che è meno grave di “falsificazione”, ma è più grave di “attenzione”. Questo non toglie che dall’ultimo edit al post di replica siano passati ben 36 minuti. Il post di replica conta 83 parole - escludendo ovviamente le citazioni. All'epoca avevo pensato di baloccarmici un po' con questa storia, poi ho lasciato perdere).









2) "Esso procede con un metodo “negativo”, tenta cioè di smontare le testimonianze ed i documentari che attestano l'esistenza dello sterminio, ma non porta una testimonianza o documentazione a garanzia della sua tesi. Come dire che non può dimostrare in modo “positivo” e quindi costruttivo, la sua teoria, dunque cerca di avvalorarla mettendo in crisi la teoria opposta."



Su questo ci torniamo poi.









3) "per trovarvi, talvolta in modo veramente forzato, delle contraddizioni e per porre l'accento su eventuali errori o imprecisioni (reali o inesistenti)."

Esso, in fin dei conti, si “discosta dall'oggetto della discussione per attaccarsi a ciò che l'avversario ha detto”.




Nel thread “Fascismo Male Assoluto” chiunque sia interessato può trovare interessanti spunti riguardo a questo argomento, in particolar modo sviluppati sulle Perfide Tecniche della Formattazione Propagandistica e su un supposto parallelismo negazionismo=pedofilia, che letti alla luce di questa affermazione della Pisanty acquistano un certo significato.

Il “dibattito” in oggetto inizia al #33 e termina in due fasi: per me sostanzialmente al #109; per Ribelle al #130









4) "La Pisanty cita, a tale proposito, l'argumentum ad personam descritto da Arthur Schopenhauer nel suo saggio Sull'arte di ottenere ragione: “Quando ci si accorge che l'avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall'oggetto della contesa (dato che in quella sede si ha partita persa) al contendere e si attacchi in qualche modo la sua persona”.



Una piccola e assolutamente non esaustiva selezione di materiale.

Ribelle

Citazione:
Qual è esattamente il senso di questa osservazione imbecille?


Citazione:
..stronzate.. ..stronzate.. ..stronzate.. ..stronzate..

Citazione:
Leggere/interpretare/confutare i copia/incolla che fai tu (o chiunque altro)? (*)


Citazione:
Cerca di non accrescere ulteriormente il tuo sciocchezzaio personale che è già fin troppo ricco così com’è.


Citazione:
Te ne sei accorto, finalmente. E no, questa volta non sbagli, per fortuna. Festeggiamo lo straordinario evento.


Citazione:
Che siano confutazioni alle cose che dice Mattogno tu sei costretto a scriverlo sulla fiducia.


Citazione:
Ulteriore mucchio di stronzate.


Citazione:
A proposito di fuffa...

...e di strafuffa. (**)




(*) Questa tecnicamente è al di qua dei confini dell'insulto esplicito. L'ho messa perché, alla luce del successivo punto 2, è particolarmente gustosa.

(**) N.B. Io ero stato il primo ad usare il termine “fuffa”, però mi ero anche preso il disturbo di spiegare il perché lo usavo.)









5) I negazionisti sceglierebbero, fra le varie testimonianze ufficiali, quelle dei bersagli simbolici, come Anna Frank



Non voglio fare paragoni assolutamente fuori luogo fra persone normali e figure così drammatiche, quindi non parafraso questa citazione.

Mi limito a sottolineare come nella sua breve permanenza in questo sito la stragrande maggioranza dei post di Ribelle[b] citino in modo negativo qualcuno, quasi sempre le stesse persone.

All’inizio quello sotto tiro ero io, poi per fortuna è andato a cercare nuovi amici e ha trovato [b]so_tutto
.

Per dare un’idea dell’ordine di grandezza, questo riguarda oltre il 70% dei suoi interventi (almeno all’incirca fino al suo post n.40, che poi mi sono scocciato di mettere i segnetti nell’agenda).

Controllare (e contare) per credere.









Ma torniamo al n.2, quello che avevamo rimandato.



2) "Esso procede con un metodo “negativo”, tenta cioè di smontare le testimonianze ed i documentari che attestano... (l'esistenza dello sterminio), ma non porta una testimonianza o documentazione a garanzia della sua tesi. Come dire che non può dimostrare in modo “positivo” e quindi costruttivo, la sua teoria, dunque cerca di avvalorarla mettendo in crisi la teoria opposta."



Una frase pesante, che suona strano poter applicare a un utente del forum. Ovviamente non per quanto riguarda lo sterminio ma come modalità di comunicazione in genere.

Eppure Ribelle ci ha un po’ abituato a questa sorta di estenuante strip-tease intellettuale, dove sembra sempre che gli indumenti cadano, ma poi invece non cadono mai.



FASCISMO MALE ASSOLUTO: # 51Citazione:
Per quanto riguarda il resto, parecchio grossolano ed opinabile, per il momento sorvolo. Bisognerebbe scrivere parecchio, molte pagine, e l’ambito non è adeguato. Magari qualcosa più avanti.


E più avanti… niente.



[Libro] L'INDUSTRIA DELL'OLOCAUSTO - Finkelstein Norman G.: # 90 Citazione:
Ti do tempo di ritirarla entro il prossimo post per evitare una magra figura. Ti auguro di saper riconoscere un buon consiglio, quando te lo danno.



Siccome molto di quello che segue discende da questa stronzata (si è sentito bene “stronzata”? Si? Bene.) per il momento mi fermo qui. Aspetto il tuo post di rettifica.


Arrivato il post di rettifica, con tanto di edit (dichiarato) del post incriminato.

Uno si aspetterebbe che dopo la immediata rettifica il discorso potrebbe proseguire, ma invece..



#102 Citazione:
Cita nomi e classificazione, così poi ti becchi la doverosa sputtanata che ti meriti.


No, ANCORA?????

Ancora un pretesto per non dire niente?



Giusto per fare un esperimento non ho citato né nomi né classificazioni.

Chissà che non fosse la volta buona!

Ma invece niente di nuovo sotto questo sole: non solo non è arrivata la sputtanata, ma come al solito non è arrivato niente.





Perché dopo un po’ è difficile non accorgersene.

Curiosamente leggendo gli interventi di Ribelle si nota una grande abbondanza di tutto tranne che di una cosa: gli argomenti.



Non sono riuscito a trovare un intervento nel quale si prendesse la responsabiltà di un'affermazione, ovvero facesse un qualche tipo di comunicazione in positivo.

La cosa che ci si è avvicinata di più è stato un breve riassunto delle posizioni di C. Mattogno - ovvero di una terza persona; per il resto in entrambi i thread il massimo che si è riusciti a ottenere è stato qualche sporadico link, e un copiaincolla di un brano di testo.





Cosa che anche l’ottimo Notturno aveva già avuto modo di notare qualche tempo fa:



Notturno

Citazione:
Invece di fare il "botta a botta", proponi qualcosa che abbia dei "contenuti".

Non sarebbe meglio?




(E anche so_tutto aveva avuto modo di avvisarlo che su questo forum non è consuetudine il "mandare a leggere".)





A me sembra quindi che l'ossatura metodologica e paralogica che la Pisanty riconosce come tipica del negazionismo sia la stessa applicata da Ribelle.

Così, giusto per voler spiegare come “negazionista” sia una appartenenza, volendo, non solo ideologica.

Volendo.







- - - - - - - - - - -





ECCHELLA’.

Stavo rileggendo i post di Ribelle, ho scritto il post, arrivo a postarlo e scopro di essere stato espulso.



Di nuovo!



Beh, pazienza.

Qualcuno dice che le espulsioni sono come le corna: fanno male solo la prima volta..





Redazione

Citazione:
Non ho letto i post precedenti, ma è chiaro che se altri sono usciti dalle righe dovranno essere bastonati in relativa misura


NOTA BENE: io NON chiedo e NON mi auguro l’espulsione di nessuno.

E non credo neppure al concetto di Giustizia Perfetta.

Per quanto mi riguarda Ribelle può continuare a postare tranquillamente le sue, in mancanza di termini migliori, negazioni.



Citazione:
ELWOOD: Se proverai ad iscriverti con un altro nick sarò costretto ad oscurare tutti gli IP da cui ti colleghi.


Visto il numero dei pc che uso questo potrebbe essere un compito DAVVERO improbo..



Ma non preoccuparti: non ho intenzione di tornare a chiedere l’ammissione.

E sulla mia reticenza a iscrivermi con altri nick ho già parlato.

Auguro davvero buona fortuna a tutti quanti.





ElwoodBlue.

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