Re: Io mi rendo conto...

Inviato da  baciccio il 18/2/2009 1:52:55
Citazione:

florizel ha scritto:


Va bene fare luce su dettagli che possono sicuramente essere stati ampliati, o su eco propagandistici molto amplificati, ma negare l’olocausto in toto equivale paradossalmente ad “assolvere” chi lo ha progettato.
E non mi riferisco solo agli esecutori materiali di quello che, a mio parere, resta un vero e concreto sterminio. A proposito di questo, a molti “negazionisti” sembra essere sfuggito il “sostegno” sionista al nazismo…


L'olocausto o è avvenuto oppure è una gigantesca impostura. Quindi,perchè mai "negarlo" equivarrebbe ad assolvere chi lo ha progettato? Niente olocausto niente progetto del medesimo.
La storia delle camere a gas, che all’olocausto è legata indissolubilmente, è, fra i tanti supplizi di diversa natura, ( tutti rigorosamente narrati da testimoni oculari) quella che ha fatto più presa sull’immaginario popolare, ma all’inizio ha stentato ad imporsi. A riprova posto un breve estratto da un libro revisionista.
L’ingegnere Franco Deana scrive nel suo “Studi revisionistici”: ”I vincitori della Seconda Guerra Mondiale hanno imposto come verità storica, e gli storici di regime l’hanno accettata, che la Germania nel corso stesso della guerra, si sia macchiata di tutte le infamie possibili e, in particolare dello sterminio degli ebrei mediante le camere a gas. Tuttavia questa verità ufficiale, che salda la Shoah alle camere a gas, si è imposta con difficoltà fra le notizia di altri metodi di sterminio. Ad esempio, all’inizio del 1943 l’ambasciatore italiano a Berlino, Dino Alfieri, in una lettera del 3 febbraio, scoperta da Renzo de Felice, aveva riferito la voce che gli Ebrei venissero eliminati in massa mitragliandoli, gettandoli vivi tra le fiamme e sfracellando i bambini contro un muro. Contemporaneamente circolavano altre notizie di stermini su scala industriale, e ne ricorderemo alcune: Sterminio con il vapor acqueo o con CO ( ossido di carbonio ). Il 15 novembre del ’42 l’organizzazione clandestina del ghetto di Varsavia aveva inviato al governo polacco in esilio a Londra un rapporto in cui si sosteneva che, " secondo testimonianze oculari, le vittime nel lager di Treblinka venivano chiuse in locali attraversati da tubi forati, dai quali usciva vapore acqueo che li asfissiava in quindici minuti".[…] Stermini col martello pneumatico o per folgorazione.[…] Si trattava di camere speciali nelle quali dal tetto scendeva un martello pneumatico e le vittime venivano uccise per mezzo di un congegno speciale sotto un’alta pressione d’aria. Altri testimoni hanno affermato che a Belzec le vittime venivano radunate in un locale che aveva per pavimento una lastra metallica attraverso la quale veniva fatta passare la corrente elettrica che folgorava gli Ebrei. Secondo il “ New York Times” del 12 febbraio 1944, testimoni oculari “sfuggiti all’esecuzione” avevano dichiarato che: “gli Ebrei erano spinti nudi su una piattaforma metallica che funzionava come un elevatore idraulico che li calava in una enorme vasca piena d’acqua fino al collo delle vittime. Essi venivano folgorati con la corrente per mezzo dell’acqua. L’elevatore poi sollevava i corpi ad un crematorio che si trovava al di sopra”. Stefan Szende ha testimoniato che i trasporti di Ebrei: “entravano attraverso un tunnel nei locali sotterranei del luogo di esecuzione Gli Ebrei nudi venivano condotti in sale gigantesche . Queste sale potevano contenere migliaia di uomini alla volta. Esse non avevano finestre, erano di metallo , col pavimento che si poteva abbassare. Il pavimento di queste sale con migliaia di Ebrei veniva calato in una cisterna piena d’acqua che si trovava sotto, però soltanto in modo tale che gli uomini sulla lastra metallica non fossero immersi completamente. Quando tutti gli Ebrei nella lastra metallica stavano già nell’acqua fino ai fianchi, si faceva passare nell’acqua la corrente ad alta tensione. Dopo pochi istanti tutti gli Ebrei, migliaia alla volta, erano morti. Poi il pavimento di metallo si sollevava fuori dall’acqua. Su di esso giacevano i cadaveri dei giustiziati. Si inseriva un’altra linea elettrica e la lastra metallica si trasformava in una cassa da morto crematoria ( krematoriumssarg ) incandescente, finchè tutti i cadaveri erano inceneriti. Potenti gru sollevavano allora la gigantesca cassa da morto crematoria ed evacuavano le ceneri. Grosse ciminiere da fabbrica evacuavano il fumo. La procedura era compiuta”. Un’altra variante del mito menziona un “forno elettrico” come strumento di “sterminio”:” poi essi entrano in una terza baracca che contiene un forno elettrico, ( einen Elektrschen ofen ) in questa baracca hanno luogo le esecuzioni”.

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