Re: Io mi rendo conto...

Inviato da  baciccio il 6/2/2009 15:07:19
Da "Comedonchisciotte" traggo queste parole di Antonella Randazzo.

Le autorità contemporanee sono dotate della loro “inquisizione” anche in ambito legale, anche se essa non è più “santa” e non è più intesa come tale.
In tempi molto recenti diversi editori e storici sono stati perseguitati per le loro opinioni.
Esistono leggi che limitano la libertà di opinione e di pensiero almeno in quattordici paesi europei: Francia, Italia, Germania, Olanda, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Romania, Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Lituania.
Per approvare queste leggi è stata presa a pretesto la necessità di "contrastare l’istigazione a crimini contro l’umanità, manifestazioni di discriminazione razziale, etnica, nazionale, religiosa o fondata su orientamento sessuale o identità di genere". (3) L'argomento "razzismo e discriminazioni" viene utilizzato al fine di far apparire che le autorità occidentali hanno a cuore i diritti umani. Ma ciò appare del tutto falso, anche se si considera soltanto la criminale discriminazione legale fra "cittadini" e "immigrati clandestini". Infatti, a questi ultimi non viene di fatto riconosciuto alcun diritto. Allora, per capire le motivazioni che hanno spinto le autorità europee a voler tenere sotto controllo la ricerca storica, anche imponendo sanzioni penali, occorre fare riferimento al sistema attuale creato dai vincitori dell'ultima guerra. Tale sistema è stato giustificato per anni attraverso lo spauracchio dei "feroci nazisti", facendo intendere che grazie alla sconfitta dei tedeschi era stata possibile la "libertà". Ma si trattava soltanto di una propaganda supportata dalla grave mistificazione di fatti storici, che proprio negli ultimi decenni si sta sgretolando grazie all'opera indipendente di numerosi storici. Per questo motivo, le autorità europee e statunitensi temono di vedere portati alla luce i loro crimini passati e attuali, e che i popoli non possano più vederli come "democratici" e "liberatori di popoli", essendo nei veri fatti storici tutto il contrario. Ciò spiega i tentativi di intimorire gli storici indipendenti, potendoli perseguitare legalmente e mediaticamente, distruggendo la loro credibilità e il loro prestigio.
In Francia, nel 1990, è stata approvata la legge 90-615 detta Fabius-Gayssot, che combatte "il delitto di revisionismo", a cui è subentrata nel 2003 la legge Lellouche, che pretende di affrontare la "provocazione alla discriminazione". Purtroppo, queste leggi sortirono gli effetti sperati, e come rivelò “Le Monde”, gli storici francesi iniziarono a temere di essere trascinati in tribunale, e terrorizzati iniziarono a limitare gli articoli sui giornali.
Ma se questi storici dicessero davvero cose assurde e false, che bisogno ci sarebbe di imporre per legge una determinata versione storica? Occorrono i tribunali per imporre un fatto storico? O piuttosto accade ciò perché la versione ufficiale potrebbe essere confutata in modo efficace e veritiero? E poi, perché associare "negazione dell'Olocausto" con "incitamento all'odio razziale", dato che gli storici detti "revisionisti" non incitano affatto all'odio razziale? Come mai gli storici "tradizionalisti" non sono in grado di affrontare un dibattito in sede adeguata e hanno bisogno dei tribunali? Se si ha necessità di imporre per legge un presunto fatto storico significa che non vi sono prove inoppugnabili a suo sostegno. E poi, se gli intenti sono quelli professati (ossia di impedire altri genocidi) perché sanzionare soltanto chi nega l'Olocausto ebraico e non anche chi nega lo sterminio dei nativi americani o degli armeni? I genocidi non dovrebbero essere tutti altrettanto gravi?
E' come se la verità storica dovesse diventare un dogma, imposto per legge, come fosse un fatto di autorità e non di ricerca e cultura. Con queste leggi si svilisce l'intera cultura e crolla l'ultima illusione che in Europa ci potesse essere davvero la fantomatica "democrazia".
E' evidente che gli scopi principali di queste leggi sono:
1 - Spaventare chi vuole fare ricerca storica indipendente;
2 - far capire una volta per tutte che è il sistema a decidere ciò che è vero e ciò che è falso;
3 - additare gli storici indipendenti come criminali, in modo tale che nessuno voglia seguire il loro esempio o prenderli sul serio;
4 - far intendere la cultura come un settore su cui le autorità possono imporre dogmi o schemi prefissati rigidi.

Alcuni storici francesi hanno reagito a tutto questo firmando un manifesto dal titolo “Liberté pour l'histoire!”, in cui chiedono l'abrogazione delle leggi che restringono la libertà di opinione.
La caratteristica comune delle “inquisizioni” è che la persona è condannata sin dall’inizio: non contano le prove che mostra a sostegno di ciò che dice, e nemmeno il fatto che essa non sta danneggiando nessuno né sta commettendo alcun reato, se non d’opinione.
Il fatto che oggi non vi siano più roghi non deve trarre in inganno: la vita di una persona può essere distrutta in vari modi, facendogli perdere il lavoro, mettendola alla gogna perpetua, oppure perseguitandola. Le persecuzioni possono acquisire molte forme come l’essere etichettato, l’essere additato come “mostro”, subire continue insinuazioni e calunnie, ecc.
Se tutti accettassero la libertà di tutti, non ci sarebbe alcun motivo di etichettare chi diverge dagli altri o di screditare qualcuno con calunnie, ecc.



Antonella Randazzo
Fonte: http://lanuovaenergia.blogspot.com/

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=53&topic_id=4851&post_id=133393