Re: Io mi rendo conto...

Inviato da  redna il 31/1/2009 21:45:26
La tesi dell'impossibilità tecnica delle camere a gas naziste [modifica]

Secondo Faurisson, non esisterebbero né documenti né testimonianze attendibili in grado di dimostrare l'esistenza di camere a gas omicide nei campi nazisti durante la seconda guerra mondiale; i resti delle camere a gas e le descrizioni pervenuteci del loro funzionamento non reggerebbero ad un'analisi critica, e sarebbe stato tecnicamente impossibile utilizzarle a scopi omicidi, soprattutto secondo le modalità documentate dalle testimonianze. Faurisson si occupò delle strutture che utilizzarono lo Zyklon B (nei campi di Auschwitz e di Majdanek), mentre altrove (Belzec, Sobibór, Treblinka e Chełmno) venne utilizzato monossido di carbonio prodotto dai fumi di scarico di grossi motori.
Il punto più critico, secondo il francese, sarebbe rappresentato dalla ventilazione delle camere a gas, procedimento che egli descrive come molto lungo e complesso (in particolare nel caso si sia utilizzato lo Zyklon B, universalmente indicato come strumento per lo sterminio degli Ebrei), e che quindi secondo le sue valutazioni risulterebbe incompatibile con i racconti dei testimoni e con le specifiche tecniche delle camere a gas. Ulteriore elemento ritenuto poco attendibile sarebbe quello relativo alla prossimità dei crematori ai locali indicati quali camere a gas, giacché l'acido cianidrico (di cui è principalmente composto lo Zyklon B) sarebbe un acido altamente infiammabile. Inoltre tali locali risulterebbero strutturalmente inadatti a gasazioni omicide in quanto manchevoli delle usuali misure di sicurezza (ad es. porte e vetri a tenuta stagna). Da ciò nacquero una congerie di studi riguardanti aspetti storiograficamente marginali ma considerati assolutamente essenziali dai negazionisti, quali la forma e le misure dei pertugi attraverso i quali lo Zyklon B veniva introdotto nelle camere a gas; la forma e la struttura delle loro porte; l'esatta misurazione dell'area di tutti gli ambienti dedicati allo sterminio eccetera eccetera.
Essendosi Faurisson convinto che non esistessero studi approfonditi riguardo al funzionamento delle camere a gas naziste, egli quindi sostenne di aver ottenuto informazioni riguardo alla struttura e al funzionamento di quelle moderne da sei penitenziari statunitensi (San Quintino in California, Jefferson City in Missouri, Santa Fe nel Nuovo Messico, Raleigh nella Carolina del Nord, Baltimora nel Maryland e Florence in Arizona), che utilizzavano un metodo di gasazione basato sull'immissione di acido cianidrico, ipoteticamente simile a quello che si sarebbe utilizzato in alcuni campi di concentramento[24]. Sulla base di queste ritenne necessario[25] rivolgersi ad un presunto esperto della tecnologia delle camere a gas americane, che secondo lui avrebbe potuto determinare se quelle tedesche per esecuzioni fossero utilizzabili come tali.
Durante il processo contro Ernst Zündel del 1988, al quale partecipò Faurisson stesso quale consulente e testimone della difesa[26], depose anche Fred Leuchter, raccomandato a Barbara Kulaszka, membro del collegio difensivo di Zündel, da Bill M. Armontrout, direttore del penitenziario di Jefferson City (Missouri) come esperto statunitense in progettazione, funzionamento e istallazione di camere a gas. A Leuchter venne commissionata una perizia forense che prevedeva un sopralluogo negli ex campi di Auschwitz, Birkenau e Majdanek. Leuchter si recò quindi in Polonia per condurre la sua indagine, al termine della quale redasse un rapporto, stilato in due settimane e comprendente 192 pagine: The [ Report Leuchter Report: An Engineering Report on the Alleged Execution Chambers at Auschwitz, Birkenau, and Majdanek Poland, la cui introduzione venne curata da Faurisson stesso, allorché l'opera fu pubblicata l'anno successivo e che divenne la base per le sue ipotesi successive.
Il Rapporto-Leuchter[27] sostiene che le camere a gas naziste di Auschwitz non sarebbero state strutturalmente adatte ad uccidere degli esseri umani, e che l'analisi chimica di campioni delle pareti non avrebbe rivelato oggi tracce significative di cianuri, laddove ne rivelerebbe negli altri locali adibiti alla normale disinfestazione, parimenti effettuata tramite acido cianidrico (Zyklon B). Le tesi di Faurisson e le conclusioni di Leucther furono criticate dal farmacista francese Jean-Claude Pressac, che in particolare contestò il fatto che non si fosse tenuto conto, nè delle diverse condizioni d'uso del gas, se utilizzato per la disinfestazione o per l'uccisione di esseri umani, né delle diverse condizioni delle camere di sterminio, dove i residui erano rimasti esposti a lungo agli agenti atmosferici, in seguito al fatto che le strutture erano state distrutte[28].
L'attendibilità di Leucther quale esperto venne messa pesantemente in dubbio all'interno dello stesso processo Zündel, tanto che la sua expertise non venne accettata dalla corte canadese: egli subì inoltre un processo negli Stati Uniti per essersi firmato ingegnere senza aver conseguito la laurea in ingegneria e venne condannato[29]. Le Corti Federali della Florida e della Virginia rigettarono altre testimonianze di Leuchter in quanto inaffidabili, accusando Leuchter di inaccuratezza e di aver deliberatamente modificato le dichiarazioni contenute in un affidavit[30]. Leucther sostenne in seguito che tali accuse fossero delle mere calunnie e ritenne di aver subito persecuzioni, in seguito alla sua testimonianza nel processo contro Zündel, ad opera di alcune associazioni ebraiche, le quali avrebbero secondo lui esercitato pressioni per non fargli ottenere ulteriori incarichi professionali dalle strutture pubbliche statunitensi[31].
Sottoposto a dure critiche, l'attendibilità del rapporto Leuchter venne pesantemente messa in dubbio anche da altri negazionisti, quali per esempio Carlo Mattogno, che lo definì tecnicamente infondato[32]: a questo punto, nel 1992 Faurisson addusse, come ulteriore sostegno alla sua tesi sulle camere a gas, altri due rapporti, che avrebbero confermato le conclusioni di fondo del rapporto Leucther:
Il rapporto di Germar Rudolf, chimico tedesco membro della Max Planck Gesellschaft (in seguito espulso dall'Istituto)[33].
Il rapporto di Walter Lüftl, ingegnere austriaco e presidente dell'Ordine degli ingegneri austriaci (costretto a dimettersi immediatamente dopo la sua presa di posizione pubblica a favore del negazionismo)[34].
Ma anche questi rapporti furono criticati e ritenuti privi di valore scientifico[35]
A questi due, Faurisson aggiunse anche la prima redazione del rapporto di Jan Markiewicz, membro dell'Istituto di ricerca forense di Cracovia, commissionato dal Museo Statale di Auschwitz: Faurisson infatti riteneva che portasse acqua al suo mulino[36]. In questo primo rapporto interno, del 1990, nel quale i ricercatori polacchi non erano ancora al corrente del rapporto Leuchter, le analisi dell'istituto in realtà trovarono tracce di acido cianidrico anche nelle camere indicate come camere di sterminio, concludendo come Pressac che il motivo della scarsa quantità rinvenuta - rispetto agli ambienti utilizzate per l'eliminazione dei pidocchi - fosse la lunga esposizione agli agenti atmosferici. Nell'edizione definitiva del Rapporto-Markiewicz, vennero inoltre criticate le conclusioni di Leuchter e il metodo da lui utilizzato[37]. In seguito, la differente concentrazione delle tracce di acido cianidrico fra le camere di sterminio e quelle utilizzate per l'eliminazione dei pidocchi venne ancora una volta spiegata per il fatto che l'esposizione al gas nelle seconde ebbe luogo per periodi molto più lunghi e per tempi enormemente maggiori rispetto alle prime, in coerenza con i documenti e le testimonianze conosciute, nonché con le analisi effettuate e gli studi chimico-ingegneristici già apparsi.
Le tesi di Faurisson furono avversate da numerosi studiosi di diverse specializzazioni, tra cui Pierre Vidal-Naquet, Georges Wellers, Jean-Claude Pressac e Robert Jan Van Pelt. Le principali critiche sulla problematica tecnica inerente alle camere a gas giunsero dagli ultimi due.
Il Rapporto Rudolf, che viene attualmente sostituito al Rapporto Leuchter come base chimico/scientifica delle tesi negazioniste, è stato sottoposto a critica, oltre che dalle risultanze delle analisi dell' "Istituto di ricerca forense" di Cracovia, dal farmacologo americano Richard J. Green[38], secondo il quale le tracce rinvenute sono del tutto compatibili scientificamente con l'esistenza di camere di sterminio nelle strutture come tali indicate. Rudolf e altri negazionisti replicarono a Green[39]. Le numerose argomentazioni degli oppositori del negazionismo sono state raccolte nel volume del cardiologo italiano Francesco Rotondi[40].
Il professore di architettura Robert J. Van Pelt, che aveva partecipato come consulente della difesa nel 1999/2000 ad un processo intentato da David Irving contro Deborah Lipstadt nel corso del quale Irving aveva presentato il rapporto Rudolf come proprio affidavit, nella sua successiva opera basata sul suo rapporto processuale[41] pubblicata nel 2002[42] criticò approfonditamente il rapporto Rudolf analizzando la questione delle camere a gas di Auschwitz dal punto di vista storico e ingegneristico, col sostegno di documenti del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau, di una serie di testimonianze dell'epoca e l'apporto di altri ingegneri e chimici. Fra le testimonianze, vi fu quella di Michal Kula, che fu il costruttore delle colonne metalliche per l'immissione dei gas nelle camere di sterminio[43]. I negazionisti gli risposero sulla base di una presunta inattendibilità delle testimonianze - è da notare che per i negazionisti non esiste nessuna testimonianza attendibile per il processo dello sterminio, nemmeno quelle dei tedeschi rei confessi - e della mancanza di resti visibili di fori per gli apparati descritti (o per altri mezzi di immissione) tra i resti del tetto crollato (secondo lo slogan di Faurisson: no holes, no holocaust)[44]. Sulla presenza di questi fori si è sviluppata una diatriba, visto che tali aperture effettivamente esistono tuttora[45], ma i negazionisti ritengono che siano stati fatti ad arte o che in realtà non siano quel tipo di fori di cui si parla. In conclusione, il giudice della causa fra Irving e Deborah Lipstadt dette completamente ragione alla seconda, confermando giudiziariamente le conclusioni di Van Pelt e rigettando il rapporto Rudolf.


Citazione:
In occasione di una sua recente visita in Italia, Faurisson ha rilasciato un'intervista nella quale ha ribadito le sue personali convinzioni relativamente all'Olocausto, aggiungendo che "Hitler non aveva mai autorizzato l'uccisione di nessun ebreo, perché egli stesso era un ebreo" (Et Hitler n’autorisait pas même que l’on exécute un Juif parce qu’il était Juif)[52].

fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Faurisson

edit
Il protocollo di Wannsee (20 gennaio 1942)

"Nel corso della soluzione finale gli ebrei saranno instradati, sotto appropriata sorveglianza, verso l'Est, al fine di utilizzare il loro lavoro. Saranno separati in base al sesso. Quelli in grado di lavorare saranno condotti in grosse colonne nelle regioni di grandi lavori per costruire strade, e senza dubbio un grande numero morirà per selezione naturale. Coloro che resteranno, che certo saranno gli elementi più forti, dovranno essere trattati di conseguenza, perchè rappresentano una selezione naturale, la cui liberazione dovrà essere considerata come la cellula germinale di un nuovo sviluppo ebraico (come mostra l'esperienza della storia)" .
fonte:
http://www.romacivica.net/ANPIROMA/nazismo/nazismodocu5.htm

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