Re: "On the Lebanon side of the border..."

Inviato da  Ashoka il 31/7/2006 12:36:51
Bump!

La marcia contro la guerra attira una folla di Israeliani ed Arabi

Più di 2500 persone sabato hanno partecipato ad una dimostrazione contro la guerra in Libano, marciando da Rabin square, a Tel Aviv, per radunarsi a Cinemateque plaza.

Questo raduno è il primo del suo genere, contro l'offensiva dell'IDF in Libano. Diversamente dalle precedenti proteste contro la guerra in Israele, le principali organizzazioni arabe d'Israele, tra cui Hadash e Balad, hanno partecipato in gran numero all'evento.

Si sono uniti a loro la corrente di sinistra della sinistra sionista – l'ex leader di Meretz, Shulamit Aloni ed il prof. Galia Golan, insieme alla sinistra radicale di Gush Shalom, il movimento dei “Refusal to serve” Yesh Gvul, il movimento degli “Anarchici contro il Muro”, la “Coalizione delle Donne per la Pace”, Taayush de altri.

Questi gruppi Ebrei ed Arabi di solito evitano l'attività comune. Neppure questa volta sono riusciti a trovare uno slogan comune, eccetto che per la richiesta di fermare la guerra ed aprire i negoziati. Tuttavia, i veterani delle proteste hanno notato che nella guerra in Libano del 1982 c'erano voluti più di 10 giorni di scontri per far uscire allo scoperto i contestatori, segnalando la prima falla nel consenso.

La protesta ha attirato qualche faccia nuova, come Tehiya Regev di Carmiel, che ha visto due suoi vicini uccisi da un attacco di razzi Katyusha alla sua città. “Questa guerra non ha il giusto indirizzo,” ha dichiarato ad Haaretz, “i soldati catturati sono oramai stati dimenticati, per cui sono veduta a rivendicare un immediato stop a questa folle e crudele guerra”.

Il raduno, che ha ricevuto una larga copertura internazionale
(ne avete sentito parlare al tg? NdA) ha avuto una tematica non familiare con le precedenti dimostrazioni tenute qui. A parte le solite richieste di dimissioni per il Primo Ministro ed il Ministro della Difesa, questa è stata in modo chiaro chiaro una protesta anti-Americana. Insieme ai cori di “Noi non uccideremo, noi non moriremo, nel nome del Sionismo” vi erano anche quelli di “Non moriremo e non uccideremo al servizio degli Stati Uniti,” e slogan di condanna per il presidente George W. Bush.

Ashoka

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