Re: Il terrore che verrà...

Inviato da  reaven il 8/1/2006 4:03:51
ATOMICHE CONTRO L'IRAN? SCIENZIATI CONTRO

Maurizio Blondet
06/01/2006
«L’uso preventivo della bomba atomica contro un avversario non nucleare, in una guerra non provocata, segnerà una svolta tragica»Oltre 1500 fisici, fra cui otto premi Nobel, hanno firmato una petizione - fatta circolare nel mondo dall'università di San Diego - che chiede a Bush di cancellare la «nuova dottrina americana sull'uso della bomba atomica». (1)
Tale nuova dottrina è stata delineata nel documento ufficiale «Nuclear Posture Review» nel 2001, e messa a punto nei dettagli dal rapporto del Pentagono «Doctrine for joint nuclear operations».
Questi due documenti rovesciano la vecchia dottrina americana - che dichiarava che gli USA non avrebbero mai usato la bomba atomica per primi, ma solo come risposta a un attacco atomico del nemico.
La nuova «posture» infatti annuncia che gli USA sono pronti a lanciare la bomba in via preventiva contro «installazioni sotterranee avversarie» (allusione all'Iran), contro avversari «che usanoo intendano usare [sic] armi di distruzione di massa» contro le forze armate americane, e anche per imporre «una rapida fine di una guerra nei termini favorevoli agli USA».
Gli scienziati firmatari notano che l'applicazione di questa dottrina rischia di essere «affrettata dagli eventi imminenti nel Golfo Persico», ossia dall'annunciato attacco alle installazioni atomiche dell'Iran.

Sia che l'attacco preventivo venga scatenato da Israele (l'ex primo ministro Netanyahu lo invoca, e Sharon non lo ha escluso), sia dagli americani, è in ogni caso inevitabile che - data la presenza di truppe USA nel vicino Iraq - l'America venga coinvolta in un conflitto contro l'Iran.
Ed è improbabile che il conflitto resti confinato alle armi convenzionali, per la necessità di proteggere le vite dei soldati USA in Iraq: è uno dei casi previsti, «porre rapidamente fine al conflitto nei termini favorevoli» agli Stati Uniti.
Tanto più che l'Iran può reagire con missili che recano nelle testate armi chimiche.
Tuttavia, l'uso preventivo della bomba atomica contro un avversario non nucleare, in una guerra non provocata, notano gli scienziati, segnerà una svolta tragica.
Da quel momento tutte le 182 nazioni che hanno firmato i Patti di non-proliferazione si sentiranno in pericolo, e parecchie di loro si affretteranno a dotarsi del proprio deterrente nucleare.
Ne risulterebbe un mondo con troppe potenze atomiche e col rischio che conflitti minori o regionali possano escalare allo scontro nucleare.

Nella petizione, gli scienziati criticano fortemente il concetto di «armi di distruzione di massa» usato dal Pentagono per accusare i suoi nemici; il concetto mette insieme l'arma atomica e altre come gas e armi biologiche, offuscando la distinzione tra le armi diverse e il nucleare, immensamente più letale.
Una guerra atomica può distruggere la civiltà.
E non c'è differenza fondamentale fra bombe atomiche «piccole» intese a colpire installazioni sotterranee, e le «grandi» atomiche lanciate su città od eserciti.
Il «tabù» delle armi atomiche ha servito l'umanità per 60 anni, dicono gli scienziati.
Se l'uso di tali armi contro Paesi non-nucleari diventa dottrina ufficiale americana, verrà il momento in cui il loro uso diverrà inevitabile, se non altro per mancanza di piani alternativi.

Maurizio Blondet






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